di TOMMASO VERGA
«DI IUS SOLI, PARTITI, DEL GOVERNO, DELL’UCRAINA parlatene al bar. Non mi troverete disponibile per discutere di mozioni, ordini del giorno, dibattiti su temi generali». Registrato l’esordio del sindaco si direbbe d’un paesetto di provincia, si passa alla descrizione dell’assieme. Siamo nella sede del Consiglio comunale di Guidonia Montecelio (la città maggiore della provincia di Roma, la terza del Lazio così come dello Stivale per Comuni non capoluogo). E’ la riunione post-elettorale d’esordio. Oltre al giuramento del primo cittadino Mauro Lombardo, il civico ex Fronte della gioventù, ex MSI, ex Alleanza nazionale (ex per dichiarazione), l’ordine del giorno prevede l’elezione del presidente dell’Assemblea – il quale avverte il bisogno di dedicare un arido pensiero ai predecessori; nota bene: non al mancato avvio dell’impianto TMB come vorrebbe Manlio Cerroni mentre non è detto che adesso non riesca nell’intento –; la nomina dei capigruppo consiliari e, infine, parte più attesa, designazione degli assessori.

Marco Vincenzi con l’assessore regionale Mauro Alessandri (a destra) e il «recuperato» ex sindaco Eligio Rubeis
SODDISFATTO MARCO VINCENZI 
«AUGURI DI BUON LAVORO alla giunta appena nominata dal Sindaco di Guidonia. Sono certo che saprete affrontare i compiti che vi competono secondo i bisogni e le aspettative della comunità. Sono soddisfatto di aver contribuito all’ingresso in maggioranza del partito democratico. Sia il gruppo consiliare del pd che l’assessore Cuccuru, che ha guidato la coalizione di centro sinistra, sicuramente daranno un apporto positivo all’azione amministrativa del Sindaco Lombardo. Da parte mia confermo la piena disponibilità per continuare a realizzare i grandi progetti che la Regione Lazio ha avviato»: così Marco Vincenzi, presidente del Consiglio regionale del Lazio.

In mezzo ai quali si accomoda Alberto Cuccuru: deleghe Bilancio, Finanze, Tributi. Se ne parla in quanto fino al 12 giugno, A.C. era stato candidato-sindaco dalla formazione PD-5Stelle, liquefatta non per le temperature del periodo ma per i mancati consensi elettorali al punto da non giungere nemmeno al ballottaggio. Nel quale è prevalsa la federazione delle liste civiche (più Italia viva & Azione di Calenda) contro l’altra di destra classica.
A questo punto, con il dichiarato patrocinio e sollecitazione di Marco Vincenzi, PD, presidente del Consiglio regionale del Lazio dopo l’abbandono di Mauro Buschini per la vicenda “concorsopoli” (parzialmente conclusa con l’assoluzione del sindaco di Allumiere) il 13 giugno s’è formata la «maggioranza innaturale» – così definita dall’Espresso –, tra i civici e il PD.
Poi diventata alleanza, un fatto che avrebbe creato scissioni e rotture oltre all’avvelenamento del quadro politico. Nulla di tutto ciò (inoltre, di tale “evoluzione” nessuno ha avvertito i grillini-alleati-col-PD), con aggiunta di elogio fuor di misura di Cuccuru dal sindaco Lombardo giunto a rivendicare persino la proprietà della figura – «Cuccuru è un civico, non ha tessera di partito», pronunciamento del sindaco a mo’ di pregio –, con la graziosa rifinitura depositata sull’alleato, per cui, a conti fatti, Alberto Cuccuru rappresenta il Polo civico e non il Pd. Motivo di lite? Ma cosa vuoi che sia?
Una esplosione di originalità a conferma della esplicitamente e pubblicamente predicata inutilità non della politica (alla cui sepoltura aveva provveduto a suo tempo Bettino Craxi precedendo la Lega nord originale, quella di Umberto Bossi) ma del voto popolare.
Quindi a Guidonia Montecelio è stato applicato un forse inedito modello delle relazioni elettorali. Se i cittadini ancora attratti dall’urna (in continua minor misura) non ti vogliono al governo e ti respingono, la soluzione passa per l’alleanza con chi ha vinto. E chi ha vinto cosa ne ricava? Stando a Marco Vincenzi, «la realizzazione dei grandi progetti che la Regione Lazio ha avviato». Ergo, se «i grandi progetti» dipendono dalle formule politiche possono anche diventare «piccoli». Qualora la destra vincesse le elezioni regionali il prossimo anno (non improbabile) – a proposito: come si comporteranno i nostri eroi multitasking cittadini? –, Tivoli-Guidonia Montecelio con il cambio del gestore, potrebbero veder tramutato l’ospedale di «Cesurni» in «Casa della salute»?
«Gestione», l’evocazione di Aladino, la chiave di volta, il principio-guida delle maggioranze più o meno spurie. Semplice no?
A condire il tutto, la «politica». Che non deve entrare da fuori. Innovazione che però comporta l’obbligo di vita o di morte dello scarto preliminare (leggasi rifiuto), di ogni potenziale intralcio tra i coniugi: fumo (da cicca oppure da cannabis?), bestemmia (da busta paga o da imposte “vergognose”?), trattative (tipo accordi sottobanco tra partiti rivali o addirittura nemici?). Meglio evitare gli apporti da “fuori”.

Cannabis? Ius Soli? Senza scomodare il ricordo delle mozioni a firma dei partiti della I Repubblica – dal Vietnam al congresso dei fascisti a Genova: figurarsi gli effetti nell’aula consiliare di Guidonia Montecelio intitolata a Peppino Impastato. Obiettivo e conclusione: il dibattito dev’essere evitato, rigorosamente, come tutto ciò che può turbare l’artificioso intreccio di amorosi sensi tra federazione di liste civiche (8 il quantitativo) e Partito democratico (altrettante le correnti), l’inverosimile ambrossous nous che ha figliato la coalizione biancomagentarossaverdegiallaocrablu, protagonista altresì di un doppio inciampo.

Peppino Impastato

Infatti, non bastasse al PD aver perso le elezioni con, persino, esclusione dal ballottaggio, il vertice d’un resuscitato Comitato centrale ha deciso che il precedentemente aborrito civismo ha titoli per occupare il posto d’un obsoleto antifascismo, a sua volta espulso dal patrimonio genetico degli eredi di Enrico Berlinguer.
Un indirizzo utile per l’abbandono, la rinuncia di quanti, nelle analisi raffinate, dicevano di aborrire la «politica da bar». I lettian-zingarettiani per dire. Che dovranno convincersi di guidare un partito sui generis, molto sui generis, dove ciò che effettivamente conta sono i voti di preferenza accumulati dai capibastone.
Anche per chi coltivasse interrogativi su una sconfitta di provenienza storica o non sapesse leggere, sovviene a conforto l’archivio-memoria della cronaca politica. Che conferma andati i tempi d’un divieto secondo il quale “In questo locale non si fuma, non si bestemmia, non si parla di politica”. Se ne faranno una ragione i mallevadori del Polo civico (figurarsi…) ma soprattutto i dirigenti del Pd, effetti d’una straordinaria accoppiata! Così, anche nel dettaglio dei temi, Lombardo ha conquistato il titolo di «signore dell’antipolitica». Senza dover parare la minima obiezione. Nemmeno da parte dei successori di quanti hanno contrastato la concezione della politica spendendo parte o tutta la vita nella difesa della democrazia, della quale il Consiglio comunale si voleva piedistallo. Prima medaglia al valore (più verosimile “benvenuta ghigliottina”: era il 14 luglio) per il nuovo sindaco della città, come detto il civico ex Fronte della gioventù, ex MSI, ex Alleanza nazionale (ex per dichiarazione) Mauro Lombardo, per il quale, in quella sede, non «si parli di politica», la quale, come dimostrato, è opportuno non entri.
Si indica un luogo di nobili intenti mentre la discussione politica nacque nelle osterie dalle quali venne poi espulsa se non volevi chiudere il locale.
A Roma, nell’osteria in via Giovanni Lanza, mezzo litro e ‘na gazzosa (gassosa) facevano tutt’uno con qui «si parla di politica», da imprimere bene nella mente, a dispetto del Mascellone. Il contrario insomma. Proibito dire che la proibizione risaliva al PNF che controllava non si discutesse in pubblico del fascismo e del duce. Buon sangue non mente insomma.

14 luglio 2022, a Guidonia Montecelio il Consiglio comunale d’esordio del sindaco Mauro Lombardo

Il resto della riunione è stato occupato dalle recriminazioni del sindaco in carica a proposito del TMB di proprietà del «gruppo Cerroni». Lombardo ha ripetutamente affermato che l’impianto nel Parco archeologico dell’Inviolata non doveva essere costruito. Dieci con lode.
La particolarità risiede nel fatto che Michel Barbet, il predecessore di Lombardo, grillino alleato del Pd (comunque nemmeno avvertito dell’accordo dei suoi alleati con quelli contro – benché nemmeno la Lombardi abbia avuto da ridire –): reminiscenza a rischio scomunica?, contro il TMB s’è battuto al punto di «rimediare» una citazione in giudizio da parte del Supremo Manlio Cerroni.
Per ora l’attuale sindaco ha ripetuto che se non verrà rispettato quanto contemplato dalla normativa, d’intesa con il prefetto, l’impianto non verrò autorizzato. Nessuna barricata. Anche se il «movimento» potrebbe ricordare che l’accordo sul TMB con Manlio Cerroni risale a Eligio Rubeis, sindaco dell’epoca con ufficio completato dal vice Mauro Lombardo. Rischi del mestiere. © RIPRODUZIONE RISERVATA