Il procuratore aggiunto Michele Prestipino

Il procuratore aggiunto
Michele Prestipino

(t. ve.)  ACCELERA la procedura per “Mafia capitale”. Unificati i “fascicoli” I e II, si va direttamente al processo per tutti gli indagati. Infatti, saranno 56 – quindi non solo i 33 citati il 1° giugno – i rinviati a giudizio che il 5 novembre saranno sottoposti all’esame della X sezione del tribunale di Roma. In sostanza, alla sbarra, quasi al completo i personaggi elencati nelle due ordinanze emesse dalla procura della Repubblica di Roma il 28 novembre 2014 e il 29 maggio di quest’anno, a firma della gip Flavia Costantini.

Secondo i pm, per gli accusati dei reati consumati e accertati – sicuramente per gli inquisiti di maggiore rilievo almeno –, a questo punto era praticamente impossibile assegnarne l’appartenenza alla prima o alla seconda ordinanza, a  cominciare ovviamente da Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, ritenuti i vertici dell’organizzazione criminosa (entrambi raggiunti dal 416 per associazione mafiosa), e alla pletora di rappresentanti politici e istituzionali, funzionari pubblici, imprenditori e faccendieri variamente collocati; elenco che comprendeva già Luca Odevaine (o come effettivamente si chiama) e Franco Panzironi. Quindi l’unificazione dei due procedimenti.

Non ci sarà udienza preliminare, come da istanza avanzata il 21 maggio dal procuratore aggiunto Michele Prestipino unitamente al trio di pubblici ministeri che ha condotto l’inchiesta – Paolo Ielo, Luca Tescaroli e Giuseppe Cascini –, ribadita nella circostanza e accolta oggi da Flavia Costantini, la gip convinta che anche in questo caso gli elementi raccolti dagli investigatori sono sufficienti all’avvio del dibattimento.

Per memoria, agli imputati vengono contestati reati che vanno, a seconda delle singole posizioni, dall’associazione per delinquere di tipo mafioso, all’estorsione, all’usura, alla corruzione, alla turbativa d’asta, alle false fatturazioni, al trasferimento fraudolento di valori, al riciclaggio.