In ossequio alla norma che riduce il numero degli eletti nelle assemblee locali (6 consiglieri in meno rispetto alla precedente legislatura) sono diventati sette gli assessori per ciascun Comune (la norma vale, ovviamente, per la ‘periferia’, ridurre il numero dei deputati – ad esempio – non se ne parla proprio…).

A Tivoli, non sono riportate le ‘appartenenze’, essendo l’intero esecutivo espressione di liste civiche, quelle che hanno eletto sindaco Giuseppe Proietti. A Guidonia Montecelio il problema non s’è posto. Semmai è il contrario. Alle cordate tipiche delle correnti interne ai partiti della coalizione di centrodestra che ha eletto Eligio Rubeis sindaco, si sono aggiunte quelle familiari. Il dettaglio nelle tabelle che seguono.

La giunta di Tivoli

Irene Vota: vicesindaco, lavori pubblici, parcheggi, cimitero
Ruggero Martines: urbanistica, centro storico, riqualificazione urbana, abusivismo edilizio
Marialuisa Innocenti: ambiente, parchi e giardini, piste ciclabili
Urbano Barberini: cultura, turismo
Marialuisa Cappelli: servizi sociali, pari opportunità, casa
Giuseppe Fortuna: bilancio, tasse e tributi, personale, avvocatura
Rodolfo Gaudio: patrimonio e condono edilizio (dimesso il 17 luglio per incompatibilità)

La giunta di Guidonia Montecelio
Adriano Mazza (padre di Silvia, consigliera comunale della lista civica Rubeis): bilancio, politiche fiscali e tributi, ragioneria, acquisti, commercio
Andrea Di Palma (Ncd): vicesindaco, pubblica istruzione, cultura, sport, spettacolo
Anna Angelini (psicologa, lista Cerroni): risorse umane e affari generali, protezione civile
Ernelio Cipriani (padre di Veronica, consigliera comunale di Forza Italia): lavori pubblici
Maria Cosola (esperta in comunicazione, moglie dell’ex consigliere azzurro Maurizio Neri, Forza Italia,): urbanistica, attività produttive, agricoltura, piani produttivi, parco Inviolata, attività estrattive, pianificazione piani d’insediamento produttivo, demanio e patrimonio
Marco Berlettano (Forza Italia): politiche sociali, sanità, pari opportunità
Morena Boleo (psicologa, Fratelli d’Italia): ambiente, fonti rinnovabili e alternative, ritombamento cave e controllo dell’acqua di cave

La casa dei 7 assegni. Familiari

Primo a-segno
“E’ permesso? Buongiorno… E’ qui che si fanno gli assessori?”
– Come sarebbe a dire ‘si fanno gli assessori’… Lei chi è?
“Non so, forse ho sbagliato ufficio, mi hanno detto di venire qui… Allora lei non è il sindaco?”
– Ma come si permette? Certo che sono il sindaco!
“Allora perché fa tutte queste storie? Io sono il nuovo assessore”.
– Nuovo assessore? ma che sta dicendo, gli assessori li nomino io.
“Sì… lallero… Dunque: cosa mi spetta?”.
– Spetta cosa? Lei vuol fare l’assessore? almeno mi illustri il suo curriculum.
“Sono esperta di comunicazioni”.
– Ecche vuol dire?
“Che comunico, non s’è accorto che siamo comunicando?”.
– Ah, già, vero… ma in città non abbiamo neanche Internet, non vedo cosa potrebbe fare, non ha un’altra specializzazione?
“Non c’è nemmeno Internet??? io gliel’avevo detto a mio marito che non valeva la pena impegnarsi in questo paesetto…”.
– Suo marito? E che c’entra?
“Mio marito è un suo importante elettore, non dimentichi che le ha portato tanti voti…
– Allora, quand’è così… Le andrebbe l’urbanistica?
“Che cos’è? Un assessorato? E’ importante?”.
– Molto importante… ma tanto non dovrà fare niente, lì c’è un dirigente che sa il fatto suo, non troverà problemi. Accetta?
“Devo sentire se mio marito è d’accordo, però credo non farà obiezioni. Le farò sapere, buongiorno…”.

Secondo a-segno
– E tu che c’entri? Sei appena stata eletta consigliere comunale, mica vorrai un assessorato.
“Non, non per me, per il mio papà. Tra un po’ è il suo compleanno”.
– Porca miseria, non c’avevo fatto caso. Hai fatto bene a ricordarmelo… Che dici? gli do i Lavori pubblici?
“Eh, mica male, quante rotonde devono ancora essere realizzate?”.
– Quante ne vogliamo, chi ci controlla? Ciao, buona giornata, salutami papà.

(Fuori onda. “Buondì, posso entrare?” Certo, chi te lo impedisce? Non mi dire che vuoi un assessorato pure tu. “Fai lo spiritoso…”. D’altronde, ora non fai più niente, ti sei dimesso. “Dimesso?” Ma l’hai dichiarato in tutte le interviste, hai detto che volevi ‘impegnarti per la città’. “No, sono passato solo per salutarti, mi trovavo da queste parti, ci vediamo in Consiglio, ciao”).

(Al telefono interno, con la segretaria). Signora, per stamattina basta, riprendiamo nel pomeriggio. “Signor sindaco non è possibile, come faccio a far sgombrare la sala d’attesa?” Sgomberare? Che dice? “Sì, qui ci sono gli aspiranti-assessori, i loro padrini politici, genitori e parenti in attesa di festeggiare la nomina, un sacco di gente insomma, glielo dica lei che debbono tornare”. Sì, così la giunta va in crisi prima ancora di nominarla. Vabbè, faccia entrare. Pulsante. Si accende il display: “Numero 3”).

Terzo a-segno
“Buongiorno, che brutta cera!
– La cera? Quale cera? Qui nessuno ha passato la cera…
“Lo lasci dire a me, sono un’esperta di cera”.
– Spiacente, sto esaminando i curricula dei futuri assessori, e poi non mi occupo di pulizie.
“Ma come si permette? Io sono una psicologa, mi hanno detto che dovrò provvedere alla protezione civile”.
– Oddio! e che c’entra?
“Ho pronto già il piano: in caso di eventi drammatici, luttuosi o che dir si voglia consolerò i parenti delle vittime”.
– Be’, però… brava. Approvo, lei è uno dei miei assessori.

Quarto a-segno
“Permesso? buongiorno, che brutta cera”.
– Noooooo, anche lei, non mi dica che è una psicologa. Ma quanti siete?
“Ha qualcosa contro gli psicologi?”
– No, nulla, ma finirò che questa giunta la convocherò sul lettino…
“Vede? Dimostra dei pregiudizi. Piuttosto, il consigliere addetto alla cerimonia della domenica mi ha detto che dovrò occuparmi di ritombare le cave, non può trovarmi un titolo meno funereo?”.
– No, spiacente, è tutto compreso nella delega sull’ambiente.
“Allora potrò occuparmi dell’Inviolata? Benissimo, potremo abbattere il Tmb”.
– No, l’hanno informata male, l’Inviolata rientra nelle attività produttive. Si accontenti così.

Quinto, sesto e settimo a-segno
“Ciao Eligio, è pronta la nomina?”
– Certo, però fammi capire: perchè vuoi fare l’assessore alla Cultura? L’Ambiente non t’andava bene?
“L’Ambiente? Per carità, non me lo devi nemmeno nominare… una rottura: e la raccolta differenziata, e l’Inviolata, e il Tmb, e le associazioni, e il Tar, e le conferenze dei servizi, e la Regione, e Cerroni… ti rendi conto quanto c’era da fare? No, basta. Poi io ho una predisposizione per la cultura, una vocazione d’antica data. Una volta ho anche scritto una lettera a un giornale, c’erano un sacco di citazioni, pensieri nobili, una cosa bellissima…”.
– Tu? davvero? L’hai scritta tu? Meraviglioso, bravo, me lo potevi dire prima, eccoti la delega, auguri, ci vediamo in giunta, finalmente un uomo giusto al posto giusto… Ciao.

“Com’è andata?”

– Scusa, scusa… il telefono. Pronto, ah sei tu, com’è non sei venuto stamattina?
“Che venivo a fare?”
– Potevi mandare uno dei tuoi parenti, tanto per fare ammuina, ci dobbiamo sentire più tardi, ciao.

“Volevo sapere com’è andata…
– Un casino, i nomi e le competenze più improbabili. Senti Marco, volevo chiederti se puoi evitare d’andare in giro con le ciabatte azzurre. Anzi, fammi il piacere, non le mettere più.
“Ma sono del colore del nostro partito… e Forza Italia, taranta tarantara… Ad Adriano mica lo rimproveri perché abita a Parco Azzurro, eh, beato lui”.
– Veramente danno l’impressione che siamo ridotti in ciabatte, toglile eh…

– Signora, può venire, per oggi ho finito, c’è dell’acqua fresca? Entra un’impiegata: “Ecco l’acqua. Ho visto uscire il vicesindaco…”. Il nuovo assessore alla Cultura vorrà dire. Pensi che una volta ha anche scritto una lettera a un giornale… “Quella copiata da Internet?”. Come copiata da Internet??? “Sì, l’aveva copiata ma quelli del giornale se ne sono accorti, l’hanno pubblicata e anche commentata… Immagini che figura”. Ma quand’è successo? “Quando era ancora nel centrosinistra, con Lippiello…”. Ah, bè, che c’entra? Mica era dei nostri. Ci vediamo domani.