di TOMMASO VERGA

UN PARCHEGGIO multipiano, un auditorium e il Santuario di Ercole vincitore (sul quale si annuncia un “nuovo corso”: quanto basta per renderlo oggetto di un successivo articolo). Totale: 13 milioni, cinque per i primi due, il resto per il tempio. Stanziati dal Mibact, acronimo del ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo. Una “pioggia di soldi” il commento unanime. Approdo, Tivoli. In particolare, una ex opificio di proprietà del Comune, in origine “cartiera Amicucci” in conclusione cartiera Parmegiani, in piazza Domenico Tani. Quale la relazione tra parcheggio, auditorium e Santuario non è dato sapere. Ma non è la questione di maggiore rilevanza.

Una elaborazione del piano particolareggiato di Vittorio Gregotti

Giuseppe Proietti, il sindaco di Tivoli, nella conferenza stampa di ieri l’altro, ha posto le tre destinazioni in relazione stretta tra loro, al punto da definire il finanziamento governativo destinato a “scelte strategiche”. Con l’aggiunta (così almeno par di capire) che la quota parte dei 13 milioni ministeriali ha permesso il ripristino del Santuario di Ercole vincitore. Così, sabato 30, alle 17, con l’inaugurazione “del nuovo percorso dal Triportico alla Via Tecta”, prende corpo il lungamente auspicato permanente tour di visite guidate. Di seguito, in ogni week end.

Bene così? Dipende dai punti di vista. Basta entrare nel merito. Intanto, sbrigativamente, la domanda su come arrivare a piazza Domenico Tani per (non solo) usufruire del parcheggio e dell’auditorium collocati all’interno della cartiera Parmegiani. Nella conferenza stampa, Giuseppe Proietti ha indicato nel recupero di via degli Stabilimenti (a doppio senso di marcia per di più) l’infrastruttura dedicata. Salvo gli ostacoli. A principiare dal trasferimento delle macerie venute giù dalla “Parmegiani” nel crollo di inizio marzo 2009 che impediscono tuttora il pieno utilizzo della strada.

In via degli Stabilimenti i calcinacci causati dal crollo della cartiera Parmegiani. Più l’amianto

L’immagine in alto, per quanto esplicita, non è sufficientemente illustrativa. Perché non solo calcinacci ma eternit, ovvero amianto in grandissima quantità che obbligherà al trattamento particolare obbligatorio per i rifiuti tossici seguito da una appropriata bonifica della cartiera Parmegiani e del circondario. Il che porta a interrogarsi sui tempi necessari all’impresa ma anche sulle risorse: basteranno 5 milioni per ripristinare i luoghi, costruire il multipiano e l’auditorium?

Già, l’auditorium…: stando a quanto si ricava da una illustrazione verbale apparsa nell’insieme decisamente sommaria, Proietti intenderebbe dotare Tivoli di due strutture analoghe in concorrenza fra loro. Perché il “piano Gregotti” (lo strumento attuativo del Prg approvato nel 2004-2005) prevede l’auditorium in piazza Matteotti, in luogo dell’odierno parcheggio, progetto riconfermato soltanto un anno fa nella trattativa con la famiglia Mezzaroma a proposito delle cubature sostitutive della “lottizzazione Nathan”.

Lo stanziamento pubblico si articola su un progetto e sulla richiesta di sostegno finanziario

Altro piano, altro punto di osservazione di una vicenda apparsa sin qui assolutamente singolare. Così come la procedura relativa allo stanziamento dei fondi da parte del ministero. Come regola vuole, un finanziamento pubblico si articola su un progetto (da esaminare preliminarmente per l’eventuale approvazione) corredato da una dettagliata richiesta di sostegno economico. Qui nulla di tutto ciò.

Non stupisce. Come abbondantemente riportato dalle cronache, il ministro Dario Franceschini non risulta mai “azzoppato” dalle critiche e dalle osservazioni negative sul suo operato. Che in genere paradossalmente utilizza proprio per realizzare i personali proponimenti. Un ossimoro in natura si potrebbe classificare. E’ il caso di Tivoli e dei 13 milioni.

Il multipiano di piazzale Matteotti

Collegando i fattori (e ascoltando la maliziosa vocina professionale), c’è un elemento che sovrasta la vicenda, rappresentato dal raccordo tra il ministro e il sindaco. Non perché entrambi occupanti in epoche e tempi diversi stanze distinte dello stesso palazzo ministeriale, ma per l’assidua frequentazione di questi tempi.

Il che sosterrebbe l’ipotesi dell’offerta di una candidatura “nazionale” per Giuseppe Proietti nelle liste del Pd in vista delle elezioni politiche del prossimo anno. Sponsor appunto Dario Franceschini, 13 milioni il valore della “carta d’imbarco”. Con il primo cittadino tiburtino – restio anche caratterialmente alle beghe ma non allergico alle manovre di palazzo (la sua elezione di tre anni fa conferma) – convintamente bendisposto.

Tutto compreso, l’impressione è che i fondi assegnati a Tivoli rappresentino un impegno molto articolato, da contabilizzare più correttamente alla voce “campagna elettorale”. Nella sostanza, una “annotazione da depliant” per le elezioni politiche. Scadenza che vedrebbe Giuseppe Proietti lanciato verso il Parlamento, indifferente (per lui) Camera o Senato. Ci si tornerà su, oltretutto obbligati dalla intricata conseguente subordinata “elezioni anticipate al Comune di Tivoli”.