Claudio Caruso e il sindaco Michel Barbet; Guidonia «parte lesa» era di là da venire

di TOMMASO VERGA
DODICI A DODICI. Che non vuol dire «pareggio». Perché va conteggiato il sindaco. In questa situazione, numerica e politica, indispensabile a reggere la maggioranza. Dalla quale, uno spostamento nel fronte avverso, inaugurerebbe le celebrazioni sulla fine del governo cittadino. Un terremoto. Provocato dalla firma sulla «mozione di sfiducia» depositata al protocollo municipale di Guidonia Montecelio ieri l’altro da 12 consiglieri comunali (prime firmatarie Anna Checchi e Loredana Roscetti, AttivaGuidonia; a seguire, Giovanna Ammaturo, Fratelli d’Italia; Arianna Cacioni, Lega – Salvini Premier; Claudio Zarro, Gruppo Misto; Mauro De Santis e Mario Valeri, Guidonia Domani – Polo Civico; Mario Proietti, Il Biplano – Polo Civico; Paola De Dominicis, Emanuele Di Silvio, Simone Guglielmo e Mario Lomuscio, Partito democratico).
Minoranza che spera di aver fatto 13. Numero da portiere panchinaro, da diverso tempo, seppure a fasi alterne e controverse, disegnato sulla maglia di Claudio Caruso, polemico anarchico del monocolore grillino. Più che al risultato, attento a subentrare in ogni stato di necessità. Anche in quelle create da se stesso. Stamattina, il consigliere ha annunciato l’uscita dal movimento 5stelle. Non un debutto. A memoria, circa un anno fa, il dialogo con la formazione di Antonio Ingroia e l’autoesclusione dal partito di Grillo. Salvo il ripensamento.
Oggi, in un lungo comunicato, Claudio Caruso spiega le ragioni delle sue dimissioni dal movimento 5Stelle. E i personali obiettivi del suo futuro politico. Nel quale, nemmeno di straforo, appare una riga su «concorsopoli», sull’unico motivo – repetita iuvant – che ha causato la presentazione della «mozione di fiducia». Stando a quello che scrive il consigliere comunale, si direbbe consideri il «traffico di assunzioni» un avvenimento secondario. Mah…
Nonostante non lo sia sicuramente stato per il dimesso Mauro Buschini dalla presidenza del Consiglio regionale, e nemmeno per Marco Vincenzi, il successore, deciso ad ottenere lo stesso risultato a carico di tutti i componenti dell’Ufficio di presidenza; e neppure per il Comune di Allumiere che starebbe decidendo di avviare l’azione di autotutela della quale sarebbe oggetto e vittima, con la cancellazione, il concorsone. Per non dire del dottor Andrea Vardaro, della Procura della Repubblica di Civitavecchia e dei carabinieri incaricati di indagare.

Michel Barbet sul “concorsone”: «siamo parte lesa». Ma allora perché non ha difeso Guidonia? Perché non ha riunito la giunta e inviato un esposto in procura?

Michel Barbet

A questo punto ci si chiede come sia stato possibile per Michel Barbet e gli ex grillini che lo sostengono non prendere atto di quanto sta succedendo negli stessi ambienti frequentati sinora. Nella Regione Lazio per citare. Come non rendersi conto che quella sua invocazione nel documento seguito all’esplodere dello scandalo, Guidonia «parte lesa», altro non provoca che preoccupazione insieme a ilarità. Il sindaco immagina forse che essere in possesso della tessera del movimento 5stelle – se ce l’ha ancora – lo esenti dai chiarimenti che deve ai suoi amministrati?
Se fosse come lui vorrebbe e dice, se davvero auspica «un intervento immediato, forte e deciso della magistratura che, ne siamo certi, evidenzierà la nostra correttezza ed il fatto che Guidonia Montecelio, semmai corrispondesse al vero il quadro appreso attraverso i media, sarebbe solo parte lesa» altro non deve che esporre i suoi sospetti corroborati da apposita documentazione al procuratore della Repubblica di Tivoli. Denunci la condizione della città: è subordinata a qualcuno? a qualcosa? a chi? Non parole al vento ma interrogativi che richiedono un’esposizione netta, che sostengano indagini accurate.
Perché, se fosse come Barbet sostiene, Guidonia «parte lesa» non sarebbe libera. Con cittadini-ostaggio. In una città nella quale qualcuno mette in discussione le istituzioni, i cardini della convivenza, il sistema di governo, la democrazia.

In base a quale posizione in «classifica» l’«idoneo» ha meritato il posto? E i curriculum? La singolarità della risposta per l’«accesso agli atti» di Barillari

Le indagini dell’Arma sono già iniziate. Dal almeno una settimana, coperte come sono naturalmente da un invalicabile segreto istruttorio e silenzio. Anche se non è escluso che possano riguardare la gestione della lista di 107 “idonei”, verificare il criterio di individuazione dei prescelti a parità di punteggio, nonché, come previsto dalla legge, la mancata richiesta dell’individuale curriculum dei partecipanti all’esame.
Inoltre, non va escluso che all’attenzione della magistratura civitavecchiese venga sottoposta la risposta indirizzata dal Comune di Allumiere a Davide Barillari, il consigliere regionale ex grillino, autore di una richiesta di «accesso agli atti».
Così la risposta della dottoressa Maddalena Piedimonte, segretaria comunale del municipio di Allumiere: