di TOMMASO VERGA
La tesi difensiva di maggior rilievo è rappresentata dalla formula “persona offesa da reato”. In sostanza, Pucci sarebbe vittima e non autore dei comportamenti illeciti. Secondo i difensori, l’udienza del 12 maggio “ha ricondotto la vicenda ad una sorta di “vendetta politica” che colpiva il coindagato Maccarone (Maccaroni, ndr), da qui la ulteriore incredulità del Pucci che, ad avviso dei propri difensori è da ritenersi parte offesa in quanto evidentemente indotto in errore su alcuni rapporti intessuti da altri con i vari imprenditori coinvolti nella vicenda a tinte fosche” come si legge in un post del 13 maggio su “avvscaccia.blogspot.it”.
Prendendo spunto dal proscioglimento di Manuel e Alessandro De Vincentis, i due fratelli accusati di peculato, truffa e falso, assistiti dal medesimo studio legale, i difensori sottolineano che “poteva andare meglio anche per il Pucci qualora questi avesse preso le distanze con veemenza da alcune situazioni incresciose ma evidentemente di difficile soluzioni pratiche e ambientali superabili nel corso del dibattimento con una linea difensiva più incisiva senza se e senza ma”. Comunque, tutto rinviato al dibattimento in aula che inizierà il 18 novembre.
Pienamente aggiornato invece il carnet delle 36 cause risarcitorie davanti al giudice civile “che il dirigente ha proposto al fine di ripristinare il vero al cospetto del falso e soprattutto provare di essere vittima di fatti illeciti che sono prossimi alla prescrizione in sede penale e non già in quella civile”.
Aldilà dell’annuncio, non ci sono i nomi dei soggetti citati in giudizio. Salvo quello del ministero di Grazia e giustizia. E di Patrizia Salfa. Contro la quale – già assessore di Guidonia Montecelio sindaco Eligio Rubeis – “emergono precise indicazioni che favoriscono l’iniziativa in sede civile del Pucci” si legge nel blog. “Tutta la vicenda processuale, nata per iniziativa di scritti anonimi – si precisa –, poi rivelatisi ascrivibili alla signora Salfa”. Una denuncia che dovrà vagliare un magistrato della Repubblica ma che, comunque, svela un inedito scenario, ignoto ai più e del tutto ai cittadini. Lotte fratricide all’interno dell’amministrazione comunale confermano di un governo ormai del tutto incapace, esautorato com’è di ogni potestà sugli atti e sui comportamenti dei propri dirigenti. La richiesta di danni a Patrizia Salfa ammonta a 1 milione 400 mila euro.