di TOMMASO VERGA
LA VACCINAZIONE ANTINFLUENZALE diventa obbligatoria per gli ultrasessantacinquenni: «La nostra scelta di introdurre nel Lazio il vaccino per gli over 65 e le altre categorie a rischio – ha puntualizzato Nicola Zingaretti – ci permetterà, nel caso probabile di ritorno dell’epidemia, di non confondere gli affetti da virus con quelli vittime di una normale influenza». Altri impegni annunciati dal presidente della giunta regionale: da lunedì, con la riapertura delle librerie, gli avventori dovranno provvedersi di guanti e mascherine; meno immediata invece l’azione delle Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) e l’individuazione di duemila posti negli alberghi per i pazienti Covid 19: «Lo scopo è quello di tornare alla funzionalità piena della rete ospedaliera».
A seguire, i test sierologici: «Abbiamo intenzione di estendere a una platea iniziale di 300 mila persone i test di sieroprevalenza, prioritariamente al personale sanitario, le Rsa, e le forze dell’ordine. Si tratta di blocchi molto importanti ed è un intervento calendarizzato nei prossimi giorni una volta che partiranno le metodologie a livello nazionale». Da ultimo – la riscoperta del territorio si direbbe –, il reclutamento di 580 infermieri, uno ogni 10 mila abitanti, per migliorare l’assistenza domiciliare.
Roba di poco conto, a scatenare la reazione contraria di Davide Barillari (che deve la sua fortuna politica proprio alla «filosofia no-vax») l’obbligo della vaccinazione antinfluenzale. Le motivazioni contenute in un post chilometro su Facebook. Dal titolo: «E riecco i fanta-vax allo sbaraglio!».
Un’intemerata nella quale Davide Barillari non mette in discussione le caratteristiche della decisione (non poco opinabile quell’over 65 che sostanzialmente Zingaretti identifica come «campione» dell’intervento); e neppure la distinzione tra influenza e virus (sicuramente appropriata alla fase e alla tutela delle persone). Il tuttora 5stelle – sotto esame la richiesta di espulsione avanzata dal gruppo consiliare della Regione Lazio al collegio dei probiviri del movimento; lunga 17 pagine la propria autodifesa – nella circostanza abbrevia le accuse riducendo tutto all’«antinfluenzale Covid 19». Che, è noto, occupa le teorie e gli studiosi nei laboratori di ricerca di mezzo mondo senza trovare ancora conferma da nessuna parte.
Si potrebbe liquidare il tutto come «errore grossolano» se non si riconoscesse a Barillari l’attenzione e lo scrupolo messi a punto nelle cose che esprime. Mentre invece è probabile che nella circostanza abbia preferito utilizzare la scorciatoia della vis polemica per richiamare i fedeli all’ennesima battaglia antivax. Contro il vaccino. Quale che sia. A farne le spese, l’antinfluenzale in uso negli studi dei medici di famiglia.
Così gli ha scritto un lettore, avvertendolo dell’errore e precisando appunto che il vaccino antinfluenzale nulla aveva a che vedere con quello antivirus.

Davide Barillari

Un guaio. Perché a raffica si sono scatenati i barillieri, sfoggiando insulti e contumelie – qualcuno, c’è da scommettere, ne risponderà: non su Facebook –. Mettendo insieme la politica, Zingaretti, il dileggio, le confessioni di fede, il ruola di big farma, che muove le sue pedine sostenuta da qualche politico. E’ quel che pensa l’«autore»: «Il vaccino lo produrrà lo Stato italiano – scrive Barillari –, oppure facciamo un altro enorme regalo agli azionisti di qualche multinazionale farmaceutica privata (magari proprio la Advent-Irbm)?».
Da qui ai periodi iniziali del post, per rendere compiutamente l’idea del contenuto (e del resto):
«Non è ancora pronto un vaccino – scrive Barillari –, non lo hanno nemmeno testato (lo faranno sui militari?), e già gli ipervaccinisti ordinano di renderlo obbligatorio per gli anziani (se non lo fai: non puoi entrare al centro anziani) e per il personale sanitario (se non lo fai: sei sospeso dal lavoro).
«Nicolino Zingaretti in persona garantisce che questo vaccino sarà assolutamente sicuro, senza reazioni avverse o danni gravi, e soprattutto efficace su un virus che a settembre sarà già mutato?
«Senza che nel Lazio esista un sistema di vaccinovigilanza attiva per valutarne tutti gli effetti?
«Senza nemmeno sapere se stiamo inoculando un vaccino a persone che hanno già sviluppato in questi mesi un’immunità e senza nemmeno poi monitorarne le complicanze, in alcuni casi anche gravi ? (la legge 210/92 è ancora in vigore)».