Il Coordinamento dei Comitati Rifiuti-Energia del Lazio ha indetto un’Assemblea aperta per il prossimo aprile, per pianificare azioni che rilancino la presenza sui territori, finiti sotto la minaccia congiunta dei partiti politici, degli imprenditori d’assalto, degli amministratori collusi

Dal Coordinamento riceviamo e pubblichiamo
IL GIORNO SEGUENTE GLI ARRESTI importanti della figura apicale dell’Area Rifiuti della Regione Lazio, Flaminia Tosini, e di un imprenditore d’assalto, Valter Lozza, impegnato nello stesso settore ed in predicato di essere l’astro nascente in sostituzione dell’ex monopolista dei rifiuti, Manlio Cerroni, la situazione della Regione Lazio appare quanto mai confusa, con curiosi apprezzamenti per la dirigente defenestrata dai magistrati romani ed i consueti balletti garantisti dei vari partiti, tutti in qualche modo coinvolti nella malagestione del settore incriminato.

L’andamento della raccolta differenziata a Roma

E’ alla Tosini che la politica ha affidato la supervisione della redazione del nuovo Piano rifiuti della Regione Lazio, condizionato dalle sue criticabili valutazioni sui fabbisogni impiantistici, che ha visto individuare in Colleferro e nel suo previsto mega-compound, il perno centrale del Piano e della politica “consortile” regionale.
Ma, a ben guardare – e nell’Ordinanza d’arresto per i due inquisiti è ben esplicitato – il ruolo riservato dalla Giunta Zingaretti alla Tosini è ben al di là dell’Area Rifiuti. In lei si concentrava un potere immenso, che va dalle cave alle bonifiche, dalla qualità dell’aria alle Valutazioni d’impatto ambientale ed oltre, con ben otto uffici regionali alle sue dipendenze, tanto da farla apparire il vero e proprio “braccio armato” dell’Amministrazione del Lazio, grazie anche alla insussistente terzietà che la struttura tecnica, da lei diretta, esprimeva.
E’ da ricordare, ovviamente, che anche chi l’ha preceduta nella gestione del fondamentale settore dei rifiuti regionali, è stato più volte inquisito ed arrestato dalla Procura romana. Se a ciò aggiungiamo gli arresti, le dimissioni, le inchieste che hanno toccato pesantemente anche l’AMA capitolina ed altri imprenditori, possiamo accorgerci di quanti interessi transitino per questo ramo d’attività e di come sia facile, per alcuni, sporcarsi le mani nella “marmellata” sostanziosa e talvolta scottarsi le dita nell’infuocata concorrenza a suon di milioni di euro.

Revoca monte Carnevale, per Virginia Roma non può ospitare impianti per i rifiuti; in alto, le due linee del TMB di Guidonia Montecelio: al servizio di Roma

Chi da anni lotta sui vari territori, a difesa della qualità ambientale e della vita collettiva e contro il profitto individuale, conosce bene l’arroganza e la disinvoltura degli uffici regionali, soprattutto nell’ambito dei rifiuti. Roma, che fa una risibile raccolta differenziata ed ha pochi impianti funzionanti, scarica quotidianamente la sua immondizia sui territori contermini, come la Valle del Sacco, il Frusinate, Aprilia, Guidonia (in vista dell’apertura del rinnovato TMB nel Parco dell’Inviolata), Albano Laziale (con catastrofiche previsioni per discarica ed impianto TMB, che si sta tentando trasformare con procedure incredibili in un mega digestore anaerobico), Civitavecchia, ma anche fuori regione e pure all’estero, con costi altissimi che si riverberano sulle bollette dei poco responsabili consumatori.
Al vertice di questa politica dei rifiuti ci sono partiti, amministratori ed imprenditori che utilizzano temporanee professionalità (Fegatelli, Tosini, Zaghis o altri ancora) per formulare fantomatici Piani Rifiuti ed autorizzare impianti nocivi, inutili, impattanti, spesso illegittimi, sulle aree di campagna del Lazio, accanto a borghi e cittadine che ricevono e sopportano il peso dell’inefficienza romana grazie a facili accordi di collusione, corruzione, compromissione. A tutto ciò va data risposta decisa, forte e definitiva da parte dei comitati, delle associazioni locali, a partire proprie dalle “periferie della città”, facendola finita con la malagestione e con l’aggressione ai territori.
Il Coordinamento dei Comitati Rifiuti-Energia del Lazio ha per questo indetto un’Assemblea aperta per il prossimo aprile, per pianificare azioni che rilancino la presenza su tali territori, finiti sotto la minaccia congiunta dei partiti politici, degli imprenditori d’assalto, degli amministratori collusi.

Zingaretti sospenda tutti gli iter dei processi autorizzativi in corso per rivisitare procedimenti, pareri e disposizioni

La «Mad», discarica di Valter Lozza a Civitavecchia, in località Fosso Crepacuore

Da Comitato S.O.L.E., Forum Ambientalista, No al Fossile, Friday’s for Future Civitavecchia, Città Futura, ASD Nessuno Escluso, #mirifiuto, Rete delle Associazioni, Ass. Spazio Solidale, Piazza048, Bio Ambiente Tarquinia, Ass. Centro di Gravità, Voce a chi Lavora riceviamo e pubblichiamo
“ABBIAMO APPRESO dalla stampa della vicenda che ha portato l’ing. Flaminia Tosini, dirigente regionale del Dipartimento Politiche Ambientali e Ciclo Dei Rifiuti della Regione Lazio, e l’imprenditore Valter Lozza, uno dei re dei rifiuti laziali, agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione, concussione e turbata libertà di procedimento di scelta del contraente.
Nell’attesa che la giustizia faccia il suo corso, vista la gravità delle accuse e il quadro desolante dell’istituzione Regione che traspare da quanto riportato dagli atti, non possiamo esimerci da qualche riflessione sulle modalità di gestione delle politiche ambientali nel Lazio, stante anche l’importante incidenza dell’operato della Tosini sul nostro comprensorio.
Infatti risulta inquietante anche la sola ipotesi che un settore cosi delicato, i cui effetti sono tanto importanti per la salute di intere comunità, sia stato gestito secondo un ‘meccanismo criminoso’ che, in spregio del “buon andamento della pubblica amministrazione” ed in totale ‘conflitto d’interesse’ piegava l’interesse collettivo a specifici interessi privati.
Non possiamo non domandarci se lo stesso perverso ‘meccanismo’ non sia stato utilizzato in ogni procedimento autorizzativo degli impianti autorizzati a iosa nel territorio regionale nonostante le tante opposizioni delle comunità insediate e finanche degli enti locali.

I cinque invasi di Cerreto Roccasecca, altra discarica di Valter Lozza

Solo nello specifico del nostro territorio ci chiediamo:
È su tali basi che la discarica di Fosso del Crepacuore è stata trasformata da discarica comprensoriale a discarica a servizio dell’ATO Roma e, successivamente, espropriata alla gestione di HCS ed affidata, senza alcuna evidenza pubblica, alla MAD srl, di cui Valter Lozza è amministratore, per essere subito dopo autorizzata all’ampliamento?
Sono figli di quel meccanismo i 180 giorni di proroga concessi ad A2A s.r.l. in deroga ai termini perentori per la conclusione delle conferenze dei servizi stabiliti dalla normativa vigente sia in tema di Valutazione d’Impatto Ambientale che in materia di conferenze dei servizi? Dipende da tale meccanismo se non si è proceduto alla chiusura della stessa conferenza dei servizi con un provvedimento negativo in forma semplificata dopo la prima riunione dello scorso 30 giugno, dato che la vigente legge regionale sui rifiuti stabilisce il divieto alla realizzazione di nuovi impianti di incenerimento se non specificatamente previsti nel piano?
È figlio di questo meccanismo il tortuoso procedimento che ha portato all’autorizzazione dell’impianto a biogas del Pellicano attivando un nuovo procedimento su un progetto ancora sotto ricorso al TAR o anche qui ha avuto il suo peso quel ‘conflitto d’interessi’ che ha influenzato l’andamento del settore?
Quanto tale ‘meccanismo’ ha contato nel rilascio dei pareri regionali sui vari recenti procedimenti inerenti le centrali termoelettriche o sul procedimento autorizzativo del mega impianto di pescicoltura che si vorrebbe realizzare alla Frasca?
Ed ancora che peso avrà avuto detto ‘meccanismo’ nella predisposizione dell’istruttoria delle disposizioni normative in materia di procedimenti ambientali e di politica dei rifiuti approvate negli ultimi anni?
Quesiti inquietanti che non possono non trovare risposta, motivo per il quale chiediamo alla Regione Lazio e al Presidente Zingaretti di sospendere tutti gli iter autorizzativi in corso e rivisitare tutti i procedimenti, pareri e disposizioni in materia di autorizzazioni ambientali e ciclo dei rifiuti in cui tale ‘meccanismo’ possa aver avuto un ruolo e all’Amministrazione Comunale di farsi portavoce presso la Regione Lazio di tale richiesta.
Regione Lazio che, sia chiaro, non può certo sentirsi scevra di responsabilità per quanto accaduto, non solo per le scelte effettuate e, evidentemente, per lo scarso controllo politico sull’azione amministrativa, ma anche, e soprattutto, perché comitati ed associazioni da sempre hanno segnalato, inascoltati dai rappresentanti istituzionali, importanti discrasie e violazioni procedurali nelle varie questioni che di volta in volta investivano i territori.
Fermo restando che affidiamo alla Magistratura il compito di emettere le sentenze, dinanzi a questo scenario che, se verificato, dà un’immagine pietosa ed inaccettabile della gestione della cosa pubblica ci lasciano molto perplessi e ci sembrano fuori luogo le note di ‘apprezzamento nei confronti della direttrice Tosini’ della Regione Lazio”.