di TOMMASO VERGA
MA SE LA NUOVA DIRIGENTE AI LLPP anziché al Partito democratico rispondesse a “Città Nuova”, al “governo ombra” di Guidonia Montecelio, autonomo e alternativo a quello di Mauro Lombardo ma nella realtà del democristiano Aldo Cerroni? Fantapolitica? Forse, non fosse che non convince l’orientamento politico di “Città Nuova”, lista che si nutre da tempo dell’aggiornato rapporto del fondatore Eligio Rubeis con Marco Vincenzi, ripristinando così l’antica relazione adulterina del presidente del Consiglio regionale con l’ex sindaco forzista di Guidonia Montecelio.

Marco Vincenzi con Eligio Rubeis (a sinistra)

Punti interrogativi si fa per dire. Perché tra i due si riscontra un embrassons-nous di sostanza, dovuto, c’è da scommetterci, all’imminente cambiamento della condizione politico-amministrativa di Marco Vincenzi. Il quale, consapevole a denti stretti che la sua carriera politica è giunta al termine, da politico per professione e per tutti gli incarichi, rinuncia a presentarsi alle elezioni regionali del 12-13 febbraio per indossare le vesti di sub-commissario al Giubileo del 2025. Una scelta ostinatamente diversa, dopo il risultato ottenuto con le recenti «politiche» segnerebbe un secondo indubbio fallimento.
In “soldoni”: decreto? delibera? determinazione? un documento comunque da rendere pubblico tra il 10-12 gennaio, avente per oggetto la nomina di Marco Vincenzi a sub-commissario di Roberto Gualtieri, non in quanto sindaco di Roma ma titolare della realizzazione del Giubileo 2025.
Senso profondo della designazione il fatto che Gualtieri non si occuperà della gestione dell’evento ma piuttosto della rappresentanza e delle celebrazioni. Cosicché, l’incarico delegato a Marco Vincenzi sta a dire che passerà per lui la parte «pratica» del Giubileo, tutte le attività quotidiane dell’avvenimento. Si immagina già la pressione delle strutture che intendono partecipare ad ogni data dell’appuntamento, a cominciare dalla ricezione dei pellegrini, ovvero gli alberghi di Roma e Provincia (e Tivoli Terme). I compiti assegnati a Vincenzi saranno resi noti in una lettera d’assunzione al Comune di Roma, principalmente per colmare il gap retributivo di un incarico per legge gratuito.
Nella civica «Città Nuova» (lista ideata e formata da Eligio Rubeis, con aderente la creme della Forza Italia guidoniana la cui storia si concluse a Regina Coeli) si dirà che Michele Venturiello – non coinvolto nelle vicende giudiziarie – si staglia a sindaco-ombra accompagnato dalla «vice» Arianna Cacioni (a suo tempo leghista) forse la più accanita avversaria dell’amministrazione Barbet; alla regia, come detto, Eligio Rubeis.
Quale Guidonia Montecelio si intenda con la «nuova» planimetria, non serve nemmeno immaginarlo, la città è quella che in questi decenni costoro hanno fabbricato. Ora necessita coniugare l’Urbanistica – l’assessorato già detenuto della lista – con, attraverso la direzione, i Lavori pubblici, impegno dal 30 dicembre dell’architetta Annalisa Tassone (o, se preferisce, architetto).
Precedono quello interessante Lavori pubblici, Ambiente, Cave di travertino della Tassone, gli altri due decreti firmati dal sindaco il 30 dicembre. Diretta fotocopia del risultato elettorale («era ora» il commento intramoenia dei postulanti). I tre atti del sindaco Lombardo a quella data, sono integralmente analoghi a quelli che avrebbe espresso il primo cittadino di qualsiasi partito, tipo quelli della «peggiore giunta di sempre» (copyright Aldo Cerroni). Altro che civismo. D’altronde, occorreva rispondere alle attese individuali degli esponenti del groviglio di liste unite non per passione ma esclusivamente per gli obblighi della campagna elettorale. Si ricorderà il tran-tran dell’esercito civico per scegliere questo o quello.
Si indica proprio la consultazione dominata da programmi estremamente ambigui (sul TMB di Lombardo di legge che “se tutto è a posto non c’è motivo di contrastarne l’avvio”) ma comunque premiato dai 5 anni di insulti contro il sindaco grillino e le sua giunte, con l’esclusivo obiettivo di beatificare le virtù e l’innovazione del «civismo», così da escludere dal Palazzo la “monnezzeria” rappresentata dai partiti.
Propositi, legittimi per carità, però durati l’espace d’un matin. come si consta (non soltanto) dai decreti di fine anno. Tre atti a firma del sindaco che, come li giri li giri, a confronto, ti dicono che il metodo seguito da Lombardo a favore di Aldo Cerroni, di Luca Lucangeli e Annalisa Tassone è pari pari al medesimo dei predecessori: «piatto ricco me ce ficco».

C’è relazione tra l’escavazione del travertino e il cosiddetto «sciame sismico» dei terremoti? Cosa farà l’architetto/a Tassone? Cosa ne pensa dell’impianto TMB?

L’abbraccio tra Luca Lucangeli, di spalle, e il sindaco Mauro Lombardo

Non saranno certamente i primi due nominati a dover fare i conti con il nuovo ambiente di lavoro. A differenza dell’architetta/o neoassunta che avrà moltissimo da scegliere. Cominciando dalla vexata quaestio del TMB, costruito nell’area protetta dell’Inviolata da Eligio Rubeis. Il cui programmato collaudo fissato per lunedì – che fatto felice l’informazione indipendente – dev’essere stoppato mentre scalda i motori. Sperando altresì che Vincenzi e Venturiello sono a favore dell’impianto di Manlio Cerroni.
Tassone dovrà anche preparare cosa dire e fare quando i padroni delle cave di travertino si opporranno alle decisioni che proibiranno modalità di estrazione non più ammissibili, pericolose per la pubblica salute e per l’integrità del territorio che le ospita.
Decisamente probabile (la questione ci sta tutta) che il particolare della relazione tra cave di travertino e terremoti sia capitolo presente nell’inchiesta di Giuseppe Mimmo, pm del tribunale di Tivoli, avente per oggetto il “disastro ambientale” provocato dalle cave. Indagine che potrebbe concludersi con la benvenuta decisione a carico delle 24 società operative, di bloccare l’estrazione del travertino.
Le cave non c’entrano, è uno «sciame sismico» hanno sentenziato i cosiddetti esperti, luminari, plurititolati vulcanologi. Definendo i terremoti una sorta di temporale estivo. E tutti convennero…
Per primo Mauro Lombardo, il sindaco di Guidonia Montecelio. Il quale, a chi ha espresso quella diagnosi, si è ben guardato di chiederne le cause. Esame con voti bassissimi insomma. Vengono poi quelli che hanno evitato ogni commento riportando le medesime valutazioni. Dimenticando invece (sicuramente per nobili motivi) che fu Francesco Nolasco, «grande capo» del Geologico della Regione Lazio, a documentare come fosse l’estrazione del travertino causa della subsidenza manifestatasi a inizio secolo a Bagni di Tivoli e a Villalba. 140 fabbricati lesionati; alcuni dei quali rimasti tali. Né si fa caso all’Ispra che (oggi, tuttora) classifica il territorio tiburtino «a rischio sismico» e neppure all’assessorato all’Ambiente regionale che ad ogni autorizzazione rilasciata alle cave, nuova, proroga o rinnovo, ricorda ai richiedenti che si trovano «in area a elevato rischio sinkhole».
Altro aspetto da esaminare, è il fatto che gli scavi del travertino avvengano oggi, principalmente, in località Le Fosse, quindi non più sulla Tiburtina ma tra Villalba e La Botte. Proprio i luoghi considerati epicentro dei fenomeni, non si può non considerare l’attinenza tra i diversi fatti. All’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia

Aldo Cerroni (a destra) e il sindaco Mauro Lombardo

Tra assunzioni e promozioni, con il «metodo Lombardo-Cerroni», i “civici” diventano cinici

Con l’assunzione di Lucangeli e di Cerroni, il racconto sulla diversità delle liste civiche rispetto ai partiti tradizionali finisce miseramente. In effetti, tutti gli incarichi si intrecciano con la politica riconoscendosi pienamente nella formula consueta al governo di Guidonia Montecelio. Che oggi si definisce 2-1, due poltrone alle liste civiche, una al Pd.
Immaginarsi se un altro partito, uno qualsiasi, avesse adottato misure e modelli come quelli applicati in questo caso dai “civici”. Che, davanti al 2-1 degli altri, avrebbero riempito la corrispondenza di email, denunce politiche e messe per iscritto, la partitocrazia dominante e via dicendo. Nessuna reazione invece all’impostazione di Mauro Lombardo e di Aldo Cerroni. Silenzio, prevale la regola “Un bel tacer non fu mai scritto”. © RIPRODUZIONE RISERVATA – info@hinterlandweb.it