(t. ve.) DAL PUNTO DI VISTA della notizia, il maggior rilievo viene sicuramente dal fatto che a contendersi il voto politico nel “collegio”, potrebbero essere due primedonne, al femminile: Maria Elena Boschi e Barbara Saltamartini. Seppure nel proporzionale e nell’uninominale. La conferma a stretto giro di ore, visto che la rissa per la definitiva compilazione delle liste è agli spasmi finali. Unico non pervenuto, il movimento 5stelle. Luigi Di Maio afferma che deve essere così, se chiarisse – non all’informazione per carità, ma ai suoi aderenti, tanto per evitare sospetti e tacitare le malelingue e i protestanti – anche il perché…

Barbara Saltamartini con Matteo Salvini

La prima, Maria Elena Boschi, è renziana osservante che più stretta non si può, al punto di immolarsi sull’altare della dea “Etruria”; l’altra, Barbara Saltamartini è un po’ vagabonda, estrazione An, Pdl, alfaniana, meloniana, infine salviniana, unica lumbard romana rappresentante della Lega nelle istituzioni. Sono le ultimissime dal fronte composizione delle liste, comunque da non considerarsi definitive. Non pochi i rimasti a piedi dopo che ancora ieri si diceva avessero staccato il ticket dell’autobus che conduce al 4 marzo. Ed anche il contrario sul fronte recuperi.

L’altra “sorpresa” – perché come tale deve considerarsi anche la candidatura della Boschi – viene dallo stesso Pd, che all’uninominale candida Aldo Cerroni, in una sorta di schizofrenia elettorale. Contendente nella consultazione amministrativa anticipata di Guidonia Montecelio a capo di un “cartello” di liste civiche soltanto sette mesi fa, la ripetuta offerta di un “cavaliere bianco”, un candidato-sindaco fuori sede a concludere la lunga trattativa per allearsi con i democrat, alla fine accusato di essere responsabile della sconfitta a vantaggio del movimento 5stelle. Oggi Cerroni si trova (consenziente naturalmente) a capeggiare proprio la formazione che lo criticava.

Le tre candidature hanno creato un autentico sommovimento nello schema “4 croci” imposto dalla legge elettorale, un meccanismo davvero infernale. Cosicché Maria Elena Boschi, in lista anche a Bolzano, sarà nel proporzionale per la Camera dei deputati (8 nomi ogni partito) seguita da un altro (sembra) big dei democrat, con un per niente raggiante Emanuele Di Silvio – convinto di costituire l’unica espressione del territorio – trasferito al quarto step al seguito della Boschi per far posto ad Aldo Cerroni nell’uninominale.

La sottosegretaria Maria Elena Boschi

la presidenza della Regione Lazio Sergio Pirozzi contrapposto a Stefano Parisi nello stesso bacino elettorale

A destra, l’arrivo della Saltamartini tarpa le ambizioni degli aspiranti di tutta la coalizione, a cominciare da Stefano Sassano. Il quale covava in animo l’ambizione (de)coubertiniana di partecipare per vincere. Fino a questo momento non se n’è fatto niente. Piuttosto, l’interesse è rivolto all’effetto-Lega sulla coalizione berlusco-melo-salviniana in quest’area, ovvero quanto l’esponente lumbard riuscirà ad aggregare. Non solo dal tradizionale serbatoio di riferimento ma anche dal miscuglio di liste civiche di osservanza cerroniana. Infatti, è abbastanza inverosimile che destri-destri come Mauro Lombardo e Gianluigi Marini possano sostenere il federatore Aldo Cerroni nella sua rotta su Matteo Renzi.

Non è tutto qui. Perché il mancato ritiro  di Sergio Pirozzi, comporterà quantomeno disagi nelle fila dei sostenitori. Va messo in conto che la consigliera comunale di Salvini è stata l’organizzatrice dell’incontro dell’altro fine settimana a Guidonia Montecelio del sindaco di Amatrice. C’è curiosità per vedere quali contrasti comporterà la designazione della trimurti di Stefano Parisi al vertice della Regione Lazio proprio in alternativa alla candidatura dello “scarpone”.