Paola De Dominicis, capogruppo Pd a Guidonia Montecelio

di TOMMASO VERGA
SE PAOLA DE DOMINICIS, capogruppo Pd nel Consiglio comunale di Guidonia Montecelio, non avesse diffidato Egidio Santamaria, dirigente municipale del settore, la «partita polizze fideiussorie» sulle cave di travertino navigherebbe oggi nella illegalità più totale. Con conseguenze inimmaginabili per il settore e i suoi rappresentanti, a cominciare dal ricevimento degli avvisi di garanzia prodromici del procedimento penale. Perché sicuramente le aziende si sarebbero fidate – «se lo dice il Comune…» – dando seguito all’«invito» del 1° settembre così suddividendo il perimetro di cava per «spacchettare» l’importo dei premi assicurativi.
Ebbene, stando alla legge, non l’avrebbero potuto fare. Altrimenti la giunta regionale il 29 settembre non avrebbe approvato la delibera favorevole.
A memoria di chi legge, l’invito del Comune era stato respinto dalla “diffida” di Paola De Dominicis, «non potete spacchettare le polizze fideiussorie sulle cave» il senso (a lamentarsi dell’iniziativa Filippo Lippiello e Francesco Maria Dandini de Sylva in una «intervista»: ora chiederanno scusa?). L’atto della consigliera dem, dopo essere stato ridotto a quesito interpretativo, è stato “girato” da Santamaria alla Pisana – «ditemi voi, si può? sì o non?» –, sortendo una conclusione inaspettata: la modifica della legge regionale sulle cave.
Di contro, se fosse stata accettata la posizione iniziale del Santamaria, di accettazione delle richieste dei padroni, gli effetti e i risultati si sarebbe misurati con il codice penale. Lo prova il protocollo 0067546 a firma del dirigente, indirizzato il 1° settembre ad alcune cave di travertino («Elt spa»; «Anna Giansanti spa», «CM Caucci Mario ITR spa», «Str spa», «G. Poggi srl, «Fratelli Poggi spa», «Travertini Caucci spa», «F.lli Pacifici spa», «Travertino Morelli srl», «Degemar cave srl», «Travertino Conversi srl», «Coresi F. & Figli srl», «G.B. Travertini Marmi & Graniti srl», «Travertini Pirandola srl», «Btr srl», «Travertini Paradiso srl», «Cimep srl»), nel quale si legge: «in riscontro alle richieste pervenute presso codesto ufficio da alcune società destinatarie della presente, comunichiamo di poter accettare la suddivisione in aree del perimetro di cava, al fine di stipulare più polizze fideiussorie a garanzia della copertura completa dell’autorizzazione, e di poter accettare le condizioni espresse». In sostanza, lo «spacchettamento». Che se fosse stato ammissibile, ovviamente non avrebbe richiesto, come avvenuto, la delibera di giunta del 29 settembre.
I MIRACOLI DI SANTAMARIA E SPERANDIO. Tutto ciò per effetto non di una qualche bizzarra volontà dei dirigenti dell’area (c’è persino chi chiederebbe miracoli a Santamaria e Sperandio perché osservino il Credo) ma per le scelte del sindaco Michel Barbet e della minimaggioranza ex 5stelle ormai assuefatta all’inchino richiesto dai padroni delle cave. Tanto da far pensare che il monocolore grillino sia divenuto un bicolore (anche se i cavatori lamentano «tante falsità» sul mondo delle cave; «più di qualche strumentalizzazione»; un «clima di sospetto» e altre geremiadi). Trait d’union, l’assessora alle Cave Elisa Strani e i suoi paggetti.
ED ERA UN GIORNO CHE… 29 settembre, delibera dal titolo «Approvazione dei criteri generali per la prestazione delle garanzie finanziarie conseguenti al rilascio delle autorizzazioni all’esercizio delle cave ai sensi della LR 17/2004». Come detto, si tratta di una delibera di giunta. Che dovrebbe essere approvata dal Consiglio prima della pubblicazione sul Burl, a meno che nel Lazio modificare una legge non richieda diverse procedure. Nel caso, una delibera di giunta manipola una legge….
Non poche le curiosità riportate nell’atto. Che vede Flaminia Tosini dirigente di Politiche ambientali e ciclo dei rifiuti quale «Struttura proponente» (legittimo chiedersi cosa c’entrino con le polizze fideiussorie), mentre Paolo Orneli regge l’«Assessorato proponente» Sviluppo economico, commercio, artigianato, ricerca, start-up e innovazione».
Da quello che appare si direbbe che la giunta regionale il 29 settembre avesse all’ordine del giorno la definizione del prezziario dei materiali da trasportare necessari alle opere edili e alla sistemazione aree a verde e impianti sportivi. Questioni probabilmente risalenti al «Collegato al bilancio 2020, le misure per sviluppo e semplificazione». Alla giunta non dev’essere pesato «imbucare» le polizze fideiussorie. Specie dopo il quesito con i chiarimenti richiesti dal Comune di Guidonia.
LA CONSULENZA DEL CVTR. In un comma della delibera si legge: «Vista la nota del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Provveditorato Interregionale per le opere pubbliche per il Lazio, l’Abruzzo e la Sardegna protocollo Registro Ufficiale 24821 del 28/07/2020, inviata per conoscenza alla scrivente Direzione dal “Centro per la Valorizzazione del Travertino Romano S.r.l.”, acquisito prot. R.L. n. 686162 del 30/07/2020, nella quale viene riconosciuta la congruità del prezzo proposto ai fini dell’inserimento di tale prezzo nella Tariffa Prezzi della Regione Lazio una nuova voce di prezzo specificatamente riferita al recupero ambientale delle cave».

Flaminia Tosini

L’ONNIPRESENTE FLAMINIA TOSINI. Nella proposta di delibera (nel documento finale sul Burl, salvo quelli degli assessori, altri nomi non appaiono), si nota il riproporsi ovunque di Flaminia Tosini. In qualità di «estensore», di «responsabile del procedimento», «il direttore regionale». Tre posti tre incarichi. C’è carenza di personale in Regione Lazio. Oppure indice di un interesse straordinario per la materia e per i luoghi nei quali le fideiussioni hanno contrassegnato il periodo (un problema che nel resto del Lazio non s’è posto).
Nell’area tiburtina, Flaminia Tosini non appare soltanto per i benestare sull’Inviolata e per l’impianto Tmb di Manlio Cerroni. La sua firma risulta anche nel travertino.
La memoria corre al 21 febbraio 2020, al sopralluogo presso la «Str spa», la cava del gruppo di Filippo Lippiello. La cui domanda di rinnovo d’un’autorizzazione era stata respinta dalla stessa Tosini il 5 ottobre 2018.
Conclusa l’ispezione, il dirigente Santamaria verbalizza che «l’azienda manca di polizza fideiussoria dal 29 ottobre 2019 a causa del fallimento della Alpha insurance A/s, ed al momento non è stata definita ancora nuova polizza».
Si legge a firma di Flaminia Tosini: «Su questo aspetto la Regione non ritiene di dover intervenire, in quanto l’art. 16 è unicamente riferito alla verifica delle opere realizzate rispetto a quelle prevista ovvero delle attività di cantiere, per tanto l’aspetto della polizza sarà oggetto di composizione tra il Comune e la società stessa». In sostanza, la Regione Lazio sulle fideiussioni non c’entra, la questione rientra nei compiti del Comune. Non c’entra al punto che la delibera approvata il 29 settembre vede Flaminia Tosini indossare gli abiti di «estensore», «responsabile del procedimento» e «direttore regionale». Nessuna traccia di Paolo Orneli.
IN FINE, LO «SCOPERTO». A non battere ciglio, evitando di apparire e di esporsi in pubblico nella fase delle cave di travertino, in tutto questo periodo, è stato il sindaco di Guidonia Montecelio. Che probabilmente avrebbe dovuto rispondere prima di tutto alle domande sulle modifiche avvenute nel governo della città. E sullo stato delle finanze, delle entrate in particolare, sul debito-monstre arretrato non modificato di un euro nonostante le facilitazioni sulla rateizzazione. Da ultimo: che farà Michel Barbet sulle fideiussioni evase o garantite dalle polizze fideiussorie false e/o contraffatte?