di TOMMASO VERGA
NON APPENA NOMINATO il latore, Michel Barbet s’è fornito di cappotto. A far coppia con il giorno d’esordio, il 3 dicembre, nella stanza di là si annunciava la società di produzione cinematografica “Groenlandia”, rappresentata da Enrico Cerabino che fungeva da organizzatore generale. Oggetto, il Teatro di Colle Largo (per i più giovani: autore l’architetto Mario Boudet).

L’architetto Mario Boudet

Due gli ambiti d’interesse. Del primo beneficiavano i conti che rendono insonni le notti di Barbet, ristorati da un corredo triennale di 90mila euro. «A fronte di tutto quanto previsto nel presente contratto, la Produzione s’impegna a versare alla Proprietà il corrispettivo omnicomprensivo e forfettario annuo di € 30.000,00= (Euro trentamila/00) più IVA (per un totale di € 90.000,00= (Euro novantamila/00) più IVA per l’intero Periodo di durata contrattuale), (…), che sarà corrisposto in rate trimestrali anticipate di eguale importo durante il Periodo, a partire dalla data di sottoscrizione del presente accordo».
Spreco di maiuscole: «Qualora, alla scadenza del Periodo, la Produzione esercitasse l’Opzione Periodo Ulteriore, come di seguito disciplinata al punto 28, la Produzione corrisponderà alla Proprietà un ulteriore corrispettivo da determinarsi in sede di sottoscrizione dell’atto di proroga». Ancora, recita l’editto, per l’«utilizzo del terreno situato in Guidonia Montecelio, di proprietà di questo Ente, denominato ex Cava (ma non era “Teatro degli Eventi”?, ndr) in Loc. Colle Largo, tra Via Romania e Via Gaetano Donizetti per le riprese cinematografiche della serie “Romulus”».
Si corrisponde la locazione per Colle Largo, si corrispondono locazioni per i parchi pubblici… Gli spazi per il tempo libero si direbbe che alla giunta ex grillina stiano proprio sulle scatole.

Il sindaco Michel Barbet con Chiara Amati, assessora all’Urbanistica

L’altro gesto, conseguente, ha appagato la proponente della scelta, Chiara Amati, vicesindaca e assessora all’Urbanistica della città, e il suo dirigente Paolo Cestra. Loro la proposta di sottrarre ai cittadini l’area ora cineriservata di Colle Largo dal 1 febbraio 2021 al 31 gennaio 2024. Si legge nel contratto: «Durante il Periodo il Terreno sarà di esclusivo uso del Produttore, che ne avrà l’accesso esclusivo ed è autorizzato ad accedervi ed utilizzarlo in qualsiasi momento, di giorno e di notte, feriale e/o festivo nel rispetto della normativa in materia di tutela della quiete pubblica». Accesso esclusivo, giorno e notte, feriale e festivo. Colle Largo diventa una borgata, nella quale sarà vietato accedere. Ai residenti, ad altri cittadini, allo stesso sindaco (a meno che non indossi le vestigia di un Gallo avversario di Romulus. Ma perderebbe anche nella finzione).
Unica concessione, «due domeniche di ogni mese» per il motocross, «una porzione del Terreno che sarà opportunamente delimitata con apposite attrezzature (a titolo esemplificativo nastri e paletti)», potrà essere concessa all’associazione ASD Guidonia Enduro School l’accesso a (l’”Area Motocross”), «per consentire lo svolgimento di allenamenti di motocross. «Rimane inteso che l’Area Motocross potrebbe subire delle variazioni nel corso del periodo per eventuali sopraggiunte esigenze del Produttore».
Ma qual è il motivo che sorregge una decisione che nei fatti affida uno spazio libero qualificato – unico in quell’area della città – a un privato per tre anni?
Intanto – scrive Michel Barbet – «nel corso degli anni questa Amministrazione ha già concesso l’uso delle aree in premessa richiamate per lo svolgimento di altre manifestazioni» (ad es.: sportiva dilettanti, esposizione cinofila della durata di tre anni…).
Poi il merchandising: “Considerato poter condividere le finalità perseguite dalla suddetta iniziativa in quanto si configura come attività volta alla promozione di immagine e valorizzazione del territorio; ritenuta la stessa meritevole di accoglimento, anche per le ricadute in termini di visibilità, anche internazionale, del Comune di Guidonia Montecelio”. 

Ambizione già regolamentata quanto a esclusione (come se il sindaco non conoscesse la clausola): «il Produttore avrà la facoltà – ma non l’obbligo – di citare il nome (o la località) del Terreno e/o del Concedente nei titoli della Serie e/o nel materiale promozionale o pubblicitario ad essa relativo. Il Concedente – la conclusione – non avrà quindi titolo ad alcuna azione, a cui comunque qui espressamente rinuncia, nei confronti del Produttore derivante dall’utilizzo (o dal mancato utilizzo) di tali nomi in relazione alla Serie». Ogni commento è superfluo.