Il decreto sindacale firmato ieri da Andrea Di Palma

Il decreto sindacale firmato ieri dal ‘dimesso’ Andrea Di Palma

IL BICCHIERE della staffa. Andrea di Palma – prima? dopo? sull’orlo? di sprofondare nel precipizio assieme alla sua giunta e alla maggioranza che lo sosteneva – mette mano alla ennesima “ristrutturazione” della macchina burocratica dell’ente, nei vertici stavolta, specificando di voler attribuire le funzioni previste dagli articoli 107 (ai comma 2 e 3) e 109 del decreto legislativo 267 del 2000 ai dirigenti di ruolo e non, ossia assunti a tempo indeterminato con regolare concorso o individuati a termine con una selezione curricolare, è il caso di Angelo De Paolis e Corrado Cardoni in carica (ma solo in teoria) fino a dicembre 2016. Non una revisione della macrostruttura – che avrebbe avuto bisogno d’una delibera di giunta – ma un decreto sindacale. Firmato dal sindaco facente funzione ieri, 13 giugno 2016 (ma non si era dimesso urbi et orbi il 10 giugno?), dal quale si ricava dunque e prima d’ogni altra cosa che non si era affatto dimesso: l’aveva semplicemente annunciato rivolto verso un indeterminato futuro.

Nel merito del provvedimento, Angelo De Paolis riassume i Lavori pubblici in comproprietà con Giovanna Recchia e si tiene metà dell’Urbanistica con Gerardo Argentino (che resta impegnato anche nel settore Ambiente), al quale però sottrae le funzioni di capo dei servizi di staff. Prima osservazione: staff di chi? del sindaco? del vice-facente funzioni? del commissario prefettizio che dovrà arrivare? I beninformati rispondono che è prassi il mantenimento dell’impianto. Ma se le funzioni di staff sono a termine, legate alla durata del mandato dell’organo di vertice e alla fine dell’amministrazione, non è secondario rilevare che il 13 giugno coincide con la fine del parlamentino eletto il 24 maggio 2014, e quindi gli incarichi e i contratti di lavoro conseguenti si devono intendere cessati.

Ma perché Di Palma ha operato in questa maniera? Qual è il motivo di una decisione che ha sorpreso anche i sodali di partito e di coalizione?

Semplicemente, il decreto (agli articoli di legge richiamati, notificato già il 13 ai diretti interessati dai messi comunali e immediatamente esecutivo) trasferisce d’imperio ai dirigenti “i compiti di attuazione degli obiettivi e dei programmi definiti con gli atti di indirizzo adottati dalla giunta e dal Consiglio”. Ossia dagli organi di indirizzo politico. Il che obbliga il futuro commissario ad adottare, a “fare propri”, ad esempio, il cartellone della stagione teatrale 2016-2017 già riassegnato in proroga per il prossimo anno dalla giunta Di Palma al duo creativo Gennaro D’Avanzo e Anna Greggi, rispettivamente, direttore artistico e del coordinamento dell’Imperiale, il festival rock, insomma tutto quello deliberato dal governo cittadino e dall’Assemblea nel rispetto delle diverse competenze assegnate dalle norme. Ed, ovviamente, e soprattutto, gli atti urbanistici già deliberati, le lottizzazioni in regime di 167 (edilizia economica e popolare) in primis.

Oltretutto, il prefetto destinato a Guidonia Montecelio – così come altri altrove – non potrà non finanziare le scelte fatte in precedenza. Esempio: l’accensione di nuovi mutui presso la Cassa depositi e prestiti necessari a terminare o avviare opere pubbliche previste nel piano triennale giustappunto deliberato dall’esecutivo Di Palma.

Insomma, tutto cambia perché nulla cambi, il morto prende il vivo per i piedi e lo trascina con sé nella tomba. Estenuante riproporsi d’una formula che a Guidonia Montecelio non appare mai sotterrata.