Claudio Caruso (a destra, nella foto in alto), con, a sinistra, Michel Barbet, sindaco di Guidonia Montecelio

di TOMMASO VERGA
ULTIME NOTIZIE: MICHEL BARBET ARRIVERA’ ALLA NATURALE SCADENZA e la maggioranza (rimasta con 12 consiglieri) non solo non cesserà anzitempo ma potrebbe persino rafforzarsi (in coalizione con il Partito democratico gli eletti diventerebbero 15).
In realtà, a leggere l’ultimo avvenimento in ordine di tempo, tutto lascerebbe pensare che i numeri sono a sfavore dei 5stelle, partito del sindaco che regge il Comune di Guidonia Montecelio da oltre 4 anni in solitudine. Una interpretazione motivata del beau geste di Claudio Caruso, consigliere uscito il 17 settembre dalla formazione di Giuseppe Conte. Meno uno quindi, se per l’ennesima volta non si fanno i conti con Claudio Caruso, il protagonista. Eppure, in oltre quattro anni, gli spettatori avrebbero dovuto rimirare la portata del callo. Benché, a stupire veramente, di più, sono stati gli urlatori con tessera professionale. Che hanno chiesto al neomelodico Claudio Caruso di esibirsi nell’attesissima (per loro) «Questa è la volta buona». Pur sapendo che le strofette si reggono su «Alla sedia mia provvedo io», refrain ripetuto a iosa. Evidentemente per gli «osservatori» a nulla sono servite le prove messe in scena con lo stesso soggetto. Sempre uguali. Si registrano reiterate cadute nella trappola di «Articolo 1, prima di tutto salvaguardare la cadrega» (in salviniano) seguito da: «Articolo 2, evitare di mettere a repentaglio il personale scranno consiliare».
Riprovazione e altissimi lai si sono uditi e letti sul tradimento dell’elettorato per gli accordi (ma quanto bisogna aspettare?) tra movimento 5stelle e Partito democratico. Rimbrotti scandalizzati decisamente rilevanti e di radicale coerenza in un Paese governato da tutti i partiti presenti in Parlamento salvo uno.
Il fatto è che la decisione del consigliere di cambiare casacca – stavolta veramente, ma non ci giureremmo – è dovuta proprio alla formazione di una coalizione m5S-Pd in sostituzione del monocolore grillino che governa Guidonia Montecelio dalle elezioni.
In precedenza, l’ultimo annuncio sull’uscita dal partito del consigliere grillino non è pervenuto, poniamo, nel pomeriggio del 13 aprile (mannaggia, sarebbe stato più adatto il 1°), al momento della presentazione della mozione di sfiducia al sindaco su «concorsopoli». Affossata con 13 voti a 12. Anzi, no. Con un voto non catalogabile. Contemporaneamente non-grillino ma altresì decisivo per salvare lo scranno di Michel Barbet (e il proprio). Partecipante a favore ma anche contro. Oppure no. Nella circostanza (ma non soltanto quella), Claudio Caruso potrebbe essere definito un dissidente favorevole. Un po’ Ecce Bombo di Nanni Moretti… «mi si nota di più se vengo o se non vengo?».
In altri momenti, l’uscita dalla maggioranza avrebbe creato le premesse per lo scioglimento del Consiglio. Sarebbe avvenuto di conseguenza, al primo voto «qualificato» (il bilancio per esempio). Così non sarà.
Tutto all’interno di una stagione certamente non di buon segno sotto questo profilo. L’istituzione rappresentativa è dipesa in misura non irrilevante dalle meteoropatie di un consigliere comunale che ripetutamente ha fatto cenno di voler cambiare la sorte personale in direzione diversa da quella di inizio mandato. Annuncio mai concretizzato. Claudio Caruso volta per volta ha mostrato insofferenza per la lista che lo ha condotto allo scranno, sino al punto di dichiararsi un “grillino anarchico”, criticando le scelte, le decisioni, gli obiettivi. Tutti capitoli che lo dovrebbero aver considerato/messo-fuori da tempo, contrariamente a quanto in effetti è risultato per oltre quattro anni di riunioni del Consiglio comunale di Guidonia Montecelio. Brontolii tuttalpiù. Con il di più del ricercato titolo sui giornali locali con i cronisti speranzosi sul procedere in direzione dell’ultimo atto (tutti: sin dal ballottaggio tra Barbet e Di Silvio giornali locali “amici” di questa maggioranza non se ne sono letti; né questa maggioranza ha provato a propiziarsene qualcuno). Ultimo gorgheggio comunque. Per non voler essere esclusivamente Claudio Caruso, la vicenda nei 5stelle è finita con accentuate stonature.