di TOMMASO VERGA
ALTRI AUMENTI. DEL 26 PER CENTO PER L’ESATTEZZA. A carico degli utenti di «Strada dei parchi», la spa del «gruppo Toto» che gestisce l’A24 e l’A25 (Roma-L’Aquila-Teramo e la Teramo-Pescara: 280 chilometri in tutto, unici collegamenti diretti tra Adriatico e Tirreno). Decorrenza del nuovo salasso, inizio anno 2022, tra poco più di due mesi e mezzo quindi.

Mauro Fabris, vicepresidente della «Strada dei parchi», la spa del “gruppo Toto”; in alto, il Gran Sasso

Argomento (e proteste) al centro dell’incontro di ieri l’altro, nella sala consiliare del Comune di Carsoli, ad iniziativa di Velia Nazzarro, sindaca della cittadina, riunione che ha visto convenire sindaci di Lazio ed Abruzzo unitamente alle organizzazioni di categoria dell’autotrasporto – intervenuti Fai Abruzzo, Fita Cna Abruzzo, Assotir nazionale, Confartigianato trasporti –, per discutere quali iniziative assumere per far fronte all’annuncio di fine settembre della società concessionaria.
La quale, ieri mattina, ha ribadito la propria strategia sul Sole 24ore, il quotidiano di Confindustria, per quasi una intera pagina, mediante le argomentazioni di Mauro Fabris, il vicepresidente della società.
A fondamento del contrasto, la “solita” problematica della messa in sicurezza delle due arterie (difesa antisismica innanzitutto), per la quale necessita un volume di investimenti in panachage tra Stato (3 miliardi) e Strada dei parchi (2,2 miliardi), per un totale di 5,2 miliardi, ha puntualizzato Fabris, un contenzioso risalente al 2012, dovuto «alla mancata approvazione, in sede istituzionale, del PEF, il piano economico-finanziario relativo alla concessione stessa».
Già alla fine dello scorso aprile, Strada dei parchi aveva illustrato il PEF ad Alessandro Morelli, viceministro della Lega con delega alla mobilità. «Il piano consentirà la completa ristrutturazione delle due autostrade A24 e A25 e il loro adeguamento sismico, come previsto da una specifica legge del 2012 che ormai da oltre otto anni attende attuazione». «Iniziativa di estrema importanza per la sicurezza, in particolare sismica e che è parte del Pnrr italiano, quindi in parte rilevante finanziata con il Recovery Fund».
A dire di Fabris, «stiamo vivendo dal 2012 una situazione paradossale. Si sono alternati 5 governi e 5 ministri e oggi il ministero delle Infrastrutture, nonostante la nostra disponibilità a trovare un’intesa sul valore di investimenti e sulla sostenibilità finanziaria del Piano, non ha ancora deciso cosa fare».
Ragion per cui – ha concluso il il vicepresidente della società – «tutto questo è inaccettabile, non possiamo sostenere ulteriori investimenti con risorse proprie della società affrontando per esempio le spese di manutenzione straordinaria in assenza del PEF. Lo Stato padrone di casa e Strada dei parchi l’inquilino al quale non si può certo chiedere di rifare fondamenta e tetto della casa a sue spese».
Conclusione (in cauda venenum…), Strada dei parchi potrebbe decidere di recedere dal contratto di concessione, e chiedere 2,5 miliardi di euro di indennizzi.
La posizione della concessionaria appare condivisa dalla Cna Fita Abruzzo, che in un comunicato afferma: «Non è possibile scaricare ancora una volta sugli utenti disservizi e inadempienze degli organi preposti alla definizione degli atti necessari ad avviare i lavori di manutenzione straordinaria delle nostre autostrade». Valutando «preoccupanti le affermazioni rilasciate agli organi di stampa dal vicepresidente di “Strada dei Parchi Spa”, Mauro Fabris, relative a possibili aumenti dei pedaggi assai consistenti lungo A24 e A25», la Confederazione degli artigiani giudica severamente «la mancata approvazione, in sede istituzionale, del piano economico-finanziario relativo alla concessione stessa».
Per la Cna Fita Abruzzo, «si tratta di inadempienze che finiscono per bloccare interventi decisi da anni, eppure fondamentali per la sicurezza degli utenti, visto che parliamo di un’infrastruttura considerata strategica in caso di calamità naturali. Per questo – conclude la Cna – occorre subito colmare con i necessari atti amministrativi, le inadempienze che si sono sin qui accumulate nonostante le promesse a suo tempo rivolte a imprese e cittadini».