di TOMMASO VERGA
LA DECISIONE, SOPRATTUTTO SOTTO L’ASPETTO “OPERATIVO”, prima d’altro potrebbe indicare la determinazione della Regione Lazio di voler modificare le coordinate sin qui osservate in tema di salvaguardia dell’«Inviolata». Come si apprende da una nota, la «direzione regionale ciclo dei rifiuti» ha affidato all’Arpa – l’Agenzia regionale per la protezione ambientale – l’incarico di inserire l’ex discarica Inviolata insediata nel bel mezzo del Parco archeologico-naturalistico – una contraddizione in termini – tra quelle meritevoli di applicazione della normativa riservata alle “aree ad elevato rischio ambientale» così come fissato dalla legge regionale numero 13 del luglio 2019.
E’ quanto si ricava dalla lettura della comunicazione di risposta inviata al Comune di Guidonia Montecelio, di Fonte Nuova, alla prefettura di Roma, alla Asl Roma 5, ai carabinieri della Forestale di Guidonia, al consigliere regionale Marco Cacciatore, a Donatella Ibba, rappresentante delle locali associazioni protezioniste.
Nel merito del provvedimento, è sufficiente citare cosa intende l’Ispra in materia: «L’analisi di rischio sanitario-ambientale è attualmente lo strumento più avanzato di supporto alle decisioni nella gestione dei siti contaminati che consente di valutare, in via quantitativa, i rischi per la salute umana connessi alla presenza di inquinanti nelle matrici ambientali».
Dal canto suo, l’articolo 3 della legge regionale prevede l’adozione di un «piano di risanamento entro sei mesi dalla dichiarazione di area ad elevato rischio di crisi ambientale. Entro i successivi dodici mesi deve essere approvato il piano, con la procedura di cui all’articolo 3, comma 3. Decorso tale periodo i divieti di cui al presente articolo si intendono decaduti».
Decisamente una buona notizia. In un periodo certo non favorevole alle ragioni degli oppositori delle strategie del «gruppo Cerroni». In particolare sulla messa in attività dell’impianto TMB proprio sopra l’ex discarica Inviolata. Da qualche parte s’è letto persino di giudici che ridono nel promulgare sentenze sfavorevoli ai Comuni di Guidonia e di Fonte Nuova.
Il giudizio sull’affidamento all’Arpa della «fase esecutiva» della decisione regionale, non dovrebbe comportare preoccupazioni di sorta. Infatti, va tenuto conto che nella conferenza di servizi del 20 aprile di quest’anno, è stata proprio l’Arpa a sottolineare il fallimento del piano di caratterizzazione della ex discarica. Tanto che i rilievi dell’agenzia hanno condotto all’installazione di altri piezometri (almeno 11 par di capire, versante Santa Lucia di Fonte Nuova). Il problema s’è cominciato ad affrontare “concretamente” solo adesso (unitamente a quello del capping): benché la discarica Inviolata abbia cessato di ingoiare mondezza dal 2014.