di TOMMASO VERGA
IERI, 5 APRILE, NEL TRIBUNALE DI TIVOLI, è stata definita nella sostanza la partita iniziata nel 2020, con il provvedimento numero 875 del 7 luglio, adottato dalla giudice Francesca Coccoli, di condanna dei laghetti del “Barco”. Nel provvedimento si «ordinava (…) l’immediata cessazione (…) dell’attività di balneazione e comunque di qualunque altra attività che comporti lo sfruttamento abusivo delle acque che affiorano in superficie».
Da ieri si illustra una nuova condizione, definita perché Marco Piovano, il giudice dell’esecuzione del tribunale, prendendo atto dell’ordinanza di sospensione già pronunciata dalla Corte di appello di Roma lo scorso 10 marzo in favore della «Romanzi Franco srl» (titolare del «laghetto Bambù»), rappresentata dall’avvocato Franco Ledda, ne ha esteso gli effetti sospendendo l’intera esecuzione anche nei confronti di tutti i proprietari/possessori degli altri laghetti.
Effetto risultante, «liberati» tutti i laghetti del “Barco“. Conseguentemente, l’intera procedura esecutiva resterà sospesa fino alla decisione della Corte di appello di Roma fissata per il 27 novembre 2023.
Termini della decisione di Marco Piovano, giudice dell’esecuzione del tribunale
A. in riferimento al procedimento di esecuzione, visto l’art. 623 cpc:
sospende il presente procedimento di esecuzione di obbligo di fare o di non fare;
B. in riferimento ai subprocedimenti di opposizione di Ser Srl, Real Srl, Ass. Eden e Parco Tivoli;
dichiara il non luogo a provvedere sulle istanze di sospensione relative ai rispettivi ricorsi in opposizione;
fissa per l’introduzione della fase di merito davanti a questo stesso Ufficio, che va dichiarato competente, il termine perentorio di giorni 30, decorrente dalla lettura del presente provvedimento, secondo le modalità previste in ragione della materia e del rito, previa iscrizione a ruolo a cura della parte interessata, nel rispetto dei termini di cui all’art. 163 bis cpc, o altri se previsti, ridotti della metà;
compensa integralmente le spese di giudizio tra le parti dei subprocedimenti sopra indicati.
Conseguenza immediata della decisione,  viene scongiurato il riempimento dell’invaso dei laghetti del “Barco” con pietrame, così come chiesto da Bartolomeo Terranova, amministratore della «Acque Albule spa». Un provvedimento ipso facto, valido sicuramente per il momento e probabilmente per sempre, in quanto, come precedentemente spiegato il 15 marzo da questa testata, i motivi di appello / opposizione proposti dalla «Romanzi Franco srl» e dagli altri gestori dei laghetti sono tali e tanti, che la Corte di appello avrà soltanto l’imbarazzo della scelta per riformare la sentenza “Coccoli” e rigettare definitivamente le domande di «Acque Albule spa».
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