di GIULIANO GIRLANDO
C’E’ ANCORA TEMPO PER INVERTIRE LA ROTTA? Nell’ambito del dibattito politico locale è possibile ricavare uno spazio per un programma ambizioso sulla cultura? L’interrogativo è indispensabile semplicemente osservando lo stato delle cose. Nonostante si abbia due patrimoni dell’Unesco come Villa d’Este e Villa Adriana, un importante Santuario romano, un bene del Fai come Villa Gregoriana. Tirando una conclusione, verrebbe da dire che Tivoli è come uno studente modello che non si applica abbastanza o forse per nulla.
Facciamo qualche passo indietro, fino al 2017.
Dentro la stampa locale a firma di Anna Laura Consalvi si metteva in risalto come l’amministrazione Proietti stava lavorando ad un dossier per «far valere alla città il titolo, ambito, di “Tivoli Capitale italiana della Cultura” 2020. Una candidatura che arriva da parte di un’amministrazione comunale che ha fatto della cultura uno dei temi portanti della campagna elettorale prima e dell’attività di governo poi e che oggi culmina in questa corsa che vede la Città dell’Arte contendersi il titolo, unica nella regione Lazio, assieme ad altri 45 centri, sparsi in tutto il Bel Paese, dalla Campania alla Puglia passando per la Sicilia».
Invece è finita lì, così. Accompagnata dalla silenziosa, muta esibizione di Along Came Jazz, la manifestazione che per quasi vent’anni ha trasportato la città per il mondo e i maggiori jazzisti del mondo in città. Ora, a dire il vero, l’unico encomio va dato alla Tibur Film Commission, che ha fatto in modo di utilizzare Tivoli e le sue particolarità per importanti progetti cinematografici, sino a farla diventare un grande set per il cinema. Basta ricordare solo la produzione della serie tv dei Medici, la storia di Leonardo, il Divin Codino per citarne qualcuna e a quanto pare non ci si arresta qui.
Il punto è se vogliamo e possiamo essere ambiziosi e pensare di lanciare un comitato per la candidatura di «Tivoli Capitale italiana della Cultura», idea che sta raccogliendo un discreto successo dopo che è stata eletta l’isola di Procida come capitale italiana del 2020.
Andrea Bruciati, il direttore di «Villae» – Villa d’Este, Villa Adriana, il Santuario di Ercole vincitore – si è già dichiarato disponibile a sostenere un progetto così ambizioso in attesa che dall’amministrazione comunale possa partire una idea o un confronto, ci si augura che uomini politici e di cultura di buona volontà di questa città possano trovare il modo di sedersi a tavolino e cominciare a progettare seriamente il divenire di «Tivoli Capitale italiana della Cultura» 2023.
Un comitato per Tivoli candidata «Capitale italiana della Cultura» 2023
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