Antonio Correnti, ex assessore Lavori pubblici e Ambiente di Guidonia Montecelio; in alto, la discarica e il TMB di Manlio Cerroni

di SALVATORE PARADISO
«LA SOVRINTENDENZA NON HA AUTORIZZATO alcun transito per l’immondizia di Gualtieri. E neanche il Parco dei Lucretili. Hanno dato solo la possibilità di livellare le buche senza asfalto o bitume, utilizzando esclusivamente materiali terrosi e uno “strato di inerte”. Tradotto: terra battuta e breccia bianca. Totalmente inadeguato al passaggio di mezzi pesanti».
E’ quanto chiaramente scritto nei due nulla osta rilasciati rispettivamente dalla Sovrintendenza che gestisce il cosiddetto “vincolone” paesaggistico e archeologico del 2016, e dal Parco dei Monti Lucretili, che invece cura la protezione ambientale dell’Inviolata.
Ne abbiamo parlato con Antonio Correnti, architetto, esperto in valutazioni ambientali e assessore ai Lavori pubblici e ambiente di Guidonia Montecelio per 4 anni nella giunta di Michel Barbet.
– Architetto, stando ai pareri di Sovrintendenza e Parco Lucretili, che tipo di intervento è stato autorizzato dai due enti? chi può percorrere, cosa può passare su via dell’Inviolata?
«Parliamo di un parco naturale-archeologico, un’area in cui non è autorizzata “la circolazione e la sosta dei mezzi motorizzati, fatta eccezione per quelli di servizio del Parco o di enti e organismi pubblici”. Appare evidente – prosegue Correnti – il fatto che gli enti preposti alla salvaguardia non possano autorizzare il transito di mezzi pesanti, a maggior ragione pensando in prospettiva ai flussi di traffico che si potrebbero generare nel caso di conferimento di rifiuti al TMB. Al di là dell’impatto ambientale sull’ecosistema del Parco, pensiamo poi a come l’effetto del passaggio di mezzi pesanti, sommato a quello delle piogge, andrebbe a minare in breve tempo la stabilità di una strada riparata con terra battuta e pietrame bianco. Oltre tutto, uno spreco di soldi pubblici».
– Oltre alla tipologia di lavori, la Sovrintendenza parla di preservare le presenze archeologiche che possono trovarsi sotto il sedime stradale e il Parco invece impone l’utilizzo di materiali che non incidano sulle presenze naturalistiche. Un progetto totalmente diverso da quello del 2021.
«L’approccio del progetto di “Ambiente Guidonia srl” era finalizzato alla realizzazione di un vero a proprio pacchetto stradale di circa 30 centimetri di spessore, pensato per il passaggio di mezzi molto pesanti – risponde l’ex assessore –. Ora, fortunatamente, si parla di livellare le buche con terra e sassi; le stesse operazioni di fresatura del terreno non possono scendere al di sotto dei 6 centimetri: siamo in un’area archeologica con elevate valenze ambientali, bisogna sempre ricordarlo».

Il dettaglio della proposta progettuale di Manlio Cerroni su via dell’Inviolata

Rifacimento di via dell’inviolata con escavazione di 30 centimetri e uso di cemento. Venne presentata lo scorso anno e bocciata dalla Sovrintendenza per incompatibilità con le normative di protezione del patrimonio archeologico e naturalistico.

– Ma allora come mai secondo lei vengono fatti questi lavori? Via dell’Inviolata non potrebbe reggere ai camion di Gualtieri.
«Il fatto che sia stato proposto un progetto poco impattante ha molto stupito anche me – conviene Correnti –. Questo intervento, a partire dalla rimozione dei rifiuti – per la quale, a settembre 2021, il mio assessorato emise una nota con indicazioni molto precise in relazione alla caratterizzazione dei rifiuti e alla bonifica del terreno –, fino alla sistemazione del sedime stradale, è quello che quando eravamo in amministrazione avevamo chiesto a Città metropolitana per assecondare la naturale vocazione di tutta quella porzione di territorio: passeggiate ed escursioni in sicurezza. Qualunque altro intervento o il semplice passaggio di mezzi pesanti in maniera continuativa, violerebbe almeno due leggi in vigore, quella nazionale del vincolo della Sovrintendenza e quella Regionale sulle aree protette».
– Quindi possiamo stare tranquilli?
«Temo di no – la conclusione dell’ex assessore –. Negli anni, purtroppo, abbiamo visto come i momenti di emergenza, veri o presunti, siano spesso stati utilizzati per andare in deroga a normative e leggi, spesso anche contro il semplice buon senso.
– Allora?
«Non bisogna smettere di vigilare, è un dovere per chi ha un titolo specifico a farlo come Sovrintendenza, Parco o Comune, ma anche per i cittadini che sono sempre più attenti ed informati su quanto accade nel proprio territorio» conclude Antonio Correnti (intervista del 20 ottobre). © RIPRODUZIONE RISERVATA