di TOMMASO VERGA
SUPERATO IL 26 GIUGNO, ULTIMA DATA UTILE. A somiglianza dell’elenco di regole impresse sul “bugiardino” dei medicinali, la possibilità che a Guidonia Montecelio si voti nel prossimo ottobre, in anticipo rispetto alla deadline dell’anno prossimo è definitivamente tramontata. Gli aspiranti al seggio futuro dovranno attendere la consunzione fino all’ultimo giorno utile dell’era-Barbet. Se o meno con la formula del monocolore 5stelle di origine è altro discorso.
L’interruzione della consiliatura è contemplata in una procedura fissata dall’art.52 del Tuel – il Testo unico degli enti locali, n. 267/2000 –. Stando al quale, l’anticipo della conclusione rispetto alla scadenza naturale, è affidata a una maggioranza di voti in Consiglio comunale raccolti da una motivata «mozione sfiducia» da discutere entro trenta giorni dalla presentazione.
Come noto, il 5 marzo 2021, il governo Draghi ha partorito il decreto legge 25, con il quale si è stabilito il rinnovo delle assemblee elettive, compresi i Consigli comunali «i cui organi devono essere rinnovati per motivi diversi dalla scadenza, se le condizioni che ne rendono necessario il rinnovo si verificano entro il 27 luglio 2021». Tutto allo scopo di svolgere la consultazione senza dover subire un lungo commissariamento del Comune.
Per memoria, un rendez-vous per Guidonia Montecelio. Discussa il 29 aprile dal Consiglio comunale, a iniziativa di Anna Checchi e Lorena Roscetti, di AttivaGuidonia, con il consenso dell’intera opposizione, la mozione sfiducia si basava sullo scandalo delle assunzioni decise dall’amministrazione comunale di Guidonia Montecelio, estratte dalla lista passata alle cronache come concorsopoli di Allumiere. Mozione respinta dai grillini, che non hanno riscontrato motivi di critica in quelle assunzioni.
Nella circostanza, il risultato di 13 voti a favore della maggioranza contro i 12 della minoranza venne assicurato da Claudio Caruso, il volta per volta ex 5stelle, decisivo per la permanenza del sindaco Michel Barbet sul suo scranno.
Fallito l’esordio, si replica. Stando alle voci del «Bar in Piazza», una nuova mozione sfiducia sarebbe stata in «trattamento» proprio in questi giorni. Per quanto decisamente plurali gli obiettivi.

Il Consiglio comunale di Guidonia Montecelio. La riunione si riferisce all’epoca pre-Covid. Da allora, più nessuna assemblea in presenza

In premessa, va detto che le elezioni a scadenza ravvicinata avrebbero trovato impreparati non soltanto i partiti «classici» (tutti), ma pure la dozzina di formazioni civiche (anche per effetto della fallita scadenza, tante se non di più se ne conteranno alla fine della fiera). Spigolatura una per l’altra: come risolvere il tema delle ambizioni sapendo che ogni lista contiene al suo interno almeno un candidato aspirante-sindaco?
Una mozione sfiducia-bis, insomma. Tutti d’accordo nello sfruttare la “finestra” che, causa Covid, l’esecutivo aveva aperto per il prossimo ottobre – i tifosi dello scioglimento anticipato del Consiglio comunale insomma –, un blocco di presunti trattativisti diceva di agire essenzialmente allo scopo di «stanare» il Pd, per impedire che i dem giungessero a un accordo con i 5stelle, preludio alla formazione di un bicolore cittadino (ignorando oltremodo la quasi totale indisponibilità dei grillin-contiani guidoniani).
Tutto rinviato al futuro. A Roma si voterà il 10 e 11 ottobre 2021 (data probabile), Guidonia Montecelio (e Tivoli, per la quale si faceva cenno alla medesima necessità) attenderà l’anno prossimo. Senza titubanze. Perché seppure fosse possibile il rovesciamento dei rapporti di forza, non è detto che il sindaco e la giunta rimettano il mandato. A bilancio approvato, governerebbe semmai un esecutivo di minoranza. In attesa della normale scadenza elettorale (nemmeno C.C. potrebbe disarcionare Michel Barbet).