di GIULIANO GIRLANDO e TOMMASO VERGA
FUORI DUE DA “MAFIA CAPITALE”. Ma l’attenzione su Marco Vincenzi è già rivolta al successivo capitolo che potrebbe provocare più di un “brivido”. A favore, il proscioglimento dopo l’archiviazione delle indagini sull’acquisto della nuova sede della Provincia di Roma dal costruttore Luca Parnasi (quello del nuovo stadio della Roma), e sull’appalto del Cup (il centro di prenotazione) regionale. Due delibere votate in giunta, rispettivamente provinciale e regionale, l’ipotesi di reato ha interessato i componenti degli esecutivi che le hanno approvate (quindi anche Marco Vincenzi in quanto assessore in entrambi). Un fatto quasi “meccanico”. Indagini dettate dal “sentito dire” di Salvatore Buzzi interrogato da Paolo Ielo a Badu e Carrus, il 24 e 25 giugno, che non hanno valicato la collina del riscontro.
IL MILIONE DI OSTIA. Il “brivido” potrebbe venire dal procedimento che ha per oggetto il milione e 800mila euro indirizzati a Ostia (hinterlandweb dell’1 luglio), la somma di due emendamenti a firma Luca Gramazio (capogruppo pdl, 1,2 milioni) e Marco Vincenzi (capogruppo pd, 600mila euro), tutto annotato dagli inquirenti nella seconda ordinanza sul “Mondo di mezzo”. Quattro parole dopo il comma 5 e al comma 6 del testo originale che avrebbero consentito alla “società Buzzi-Carminati” di incamerare la somma (mai effettivamente erogata: la procedura è stata bloccata dopo gli arresti del 2 dicembre 2013 nell’ambito della prima tranche di “Mafia capitale”). In particolare, si tratta di due proposte di modifica alla legge regionale 147/2014 di cui parlano tra loro, intercettati, Buzzi e Carminati. L’accusa: il 16 giugno 2014 li ha avanzati da Marco Vincenzi, ex sindaco di Tivoli, capogruppo Pd alla Regione Lazio a quel momento.
Una firma che Vincenzi ha sempre negato di aver apposto, mai ammesso di aver avuto a che fare con quella legge. Alla notizia dell’indagine in corso, il 9 giugno 2015, l’ex sindaco di Tivoli si dimette da capogruppo del Pd. Ribadendo comunque l’estraneità: “Smentisco di aver presentato in Consiglio regionale emendamenti per finanziare il Comune di Roma o i suoi municipi. Non corrispondono nel modo più assoluto a verità e sono destituite di fondamento, quindi, le affermazioni di Salvatore Buzzi su un mio presunto interessamento per far ricevere al municipio di Ostia 600mila euro o qualsiasi altra cifra (…) lo sottolineo per evitare qualsiasi fraintendimento, non possono essere stati approvati in Consiglio regionale emendamenti del sottoscritto per elargire fondi ad Ostia agli altri municipi della Capitale o al Comune di Roma. Ho visto due volte Salvatore Buzzi su sua sollecitazione e nel corso degli incontri mi aveva chiesto di intercedere per far ottenere fondi ad Ostia. Una richiesta alla quale non ho dato alcun seguito».
Dichiarazione netta, al punto che nella documentazione dei carabinieri del Ros si legge che: “allo stato delle attuali conoscenze e dal contesto delle telefonate/dialoghi intercettati, non si è in grado di (illegibile…) se la somma di 1,2 milioni di euro, e 600 mila euro da ottenere con l’aiuto di Gramazio e Vincenzi siano stati finanziati da parte della Regione Lazio, anche se le indicazioni sopra riportate, propendono per una conclusione favorevole della vicenda…”. Nel merito, con il primo emendamento si chiede che al fondo regionale per il riequilibrio territoriale, oltre 33 milioni per il 2014, possano accedere direttamente i municipi della Capitale senza passare dal Campidoglio, con il secondo che una quota del fondo sia destinata in particolare proprio a progetti legati al verde pubblico e al sociale. Il riscontro della pubblica accusa: il 22 luglio 2014 la giunta regionale modifica il bilancio per erogare i finanziamenti previsti nella legge appena approvata. Primo pilastro a sfavore dei firmatari degli emendamenti.
Né aiuta i proponenti il fatto che Luca Gramazio, nel dibattimento in aula, lo scorso 10 maggio, abbia dichiarato che «l’emendamento non esiste. Ne esiste uno di quella cifra non per Ostia ma per 28 comuni del Lazio». Un assist per il pm Luca Tescaroli, che al termine dell’udienza deposita la delibera che mostra come alla scadenza (tre mesi) per la presentazione delle domande, nessun Comune del Lazio abbia fatto domanda, nessuno dei 28 elencati ha aderito. Lo stanziamento va tutto a Ostia.
Saranno i prossimi giorni a dare sostanza al contraddittorio. Se le ipotesi di reato si consolideranno lo dirà l’udienza preliminare, ormai imminente. Compito esclusivo dei magistrati e dei tribunali. Non evitabile invece, in questa sede, domandare il perché d’una negazione ripetuta all’infinito, confutare di aver presentato gli emendamenti, che adesso, “scovati” dai consiglieri regionali del movimento 5stelle, risultano evidenti, noti, pubblici. E che lo sarebbero, prima o poi, diventati comunque. Una dimenticanza? Non con-vincente.