Impegnata Palombara da oltre un decennio, si sceglie invece la struttura di Zagarolo
Cos’è una ‘Casa della salute’? “Una nuova rete sociosanitaria territoriale di cure primarie e di continuità assistenziale. Un sistema che prima non c’era, dove i cittadini possono incontrare una nuova offerta di servizi, più accessibili e meglio organizzati” è la premessa (l’intero progetto si può leggere in “http://www.retesalutelazio.it/rete-salute-lazio/”). In sostanza, un ambulatorio non-stop, che deve favorire l’integrazione tra i medici di base e le strutture sanitarie, a vantaggio dei cittadini e dell’appropriatezza (si sottraggono i ‘codici bianchi ‘ al pronto soccorso degli ospedali e, di conseguenza, si abbattono le file d’attesa e gli accessi impropri).
Tutto bene, quindi. Ancor più osservando la delibera della giunta regionale n. 289 del 27 maggio scorso: in ogni Distretto sanitario se ne dovrà aprire una. Poi, però…
Intanto, l’orario. La Casa della salute si annuncia aperta 24 ore ma, in realtà, è operativa soltanto dalle 8 alle 20. Operativa? Non proprio, tutt’altro. Perché la Regione immagina che la struttura possa adempiere alle finalità facendo a meno di coloro che dovrebbero farla funzionare, i medici innanzitutto. Non risulta, infatti, l’avvio di trattative con la loro organizzazione sindacale né la stipula di qualche forma di accordo che regolamenti prestazioni, compensi, orari e quant’altro.
Con una aggiunta. Non sapendo risolvere il problema, la “patata bollente” è stata messa nel piatto dei singoli direttori generali, non per velocizzare le cose, quanto per far meglio riuscire la “muina” (basta andare in una delle strutture già aperte nel Lazio per accorgersi che l’unica cosa riconducibile alla Casa della salute è una targa messa ben in mostra sulla parete vicino all’accesso).
Dopo, la Casa della salute che è stata inaugurata a Rocca Priora, toccherà alla ASL della RmG, ossia… a Zagarolo! Già, e Palombara Sabina?
Perché, leggendo gli atti ufficiali della RmG, si apprende che la realizzazione della Casa della salute in Sabina risale a una decina d’anni fa, e che con la delibera n. 211 del 18 febbraio 2008 (“attivazione-in-via-sperimentale-nell’ambito-della-Casa-della-Salute-di-Palombara-Sabina-del-presidio-territoriale-di-prossimità-con-degenza-a-gestione-infermieristica”) ne sono state incrementate le funzioni, al punto di elencare 28 tra “strutture operative semplici, complesse e dipartimentali”. Per il buon funzionamento delle quali si è spesa la somma di almeno 8 milioni, utili alla costruzione (terminata) dell’edificio accanto al ‘SS Salvatore’.
Nessuno conosce cosa sia accaduto, perché Nicola Zingaretti abbia cambiato verso. Creando un nuovo fronte di scontro, protagonisti i Sabini in difesa del loro ospedale, e le istituzioni pubbliche. E un grave, ennesimo, problema di coesione sociale.
Se si dovesse dar retta alla diceria imperante – a Palombara in questi giorni non si parla d’altro –, alla scelta non sarebbe estraneo Daniele Leodori, presidente del Consiglio regionale, pd, renziano doc. L’assunto popolare: la Casa della salute di Palombara Sabina viene ‘retrocessa’ a vantaggio di Zagarolo per il fatto che lì Leodori è di casa, tanto che ne è stato anche sindaco. Quindi, commentano a Palombara, nessun errore né superficialità, ma un ‘marchio di fabbrica’, ben definito.
“La politica deve restare fuori dalla sanità” dice Matteo Renzi. Vedremo quando richiamerà i suoi seguaci. Che non si mostrano così ansiosi di sentirci, sentirne, sentirlo, soprattutto se ritengono che possa bastare l’apposizione di una targa per fare funzionare meglio una sanità regionale sgangherata.