di ELISABETTTA ANIBALLI

C’ERA LA GUERRA quel giorno nel gruppo consiliare di Forza Italia tra chi voleva portare a casa il regolamento sull’asilo comunale di via della Pietrara e chi la variante urbanistica di “Saitrav”, importante azienda estrattiva nel circuito del Centro per la valorizzazione del travertino romano; l’esito della seduta, a guardarlo col senno di poi, è la miglior sintesi di compromesso raggiunta dal capogruppo forzista Michele Venturiello. Veti e voti incrociati, provvidenziali astensioni, alla fine la quadratura del cerchio si trova e l’approvazione dei provvedimenti è garantita.

È il 29 dicembre del 2015, il sindaco Eligio Rubeis è agli arresti domiciliari dal 20 luglio di quello stesso anno, in aula a rappresentare il vertice politico c’è Andrea Di Palma, dallo scorso 20 aprile (forse la data è da bandire dai calendari) in carcere con le accuse di concussione e corruzione aggravate dall’associazione per delinquere. Della seduta di capodanno rimangono i punti iscritti all’ordine del giorno, il “Dup” (Documento unico di programmazione economica), le varie e eventuali che sempre vanno in scena in aula, quindi le immagini di quanto accadde, immortalate nelle registrazioni in streaming della assemblea.

La “Saitrav” del gruppo Alibrando Dei

Le prime due ore scivolano via, poi si arriva ai punti salienti. La variante urbanistica è dopo l’asilo in ordine di discussione ma subito il consigliere Antonio Tortora, gran reggente della urbanistica assieme ai  colleghi Andrea Mazza e Alberto Morelli, chiede l’anticipazione, s’è fatta ‘na certa e la votazione s’ha da fare senza rischiare che l’aula si svuoti. Il capogruppo Michele Venturiello però presenta mozione d’ordine, chiede la sospensione per 5 minuti, giusto il tempo per “riunire i miei”. Quando si riprende Tortora ha cambiato idea, la quadra c’è, i gruppi terranno i numeri per la doppia approvazione, si parlerà di asilo e solo dopo di variante urbanistica, o cambio di destinazione d’uso del lotto “Saitrav”.

L’atto è vincolante, propedeutico al rilascio regionale della autorizzazione alla estrazione di travertino. Per i magistrati un “passaggio” consiliare avvenuto dietro il pagamento di una tangente di 15 mila euro. Per l’accusa i soldi, poi sequestrati dagli agenti di polizia giudiziaria nel corso d’indagine, erano indirizzati ad Alberto Morelli che votò l’atto, ad Angelo De Paolis, in quel momento dirigente dell’Urbanistica. Entrambi sono rinchiusi nel carcere di Rebibbia accusati, come il Di Palma, di corruzione, concussione, associazione per delinquere.

Gli ‘oppositori’ escono dall’aula così l’”affaire Saitrav” va in porto

Venturiello è imbarazzato quando il presidente del consiglio comunale Aldo Cerroni apre il punto. Si tratta di approvare, attraverso un cambio di destinazione d’uso del terreno, la escavazione su un’area che dista poco meno di mille metri dal centro abitato di Villalba, popoloso quartiere già alle prese con la cosiddetta subsidenza, un fenomeno provocato dall’azione costante di potenti pompe che attingono e smaltiscono acqua solfurea attraverso una rete di drenaggio per consentire ai cavatori di estrarre in profondità nel terreno. La subsidenza è una costante scossa tellurica che provoca negli stabili lesioni strutturali; crepe nelle mura portanti degli edifici hanno messo in allarme migliaia di nuclei familiari da 20 anni costretti a vivere come terremotati.

Una condizione umana terribile di cui il capogruppo forzista legge perfettamente i contorni, al punto di non capire cosa ci sia alla base del provvedimento, non ne capisce soprattutto l’urgenza di approvarlo. Né la contropartita alla variante, valutata dall’ente nel principio del pubblico interesse, può trovare giustificazione nella “compensazione” offerta da “Saitrav”, la sistemazione postuma di un campetto di calcio, tra l’altro già esistente, a beneficio della collettività.

Due (ex) capigruppo in aula: a sinistra, Michele Venturiello, Forza Italia, con Emanuele Di Silvio, Pd

La discussione che si apre in aula marca subito la contraddizione. Alessandro Messa, villalbese, consigliere di Fratelli d’Italia (partito alleato di Fi nel governo cittadino), preannuncia l’astensione parlando di intervento che “violenta il quartiere”, sulla stessa linea altri colleghi di maggioranza, tutti eletti a Villalba, Anna Maria Vallati, Mario Valeri. Alla fine saranno in 5 a non pronunciarsi, mentre le minoranze abbandonando l’aula, consentiranno al punto di passare a maggioranza, con 9 voti favorevoli, tra i quali Michele Venturiello. L’ex capogruppo di Forza Italia, è “onesto e persona per bene” per dirla come Angelo De Paolis nelle intercettazioni che sono alla base della indagine della magistratura, quindi non corruttibile con mazzette e regalini, ma anche politicamente condizionabile. Quindi, “Vedo in consiglio comunale, se la cosa la digerisce, ed io gliela posso fa’ digerì no???” la sottolineatura successiva.  

Voleva dire che l’azzurro 48enne avvocato di Setteville era in grado di condizionare l’assemblea che (sotto pressioni di varia natura) doveva varare le scelte strategiche? Dirimendo conflitti interni al gruppo, aggiustando il tiro, a memoria era stato così in almeno due casi. Nell’approvazione della variante urbanistica che ha cambiato la destinazione dei terreni agricoli dell’inviolata di proprietà di Paolo Morelli, garantendo all’imprenditore una plusvalenza milionaria dalla vendita dell’area al colosso dei trasporti “Bartolini”; nel caso della richiesta di una concessione estrattiva da parte di “Saitrav” su un’area individuata nel quartiere di Villalba.

La questione “Saitrav” parte da lontano, nel 2010 l’azienda decide di ampliare il proprio raggio di intervento e individua un’area di circa 22.500 metri, da piano regolatore in parte agricola, in parte destinata ad attività industriali tra le quali quella estrattiva, in parte adibita a verde pubblico. Poi c’è un palazzo, tra quelli lesionati dalla subsidenza. I titolari di “Saitrav” non ci hanno pensato due volte e se lo sono comprato, una volta demolito restituirà metri quadrati puliti per lo sfruttamento intensivo del terreno sottostante.

La società avvia quindi l’iter regionale per ottenere la nuova concessione ma, come è pratica diffusa, il competitor nella guerra dell’acqua (solfurea), il patron delle Terme di Roma Bartolomeo Terranova, attraverso i suoi legali, impugna ogni atto amministrativo davanti al tribunale competente al fine di rallentare le procedure. Accade durante la conferenza dei servizi aperta in Regione, si tratta di un iter in cui tutti gli enti territoriali abilitati per legge a intervenire in un determinato procedimento si riuniscono e ne discutono. La conferenza dei servizi si ferma svariate volte, il Tar su sollecitazione di Terranova che ritiene la captazione dell’acqua operata dai cavatori dannosa per le terme (prosciuga la risorsa termale e influisce sulla qualità) rallenta in via determinante il rilascio della autorizzazione estrattiva.

I punti critici dell’intero provvedimento vengono ben sottolineati dal Tar tanto da spingere la Regione a rilevare, per iscritto in una circolare inviata nel 2013 al Comune di Guidonia Montecelio, che sull’intera pratica di rilascio di concessione estrattiva, pesa principalmente la mancata variante urbanistica di competenza comunale, e che dovrà essere il consiglio comunale ad approvarla. Come e perché un semplice passaggio burocratico sia diventato oggetto di compravendita – questo almeno per la Procura – tra l’azienda e almeno uno dei consiglieri comunali chiamato ad approvarlo, che ruolo abbiano avuto gli altri che alzarono la mano quel giorno è ancora oggetto d’indagine.

Le “vite crepate” di Villalba, ultima frontiera per le imprese estrattive

E’ ormai riconosciuta critica la situazione di tutta l’area per l’abbassamento del suolo dovuto alla sua stessa natura e all’eccessivo “emungimento” di acqua da parte delle cave di travertino. Almeno 140 edifici sono seriamente danneggiati e attualmente non esiste alcuna certezza sulle strategie da adottare per arginare il fenomeno né è possibile prevedere quanto ancora durerà lo stato attuale di solidità apparente. Esiste la possibilità che il travertino nel sottosuolo ceda improvvisamente a causa di fratture e cavità carsiche al suo interno nonché alla diminuzione della pressione dell’acqua estratta quotidianamente dalle cave e riversata nel fiume Aniene (dalla stampa dell’epoca)

Il “motore” per i cambi di destinazione d’uso nell’urbanistica cittadina fu inizialmente l’ex dirigente Umberto Ferrucci. Il 14 febbraio del 2014 è lui a prendere carta e penna e a scrivere alla Regione per sollecitare la pratica “Saitrav”, a suo dire una accelerazione è necessaria e per tale ragione, nel ruolo di responsabile del procedimento (è l’unica firma sull’atto), invita l’ente sovracomunale a tenere le sedute della conferenza dei servizi direttamente presso i locali di piazza Matteotti. A causa della sospensione di natura amministrativa comminata dal sindaco nel marzo del 2015, Ferrucci verrà quindi sostituto da Angelo De Paolis. Fu quest’ultimo – è risaputo – a condurre in porto il procedimento di variante urbanistica. C’era anche lui il giorno dell’approvazione in aula, seduto sullo scranno accanto al presidente del Consiglio Aldo Cerroni. Come un direttore d’orchestra teneva i tempi nella fase deliberativa, aiutando a conteggiare i favorevoli e i contrari al punto, interfacciandosi con Andrea Di Palma, anch’egli sempre presente durante quella seduta.

La domanda ora è se la pratica “Saitrav” fosse l’unica di quella natura passata tra le mani di Ferrucci negli anni immediatamente successivi al 2010. O se anche altre società avessero iniziato a guardare a Villalba come l’unico approdo per l’approvvigionamento di nuove aree da sfruttare attraverso l’estrazione intensiva di travertino. Un quadro sufficientemente realistico se bastava acquistare proprietà immobiliari da cittadini sfiniti e sgomenti da 20 anni di subsidenza e affidarsi al Comune per un semplice cambio di destinazione d’uso al fine di arrivare al rilascio di nuove concessioni regionali.

Fermo restando che le aziende estrattive sembrano avere nell’area di Villalba l’ultima frontiera per perpetrare le loro attività. Lo aveva sottolineato indirettamente il grande urbanista Vezio De Lucia, chiamato una decina di anni fa ad esprimersi sulla subsidenza. In relazione a Villalba ebbe a sostenere “buttatela giù e ricostruitela da un’altra parte”, come a dire: lasciatela ai cavatori. A chiedere il parere a De Lucia fu l’ex sindaco Filippo Lippiello, noto imprenditore nel settore, al culmine del suo personale conflitto e delle polemiche scatenate dalle “vite crepate” dei terremotati di Villalba.

Per l’adiacenza al centro abitato, la variante riconosciuta a “Saitrav”, rappresenta senz’altro un precedente verso la potenziale occupazione di pezzi di quartiere per fini estrattivi? È la Villalba violentata di cui parlava Alessandro Messa? Questa però è un’altra storia, meno giudiziaria e più squisitamente politica.