L’ex sindaco Michel Barbet con Chiara Amati, ex assessore all’Urbanistica nonché ideatrice del progetto «Le piazze di Guidonia, i luoghi degli sguardi»

di GIULIANO SANTOBONI
«COLLE ROSA» SI VESTE A FESTA. Finalmente. Il grande complesso edilizio di oltre 3.000 mq (sopra, nella foto), nato abusivamente a Guidonia Montecelio, ai margini del quartiere La Botte, e passato al patrimonio comunale nel 2016, dopo vicende giudiziarie durate anni che hanno visto coinvolti imprenditori, professionisti, impiegati e politici locali.
Grazie a due distinte iniziative di sfruttamento di fondi pubblici da parte del Comune e della ASL Roma5 presentate e vinte tra il 2021 e il 2022, si concentreranno sui quattro edifici che attualmente versano nel degrado più assoluto, finanziamenti a fondo perduto per quasi 15 milioni di euro che saranno utilizzati per realizzare una serie di servizi sociosanitari assenti in tutto il territorio.
I PROGETTI FINANZIATI – Il programma comunale venne pensato e coordinato da Chiara Amati, l’ex assessore al Patrimonio e all’Urbanistica, durante la prima amministrazione politica alla guida della città dopo l’anno di commissariamento prefettizio dovuto agli arresti dell’«Operazione Ragnatela», accompagnati dal concomitante gigantesco buco in bilancio lasciato dal centrodestra. I fondi regionali sulla rigenerazione urbana erano una realtà tutta da scoprire, ma che fosse un’occasione importante per valorizzare il patrimonio, ridurre l’indebitamento e creare servizi apparve subito ben chiaro.
Era poi un’occasione per dare continuità all’indicazione del Consiglio comunale, che, nel 2018, su iniziativa della stessa Amati e dell’assessore ai Servizi sociali dell’epoca Davide Russo, vedeva proprio in Colle Rosa la possibilità di impiantare servizi sociali essenziali. Ma non c’erano fondi.
LE PIAZZE DI GUIDONIA, I LUOGHI DEGLI SGUARDI – Così, con tale affascinante denominazione, venne presentato ufficialmente il progetto alla Regione Lazio con l’idea forte di provare a cucire assieme e riqualificare i luoghi d’incontro di Guidonia Montecelio grazie ad una pista ciclopedonale che diventasse asse portante della mobilità sostenibile, partendo da Albuccione e arrivando proprio a Colle Rosa attraverso un percorso parallelo alla via Tiburtina che consentisse anche ai ragazzi di muoversi in bicicletta e in sicurezza in quasi tutta la città. Nello stabile di La Botte, terminale estremo dell’intervento, si sarebbero poi realizzati un centro diurno per disabili e una fattoria sociale.
Parallelamente, prendeva corpo l’idea progettuale della ASL di sfruttare i fondi del PNRR che prevedono una corposa componente da investire in iniziative di modernizzazione della Sanità pubblica. Grazie ad una serie di contatti tra l’Urbanistica comunale e l’allora responsabile degli asset immobiliari, Marilù Saletta, venne data in concessione alla Roma5 la possibilità di utilizzare gli spazi residui del progetto principale per collocare tre nuove entità del tutto inedite per il territorio: Ospedale di Continuità, Casa di Comunità e COT, Centro Operativo Territoriale.

L’Ospedale di Continuità è una struttura di degenza intermedia e di breve durata per assistere i pazienti che potrebbero essere dimessi ma per motivi sociali non possono essere seguiti a casa, la Casa di Comunità rappresenta un’assistenza medica ed infermieristica costante h24 sette giorni su sette, e il COT si prenderà cura dell’assistito in maniera completa indirizzandolo ai vari servizi sul territorio, evitandogli così il rimpallo di competenze. Si tratta di organizzazioni virtuose già presenti in alcune zone d’Italia che negli obiettivi europei dovranno essere estese su tutto il territorio nazionale. Sulla scala, Chiara Amati

L’ERRORE MATERIALE DEL MINISTERO BUCA LE RUOTE DELLA CICLOPEDONALE – Le balle della pista larga un metro e degli espropri difficili. Dai documenti sull’albo pretorio, si capisce che la “pistarella” rotonda voluta dal sindaco Mauro Lombardo è semplicemente un altro progetto, un’altra cosa. L’idea iniziale per la quale sono stati vinti 5 milioni di euro (che non capiteranno mai più), prevedeva tramite accordi già a buon punto di definizione con ACEA e Comune di Tivoli, di realizzare una pista larga e capiente praticamente parallela alla Tiburtina, dall’area industriale di Setteville fino a Colle Rosa, passando per Albuccione, Bivio (dove ci sono oltre duemila studenti), Tivoli Terme, Villalba e Villanova.
A mezza bocca, gli spauriti e poco informati consiglieri comunali ascoltati sul tema, dicono che il progetto iniziale è stato abbandonato perché sbagliato. Guardando le carte, secondo la commissione urbanistica capitanata da Giuseppe Nardecchia, evidentemente indirizzata malissimo, si sarebbe dovuta realizzare una pista larga un metro, completamente inservibile.
A generare la bufala e a far cogliere la palla al balzo alla svogliata gestione civica, un documento del ministero nel quale si fa riferimento ad un evidente errore nelle unità di misura, in quanto il progetto del Comune parla di una pista di 10.000 metri lineari, mentre lì si fa riferimento a metri quadri. Un errore da nulla che si poteva correggere agevolmente con una mail chiarificatrice, ma evidentemente hanno prevalso altri interessi.
Altra scusa messa in campo dall’urbanistica comunale, la necessità nel vecchio progetto di compiere degli espropri. Anche questa giustificazione non regge nei fatti, in quanto la quasi totalità del sedime della pista è di proprietà di ACEA; che avrebbe valorizzato volentieri mantenendo la proprietà, mentre è assolutamente falso che non si debbano fare espropri anche ora. La determina dirigenziale 10 del 17 febbraio a firma di Cristina Zizzari, infatti, nel pieno rispetto del Testo unico espropri, dà mandato alla «Itogeo srl» (Coletti Donato, Paziani Alfredo e Di Mambro Fulvio) di effettuare le operazioni preliminari per espropriare ben 39 particelle immobiliari ad una varietà di soggetti (tra cui la famiglia dei cavatori Conversi e l’Agricola Lieta, ex proprietaria di Colle Rosa). © RIPRODUZIONE RISERVATA – info@hinterlandweb.it