di TOMMASO VERGA
OLTRE A RAPPRESENTARE la prima «sottrazione» sui 76 milioni stanziati dalla Regione Lazio per la realizzazione, con la fine di febbraio dalla Asl è stato deciso il «via» al progetto propriamente detto: la costruzione.
A darne conferma la posa della «prima pietra». Anzi, no, è il contrario. Per illustrare, si tratta di buchi nel terreno. E per quanto possa apparire contraddittorio, l’effetto che si ottiene dalle azioni togli-metti è esattamente identico. Il risultato pratico è di grande rilevanza (e di risposta alle aspettative di scettici e miscredenti): sono cominciati i lavori per la costruzione del nuovo ospedale tiburtino in via Cesurni (nella foto in alto). La delibera della direzione generale della Asl Rm5, firmata da Giorgio Santonocito e dall’equipe di vertice, è del 27 febbraio. Oggetto, appunto: «Nuovo ospedale tiburtino, affidamento indagìni geologiche, geognostiche e geofisiche preliminari».

Ferdinando Ferone

Giuseppe Gugliuzza

Da quanto si capisce immediatamente, dal documento si ricavano i nomi dei soggetti designati a fornire le opere preliminari e indispensabili per il decollo dell’opera: Giuseppe Gugliuzza è il geologo con specifica conoscenza dei sinkhole (malattia incurabile della pianura tiburtina); sarà lui a occuparsi dei buchi nel terreno (e a fare i conti con i molteplici zampilli provenienti dalle sorgenti di acqua solfurea). Siciliano, tifoso della Juventus e di Claudio Borghi – il leghista dei minibot –, Gugliuzza non sembra avere in somma simpatia Giuseppe Conte. Orientamenti che non gli impediranno di lavorare nel pieno della attese di quanti vogliono l’ospedale di pianura. Il nome di Giuseppe Gugliuzza, il geologo, è stato fornito dal Mepa (il Mercato elettronico della pubblica amministrazione), 8.500 euro il compenso, più Iva e oneri previdenziali, per un totale di 10.784,80 euro.
Dopo aver confezionato la relazione sullo stato geologico dei luoghi, Giuseppe Gugliuzza lascerà il campo libero allo «studio Ingegneria naturale» dell’ingegner Ferdinando Ferone di Valmontone (sicuramente non è stato scelto perché «interno» al perimetro della Rm5) al quale toccherà fornire alla Roma5 lo studio di fattibilità.
Nel curriculum dell’ingegner Ferdinando Ferone, è prevalente la destinazione abitativa delle sue progettazioni. Salvo un intervento sul «Parodi Delfino», il nosocomio di Colleferro.
Per entrambi, una indicazione-suggerimento preliminare: il nuovo ospedale sarà costruito in via Cesurni, a Tivoli Terme e non a Bagni di Tivoli come deliberato dalla direzione generale della Asl, Bagni di Tivoli (purtroppo) non esiste più. Da una ventina d’anni. Trattandosi oltretutto di una zona classificabile allo stato sui generis, va scongiurato il rischio che il «navigatore» li trasferisca chissà dove.