di TOMMASO VERGA

LA SENTENZA DEL Tribunale superiore delle acque pubbliche ha rimesso in azione le pompe di Acea, quelle che prelevano l’acqua dal lago di Bracciano. Decisione contraria all’opposta del 27 luglio, allorché lo stesso organismo aveva respinto il ricorso dell’azienda capitolina.

Entusiasta il commento di Virginia Raggi, sindaca di Roma: “Abbiamo garantita l’acqua a tutti cittadini romani e scongiurato che a settembre un milione e mezzo di persone restassero senza”. Il verdetto ha accolto il ricorso presentato da Roma Capitale contro l’ordinanza della Regione Lazio del 28 luglio 2017 in merito alla regolamentazione del livello idrometrico del lago di Bracciano.

Cosa ne pensa invece la sindaca della Città metropolitana non è dato sapere. Alla pari di ogni altro argomento che metta in relazione il Campidoglio con i Comuni dell’hinterland – il più significativo di tutti: l’immondizia –, Virginia Raggi si occupa del “suo”, il resto è noia. E i cittadini della provincia che da mesi “godono” dell’acqua razionata? Colpa della siccità, regolino meglio il dosaggio domestico, viale Ostiense fa quel che può, è una strada che non conduce in periferia.

Cade il divieto totale dal 1° settembre, Acea potrà continuare con il limite massimo di 400 l/s

La Regione Lazio aveva ordinato l’immediata riduzione dei prelievi – massimo 200 litri al secondo – sino alla fine del mese. Dal primo settembre invece sarebbe scattato il divieto di emungere dal lago di Bracciano. La sentenza cancella l’ordinanza regionale proprio nella parte in cui dispone di azzerare ogni prelievo, stabilendo viceversa il “tetto” massimo di 400 litri.

Che Virginia Raggi targata Roma sia più che soddisfatta, lo annuncia il comunicato diramato dall’ufficio stampa capitolino: “Con la sospensione del provvedimento – scrive il Comune di Roma – Acea potrà continuare a prelevare fino a 400 litri al secondo e dunque garantire un adeguato approvvigionamento idrico alla città. Il Campidoglio aveva presentato ricorso nella prospettiva di evitare la sospensione della captazione dal lago di Bracciano, con le gravi conseguenze per la città di Roma, dall’1 settembre”. Come si legge, prioritario è garantire l’acqua ai romani. Anche mettendo in pericolo una risorsa naturale. Posizionata in provincia.

Di parere uguale e contrario Fabio Fucci, il 5stelle sindaco di Pomezia vicario di Raggi al vertice operativo della Città metropolitana. Innanzitutto il biasimo. Al meteo inclemente e nemmeno rispettoso dei cambiamenti politico-istituzionali: “Dobbiamo fare i conti con una stagione estiva tra le più torride degli ultimi settant’anni – la reprimenda di Fucci –. Da quello che mi risulta (?, ndr) la sindaca metropolitana ha già dato incarico ad Acea di realizzare un piano di investimenti e manutenzione sulle condotte per evitare dispersione idrica”. A parte quell’avventuroso e iconoclasta “già dato incarico ad Acea”, tutto bene. Ma il lago di Bracciano?

Fabio Fucci, 5stelle, vicesindaco della Città metropolitana consiglia: “Usate l’acqua con attenzione”

“A tutti i cittadini del territorio metropolitano chiediamo di usare le risorse idriche con molta attenzione – si prosegue –. Sarà bene dosare l’acqua domestica per evitare sprechi e di non lasciare aperti i rubinetti se non per lo stretto necessario, in modo da evitare che l’acqua venga dispersa senza utilità”. E i romani? facciano come meglio credono e vogliono.

Il paragrafo da esame conclusivo è sul lago di Bracciano: “La Città metropolitana è impegnata a risolvere i problemi legati all’emergenza idrica, attraverso una sinergia stretta con il Comune di Roma, debbo dire un po’ meno con la Regione Lazio dove il Presidente Zingaretti si ricorda del lago di Bracciano in prossimità delle emergenze e soprattutto delle elezioni”.

Zingaretti: l’atto della Regione vuole “il rispetto del diritto di eguaglianza tra tutti i cittadini del Lazio”

Risponde la Regione Lazio: “Fermi restando i principi di competenza che coinvolgono Acea Ato2, ovvero Roma Capitale ed i Comuni della provincia, da parte sua la Regione Lazio continuerà ad esercitare la propria azione nei diversi ambiti di diretta attinenza: idraulico, concessionario, ambientale. Così come accaduto sino ad oggi ogni atto regionale continuerà a perseguire il rispetto di principi inalienabili, dalla tutela della salute pubblica alla tutela ambientale. Principi certamente efficaci, ma solo quando incardinati su un più grande principio: il rispetto del diritto di eguaglianza tra tutti i cittadini del Lazio”.

Cittadini della metropoli e cittadini dell’area metropolitana, due “categorie”, il nodo irrisolto, centrale di qualunque discussione. Che non si può ricondurre al consueto ping-pong politico. In questa circostanza, se la Regione decide che il lago di Bracciano non dev’essere prosciugato, è misera cosa il tentativo di infilare il disastro nella scadenza elettorale.

Manovra che tra l’altro non riduce le responsabilità del Comune di Roma in quanto azionista-principe di Acea. Sarà pure la siccità, ma le scelte della società sono e di molto precedenti gli sconvolgimenti meteo di questi mesi, dalle condotte vetuste alla finanziarizzazione, investimenti che non appaiono esattamente rispondenti al core aziendale.

Anche qui, nella sostanza, si ripropone l’antica questione della “matrigna Roma”, dalla distribuzione delle risorse all’uso del territorio, motivi che dopo l’ingresso a Palazzo Senatorio il movimento 5stelle mostra semplicemente nemmeno di conoscere. Né ha modificato l’orientamento l’avvento della Città metropolitana sulle ceneri della Provincia. La quale, molto probabilmente, in una circostanza come quella descritta, avrebbe preso posizione a decisa difesa delle popolazioni extraurbane.

I sindaci del luogo: “Un disastro ambientale, un territorio lunare sotto gli occhi di tutti”

Quel che appare decisamente ignorato è la salvaguardia delle caratteristiche naturali, l’aspetto ecologico. Quanto costa e quanto costerà la manomissione dell’ambiente alle logiche della privatizzazione, del mercato e del consenso politico-elettorale? Non v’è dubbio alcuno – ed è la sottolineatura principale delle associazioni protezioniste, a partire dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua – che al termine delle captazioni forzate il comprensorio del lago di Bracciano sarà “altro” rispetto a quanto conosciuto e apprezzato.

Termini della questione che non ignorano i sindaci delle cittadine prossime al bacino lacustre. “Il disastro ambientale oramai è sotto gli occhi di tutti e con esso un disagio socio economico senza precedenti per le cittadine lacustri che si ritroveranno un territorio lunare sulle proprie coste” si legge in un comunicato sottoscritto dai sindaci di Anguillara Sabazia, Trevignano Romano, Bracciano e dai presidenti del Parco naturale di Bracciano e Martignano e del Consorzio lago di Bracciano.

“Delusi per questa sentenza, che comunque rispettiamo ma avverso la quale siamo pronti ad opporci nella sede competente, come amministrazioni faremo reclamo e continueremo a far valere le nostre ragioni in tutte le sedi istituzionali e giudiziarie ricorrendo anche alla giurisdizione europea. Lo stop alle captazione è l’unica soluzione che consentirà al lago di sopravvivere e chiediamo con forza al Presidente della Regione Lazio di emanare una nuova ordinanza a tutela del lago e il suo territorio” la conclusione.

Si va verso un ricorso. Contro il giudizio del Tribunale delle acque. Che vede altresì schierato il “territorio metropolitano” contro la Città metropolitana. Non bastano i comunicati.