di TOMMASO VERGA
IL CALENDARIO SEGNAVA 24 maggio 2012. Giuseppe Pecoraro prefetto-commissario delegato al superamento dell’emergenza ambientale (leggi rifiuti) a Roma, si dimetteva dall’incarico. La sua decisione di utilizzare le due cave di Corcolle-San Vittorino (per sostituire Malagrotta, che, già al colmo, sarebbe stata chiusa un anno dopo dal sindaco Ignazio Marino) non venne sostenuta dal governo nonostante la solidarietà espressa dal presidente del Consiglio Mario Monti e da Paola Severino, ministra della Giustizia. Contrari, i titolari dei Beni culturali Lorenzo Ornaghi, e dell’Ambiente Corrado Clini (corsi e ricorsi: secondo il quale la scelta alternativa a Malagrotta sarebbe dovuta essere monte Carnevale, il sito prescelto oggi da Virginia Raggi, sindaca di Roma).
Ora, a distanza di poco meno di un decennio, il Tar del Lazio ha condannato la scelta di Corcolle. Dopo un reclamo del sindaco di Tivoli e di alcuni cittadini. Nel 2012, anno del ricorso, a Palazzo San Bernardino sedeva per la seconda volta Sandro Gallotti (Forza Italia) eletto al ballottaggio del marzo 2010. Il

La trattativa Gallotti-Deodati per l’impianto a Colle Cesarano (e il vincolo a difesa di Villa Adriana di Giuseppe Proietti)

Il ricorso contro la decisione di Pecoraro fu, per Gallotti, una sorta di catarsi. Perché, nella prima esperienza da sindaco, il personaggio fu sul punto di definire il cambio di destinazione d’uso dei terreni agricoli prospicienti Villa Adriana. Interlocutore del sindaco-cartaio, Angelo Deodati, rappresentante all’epoca della discarica dell’Inviolata, a Guidnia Montecelio. intenzionato a realizzare un impianto per i rifiuti a Colle Cesarano, davanti alla Villa di Adriano. La trattativa tra sindaco e imprenditore (residente,  tra l’altro, proprio nel quartiere di villa Adriana), venne descritta da hinterland. La pubblicazione della notizia captò l’attenzione di Giuseppe Proietti, al tempo direttore generale del Mibact, che appose un vincolo di rispetto dell’area della Villa. E, perlomeno quel capitolo, si chiuse lì.
Per riaprirsi anni dopo, nel 2012 appunto, con la discarica di immondizia a Corcolle-San Vittorino. A due chilometri dalla residenza imperiale, patrimonio dell’Unesco. Ennesimo capitolo della passione dei rifiutisti per l’archeologia: è così per Tarquinia (nella patria degli etruschi la «A2A» vorrebbe installare un termovalorizzatore), su Guidonia Montecelio Manlio Cerroni protesta da tempo perché all’Inviolata – dove un «tombarolo» trovò la poi recuperata Triade capitolina –, il suo impianto Tmb (pure collaudato) non può funzionare visto che è sotto sequestro.

LE AREE BIANCHE DI VIRGINIA RAGGI
TRA UN RINVIO E L’ALTRO troviamo la sindaca Virginia Raggi. Che nelle «aree bianche» graficizzate nella mappa prodotta dalla Città metropolitana di Roma a maggio del 2017, inserì ancora una volta le due cave residuali di Corcolle-San Vittorino. Indicazione che provocò accese proteste a Tivoli compresa la convocazione di un Consiglio comunale straordinario.

Sulla discarica di Corcolle, la storia riferisce che il sindaco Sandro Gallotti contestò il progetto senza mezzi termini; insieme con alcuni cittadini di Tivoli. Tutti rappresentati e difesi dall’avvocato Ignazio Tranquilli.
In sintesi, i motivi del ricorso: il commissario «ha individuato, quali aree per la progettazione e realizzazione di due discariche provvisorie, i siti di Corcolle-San Vittorino e di Riano-Quadro Alto, per assorbire i rifiuti prodotti dai Comuni di Roma, Ciampino, Fiumicino e dalla Città del Vaticano, in un arco temporale di 36 mesi, senza considerare i costi inestimabili a carico dell’ambiente, anche in termini di salute, o del patrimonio culturale circostante la discarica».
Di qui, la chiamata in giudizio di: 1) Prefetto di Roma – Commissario delegato al superamento emergenza ambientale Roma e provincia; presidenza del Consiglio dei ministri; ministero dell’Economia e delle finanze; Protezione civile dipartimento;  2) Regione Lazio;  3) Provincia di Roma; 4) Roma Capitale. Inoltre, «Brixia Verwaltungs Ag», società svizzera con sede in Coiro, capitale del Cantone dei Grigioni; «Società Ecologia Corcolle arl».

Dal Mibact alla Provincia all’Autorità di bacino del Tevere, tutte contrarie le osservazioni in sede di conferenza di servizi

Preliminarmente (…) «il dissenso di molteplici pareri espressi dai rappresentanti delle diverse Autorità presenti riguardo alla collocazione dell’intervento in detta area sotto i diversi profili ambientale, urbanistico, paesaggistico, archeologico, di sanità pubblica e privata».
IL MIBACT – Innanzitutto il Mibact, presente alla conferenza di servizi con un rappresentante unitario della Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici, della Soprintendenza speciale per i Beni archeologici di Roma e della Soprintendenza speciale per i Beni archeologici del Lazio, ha espresso il parere congiunto negativo, atteso che «l’ambito territoriale in cui ricade l’intervento rilevando la valenza archeologica del sito dal punto di vista paesaggistico in quanto ubicato in prossimità dell’area archeologica di Villa Adriana e compreso tra le cittadine di Tivoli e Palestrina» ed ha evidenziato altresì il vincolo idrogeologico gravante sull’area interessata per l’attraversamento di numerosi corsi d’acqua pubblica.
Ne consegue che «dal punto di vista morfologico, le operazioni previste nel progetto sono in pieno contrasto con i vincoli esistenti e che gli impianti necessari al funzionamento della discarica sono in contrasto con qualsivoglia operazione di recupero paesaggistico, così come in contrasto con i vincoli già citati sono le strade di nuova realizzazione e l’ampliamento della viabilità esistente, e pertanto il parere non può che essere negativo». Quindi, «è assolutamente improprio consentire un intervento lesivo di un patrimonio culturale e paesaggistico a valenza universale, annoverato tra i siti Unesco, e, come tale, oggetto di un accordo internazionale che obbliga lo Stato Italiano alla tutela ed alla conservazione».

«Interpretazione» dello stato dei luoghi Corcolle-San VIttorino

L’AUTORITA’ DI BACINO DEL FIUME TEVERE – Anche il rappresentante dell’Autorità di bacino del fiume Tevere in seno alla conferenza ha preannunciato il proprio «parere negativo in quanto il progetto preliminare esaminato non è conforme alla vigente pianificazione di bacino/distretto idrografico e non contiene una adeguata valutazione dei rischi di impatto sulle acque superficiali e sotterranee», con la precisazione che «il quadro della pianificazione di bacino/distretto idrografico depone per una riconsiderazione dell’ubicazione del sito ove realizzare la discarica».
Inoltre, l’Autorità ha smentito l’esito delle prove in situ sulla permeabilità dell’area, dichiarato dai consulenti del Commissario straordinario, rilevando invece che «la barriera geologica naturale risulta estremamente ridotta e caratterizzata da una permeabilità non conforme ai requisiti di legge». L’Autorità ha espresso un complesso parere negativo rilevando che «il quadro della pianificazione di bacino/distretto idrografico depone per una riconsiderazione dell’ubicazione del sito ove realizzare la discarica».
LA PROVINCIA DI ROMA – Dello stesso avviso è stato anche il rappresentante della Provincia di Roma che ha preannunciato in conferenza di servizi il «parere negativo alla localizzazione del sito di discarica provvisoria in S. Vittorino Corcolle alla luce di quanto stabilito dal D.Lgs. n. 36/2003 con particolare riferimento alle tematiche relative all’ubicazione del sito, al controllo delle acque e gestione del percolato, alla protezione del terreno e delle acque ed alla stabilità degli attuali fronti di cava, nonché alla luce di quanto stabilito dagli artt. 25 e 27 del Piano territoriale provinciale generale (Ptpg)», meglio specificando nell’accluso parere scritto sugli aspetti di criticità alla localizzazione del sito di discarica, tenuto anche conto della presenza nell’area interessata dei fossi di acqua pubblica e della necessità di tener conto della fasce di rispetto ex art. 142, comma 1, lett. e), d.lgs. n. 42/2004.
Un coro di no come si vede. Non bastasse, gli elaborati cartografici della Regione Lazio «risultano predisposti in una scala diversa da quella utilizzata dalla cartografia di riferimento», rilevando pertanto la denunciata contraddittorietà.

A Corcolle «omessa valutazione dei profili vincolistici e di tutela ambientale, culturale-architettonica e paesaggistica»

L’altra «mappa» di Virginia Raggi; il Messaggero del 6 dicembre 2019 (non via Casalina ma via Casilina)


«In virtù di tutto quanto sopra – concludono i giudici –, in accoglimento delle predette censure, si evidenzia che la omessa valutazione dei profili vincolistici e di tutela ambientale, culturale-architettonica e paesaggistica rilevanti per la collocazione dell’intervento nella predetta area emerge nella fase procedurale istruttoria del decreto commissariale impugnato per la mancata considerazione degli elementi di rilievo nella relazione tecnica, parte integrante dello stesso; ne consegue la illegittimità del decreto commissariale impugnato e in via derivata del consequenziale decreto di occupazione temporanea che, pertanto, vanno annullati».
«P.Q.M.» Per questi motivi: è accolto il ricorso del Comune di Tivoli contro «il decreto del Commissario delegato del 24.10.2011, prot. n. 208625 e del Commissario delegato del 29.11.2011, prot. n. 231179 di occupazione temporanea, con conseguente annullamento di tali atti».

La multiproduzione delle «mappe per discariche» e i galloni della sconfitta per la Città metropolitana della sindaca Virginia Raggi

La vicenda discarica Corcolle-San Vittorino si sarebbe dovuta chiudere qui, con la sentenza pubblicata il 31 marzo 2020.
Invece c’è ben altro: l’indicazione della discarica deve essere revocata da un atto. Ufficiale. Firmato da Virginia Raggi, sindaca della Città metropolitana di Roma, altro «attore» della controversia. Paradossalmente a favore dell’impianto a Corcolle nonostante che l’ente predecessore – la Provincia di Roma – si fosse dichiarato contrario all’insediamento nella conferenza dei servizi.
Infatti, in un ininterrotto ping-pong iniziato già all’indomani della elezione, Virginia Raggi ha continuato a sostenere il principio che «i rifiuti di Roma debbono essere smaltiti in impianti da costruire nella provincia. La capitale non può ospitare discariche né Tmb» (termovalorizzatori? ni, forse..). Una «linea politica» applicata dalla Città metropolitana. La quale, dopo la «mappa» del 2017 e le risposte dei sindaci (che avevano 60 giorni di tempo per esaminare l’elaborato), tutti contro la filosofia della sindaca, ha pubblicato una seconda mappa a inizio dicembre 2019. Indicando 7 siti con il dettaglio delle due cave di Corcolle-San Vittorino.
Così, dopo la sentenza del Tar, Virginia Raggi s’è conquistata i galloni della sconfitta.