di TOMMASO VERGA
PROBLEMA: CONCLUDERE LA TRATTATIVA con i padroni delle cave. Problema: come si fa con la “diffida”, quella nuova? A sentire le voci dal sen del Palazzo fuggite, ormai ci saremmo. Pronti pasticcini e champagne (pagherà il francese). Invitati al brindisi i rappresentanti dei partiti politici “non ostili”. I trattativisti hanno stilato anche il fac-simile con la “scaletta” delle semplicissime modalità: il sindaco e la giunta decidono la cancellazione del credito-monstre per un bonifico di circa dieci ogni cento € (in base alle cartelle della «Tre Esse Italia srl», Guidonia Montecelio calcola-va un introito pari a una trentina di milioni che avrebbero dovuto versare i padroni delle cave). Stagione di saldi fuori stagione.
Una minima cronistoria riporta a due settimane fa, all’inizio della lunga serie di riunioni quotidiane che mostrano un ambaradan non esattamente in sintonia con le attese. La «colpa»? Di Loredana Roscetti e Anna Checchi, le due consigliere comunali ex-grilline, fondatrici del gruppo consiliare AttivaGuidonia. Strumento numero 1, la «diffida» del 19 gennaio, che ha costretto sindaco, assessori, dirigenti a (ri)pensarci lungamente su. Cosicché quello apparente semplice gesto burocratico – la firma della “transazione” – è divenuto uno squaglio, titolari, riserve e panchinari, tutti a giocare in difesa (personale), ad arrotolare la “diffida” tra le mani mugugnando «e mo’ chi firma?».
Alla fine, recalcitranti politici e «livello 110», la preferenza ha attraversato la piazza attestandosi fuori del palazzo. Una propensione che, secondo gli intendimenti della «tavolata», potrebbe avviare il tutto alla conclusione. A oggi, chi firmerà l’accordo è (ufficialmente) sconosciuto, non appena reso pubblico, gaudente per la parcella, il nome passerà a primo soggetto del rito sacrificale – ex aequo –. Officianti, pubblici ministeri e giudici appartenenti a tutti gli organi competenti dello Stato, penale, civile, amministrativo. Tanto lavoro per i cronisti. Una faticaccia per quelli che dovranno raccontare il contrario.
Tanto per effetto, non l’unico, di quanto sottolineato nella “diffida” numero 1 di Loredana Roscetti e Anna Checchi, ribadito dalla “diffida” numero 2 recapitata nella serata di ieri al Comune di Guidonia Montecelio a cura delle stesse «signore» (declamazione da caratterista con derisione-inscatolata, ma non è passata inosservata … a tempo e a luogo).
“Diffida” numero 2, che pur replicando all’analoga del 23 febbraio promossa dall’avvocato Andrea Guarino, rappresentante di imprese, nella scarsella contenente le carte di ciascuno ha decisamente aumentato il livello di responsabilità di sindaco, giunta & co. Per i quali, «una “diffida” al giorno…» causerà la provvista di un ricettario onde soddisfare le pozioni di Maalox.
Nella numero 2, si “diffida” tutto il governo cittadino «dal voler procedere alla sospensione o revoca dell’attività di riscossione richiesta dalle imprese a seguito della diffida – e, in aggiunta –; dal voler procedere a qualunque azione transattiva con il comparto delle imprese estrattive e alla definizione del valore venale e attendendosi rigorosamente a tutte le sentenze a favore dell’Ente».

Le “diffide” dovrebbero estendersi agli ipercritici partiti politici locali, sempre velenosi con sindaco e giunta ed ora a fare il tifo per la “transazione” con i padroni delle cave. Curioso…

LA DESTRA+I CIVICI+GLI EX GRILLINI _ Non è illegale solidarizzare con i padroni delle cave. Infatti. E’ quel che stanno esattamente facendo – però sottobanco – i Fratelli d’Italia, la Lega, il Pd, Forza Italia, le liste civiche d’ogni orientamento ed età. Ovvero, tutti i partiti e i gruppi politici presenti nel Consiglio comunale con l’esclusione di AttivaGuidonia.
Nessuno di loro ha chiesto al sindaco e agli assessori la minima spiegazione su cosa si sta facendo. E neppure la portata delle somme in discussione: quant’è il credito di Guidonia nei confronti dei padroni delle cave? Quanto costoro offrono a transazione? Silenzio.
Non un partito ha chiesto la convocazione del Consiglio comunale. O raccolto le firme per riunirlo, a norma di regolamento.

Qui e sopra, estrazione del travertino alle «Fosse», in via della Campanella (foto di Alberto Marchetti)

Per gli interessati evidentemente meglio mantenersi defilati. Perché se si riunisse l’assemblea la cosiddetta opposizione dovrebbe esprimersi. E il suo indirizzo condurrebbe a dire che i padroni delle cave hanno ragione, non aver pagato le tasse – che sono troppe e troppo esose – è tra le virtù della destra. Non ci si stupirebbe sentire qualcuno emulare un aspirante-futuro-sindaco, sentenziare che si potrà respirare abbattendo il credito e principalmente il contenzioso.
Pur essendo una affermazione di singolarità assoluta, una parodia della corretta amministrazione. Se si chiedesse a Michel Barbet, Elisa Strani, Nicola Sciarra per rimanere ai direttamente coinvolti, come si comporterebbero con i propri soldi, rispetto all’esempio che stanno dando con la gestione di quelli della città di Guidonia Montecelio, la risposta non si presterebbe a equivoci. Rafforzata da toni probabilmente neppure civili.
E dire che la destra di Guidonia Montecelio – con l’apporto almeno in parte dei civici – dovrebbe puntare a una conclusione positiva del contenzioso con le cave. Sembrerebbe che Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Udc, vogliano far dimenticare, far passare sotto silenzio, quel “piccolo” problema del «buco» di bilancio costituito dai 45 milioni contabilizzati dai commissari prefettizi a riepilogo di dodici ininterrotti anni di governo Sassano-Rubeis.
Un fardello che se si saldassero le imposte arretrate dei padroni delle cave in particolare non peserebbe giorno dopo giorno sulle spalle dei cittadini di Guidonia (o sulle loro strade).
IL PD _ Poche parole sul Pd. Unico partito che sostiene lor signori esplicitamente, senza mezzi termini. Facendo una mortificante confusione
Talmente tale da scambiare la richiesta di pagare le imposte come un attentato alla sopravvivenza del settore del travertino. Talmente in confusione da non essere capace di qualificare la politica dei padroni delle cave nettamente in contrasto con l’«accordo di programma» proposto da Gianpaolo Manzella, assessore Pd alla Regione Lazio.
Un partito, quello di Guidonia Montecelio, che la segreteria provinciale ha commissariato. Che non ne verrà fuori senza una ripulitura radicale. Esito improbabile. Anche perché protesterebbero i padroni delle cave.