Due (ex) capigruppo: a sinistra, Michele Venturiello, Forza Italia; Emanuele Di Silvio, Pd

di TOMMASO VERGA
IL TWEET DI MICHELE VENTURIELLO del 29 gennaio: «Dal Quirinale a Guidonia: cerchiamo di non fare la stessa fine. È necessaria una iniziativa politica aggregante, unificante, per un governo di sintesi e non centrifugo». A seguire, un retweet: «La generazione che doveva rottamare i padri, è andata in ginocchio a chiedere ai padri di non andarsene». Infine: «Molto rumore per nulla. Classe dirigente politica senza alcuna statura istituzionale. Centro destra esploso e finito. Centro sinistra inutile che ha fatto emergere alleanza con M5S suicida. Debolezza totale della politica. Ormai Draghi console unico d’Italia» la conclusione (salvo chiedere a Venturiello il titolo del film nel quale il protagonista è, a suo dire, il «centro sinistra inutile che ha fatto emergere alleanza con M5S suicida»: ma cosa voleva dire? eccessivo chiedere il senso e il significato?).
Per il resto, l’impressione suscitata è che per entrare nel Polo Civico – distinguibile dal precedente per la cravatta nuova dei soci – ha affrontato domande e risposte contemplate dal breviario cerroniano: i partiti? “vanno liquidati, tutti, basta; salvo quelli al governo della Regione Lazio”. Anche i 5stelle? “Alla Pisana i grillini sono fantastici”. E a Guidonia Montecelio? “La peggiore giunta di sempre”. Anche di quelle guidate da Rubeis? Beh, in quel caso l’opposizione non ci ha fatto lavorare; glielo dice uno che ne faceva parte. Dell’opposizione? Ma che ha capito? io all’opposizione?
Presentazioni: Michele Venturiello è stato capogruppo di Forza Italia a Guidonia Montecelio nell’ultima giunta di destra, con il similberlusconiano Eligio Rubeis al vertice due volte, sindaco per sette anni, rieletto al secondo mandato il 25 maggio 2014). Con Marco Bertucci (ex MSI) e Aldo Cerroni (in quel derby mezz’ala destra: non ha mai deciso per un posto fisso) presidenti del Consiglio. A completare il “giro”, i partiti: Nuovo Centro Destra; Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale; Lista Civica – Aldo Cerroni Sindaco; Lista Civica – Scelta Popolare; Lista Civica – Ambiente e Cultura.
A Venturiello, autore di sì pregnanti tweet, si potrebbe ribattere con la “scaletta” dei risultati dei sette anni di giunta Rubeis, conclusi con la fine decretata dalla procura di Tivoli (si ricordano le originalissime imprecazioni dei politici contro «l’intervento della magistratura in politica» e «l’uso politico della giustizia»). L’elenco degli effetti rubeisiani riporta a quel «Interventi legati direttamente e indirettamente alla creazione di nuovi posti di lavoro sul territorio attraverso un piano di investimenti pubblici e privati che garantisca l’incremento di circa 1000 posti di lavoro ogni anno» (conferenza stampa di Eligio Rubeis, testuale2 aprile 2014, illustrazione del programma elettorale di Forza Italia a Guidonia Montecelio, nella sede di piazza Francesco Baracca).

Mario Pozzi. Probabile candidato sindaco per Fratelli d’Italia

Veniamo alle conclusioni. Che non possono prescindere dalla richiesta sulla (ri)consegna delle chiavi: “Venturiello & C., quando sgomberate? rialzatevi, è stata sufficiente la genuflessione (nel doppio significato), «ora accettate che vengano (ri)prese in consegna da chi ha avuto come obiettivo unicamente il bene comune, da chi ha governato senza altri fini che non fossero le condizioni delle persone». «Non ci sono riusciti» la replica. «Vero, ma la precedente esperienza sotto di voi è sufficiente per non prestarsi a nessun esame di riparazione. Parlateci del “buco” di bilancio e del predissesto di 40 milioni». “40 milioni??? Ma davero? ‘Mazza oh!”.
E poi, l’esempio inoppugnabile lo stanno fornendo proprio i Marco Porcio Catone risorti dalle ceneri. Salvo mutamenti dell’ultima ora, alle elezioni di metà anno a Guidonia Montecelio, nella “consueta tenuta” si presenteranno Pd, 5stelle e Fratelli d’Italia (solo un pezzo). Gli altri, tutti gli altri, parteciperanno alla competizione nella consueta veste di predicatori senza-bandiere, fusi i colori dei simboli elettorali d’un tempo. Ex socialisti con ex missini ed ex pd tanto per citare l’accozzaglia formata tra i partiti storici.
Finirà così che «la generazione che doveva rottamare i padri, è andata in ginocchio a chiedere ai padri che se vogliono andarsene di lasciare nella scarsella i propri voti di preferenza». I quali più numerosi saranno, più consentiranno di rimediare un assessorato, la presidenza d’una commissione, del Consiglio comunale (quella più redditizia). Per questo ci sono candidati passati da Rifondazione comunista alle (ex?) camicie nere… «Ma davvero? E cosa vuoi che sia?».