Da Giorgio Santonocito, direttore generale della Asl Rm5, riceviamo e pubblichiamo

“Non c’è stata alcuna evacuazione nè chiusura della sede del Distretto di Guidonia. In data odierna, accertata la positività di un operatore, presso il Distretto di Guidonia – dopo aver effettuato tutte le prestazioni in corso nell’assoluto rispetto di tutte le procedure di sicurezza previste – sono state interrotte le attività solo al fine di consentire agli operatori della struttura di essere sottoposti a tampone. Sono state prese tutte le misure precauzionali necessarie, si sta procedendo alla sanificazione degli ambienti, all’indagine epidemiologica del caso e all’esecuzione dei necessari test. Già nella giornata di domani il Cup rispetterà i consueti orari. Per la prossima settimana è previsto lo spostamento di qualche seduta vaccinale che verrà concordata direttamente con gli interessati. Si precisa che i test sierologici effettuati nella giornata di ieri, giovedì 11 giugno, erano stati già calendarizzati e non sono legati a quest’ultima positività accertata nella giornata odierna ”.

Il Direttore Generale della ASL Roma 5, Giorgio Giulio Santonocito

 

 

I TEST SIEROLOGICI in corso da ieri (e terminati oggi) erano motivati: il cluster del coronavirus ha trovato conferma in un medico attivo nella sede del «distretto Guidonia» della Asl Rm5, in via dei Castagni (anche conosciuta come via dei Pioppi – o viceversa). Il malcapitato sarebbe il coniuge della vigilessa dipendente dal Comune di Guidonia Montecelio,  riconosciuta positiva al Covid-19.
Non la sola «vittima». In precedenza, un’altra addetta della polizia locale della «città del volo» era risultata contagiata dal coronavirus. Facile dedurre per effetto delle frequentazioni tra i due colleghi. Ad esclusione di una decina, destinati ai casi urgenti, gli altri 30 «pizzardoni» sono stati posti in quarantena.
I sospetti del possibile contagio nella sede Asl del «distretto Guidonia» erano affiorati già ieri. E per ciò è stata assunta la decisione dell’esame del sangue a tutto il personale del «distretto» per individuare la presenza degli anticorpi.

La sede del «distretto Guidonia» della Asl Rm5

Dal punto di vista generale, l’aspetto che può destare qualche preoccupazione riguarda la sede della struttura sanitaria del «Distretto Guidonia», una collocazione particolarmente delicata, di larga frequentazione, messa com’è tra l’Italian hospital group (del cui perimetro il distretto fa parte) e del centro commerciale tiburtino, proprio di fronte all’ingresso.
Per la cronaca, tutto ha avuto inizio da una famiglia positiva al Coronavirus. Nove persone contagiate. Un inatteso focolaio a Guidonia Montecelio, dai connotati decisamente particolari, visto che il «soggetto» era rappresentato da un’intera comunità. Della quale fa parte una dipendente del municipio, una vigilessa per l’esattezza, il cui padre è risultato ricoverato nell’ospedale della fondazione «San Raffaele» della «casata Angelucci», alla Pisana. Era l’inizio.
Proseguito con il secondo contagio. Che avrebbe coinvolto il consorte della donna, il medico appunto, il cui contagio sospettato ieri è stato riscontrato oggi. La sede del «distretto Guidonia» dell’Azienda sanitaria locale è stata evacuata e chiusa ad ogni attività. Il che significa che la Rm5 dovrà trovare uno spazio dotato di servizi appropriati e adeguati, visto che, a Guidonia Montecelio, la città più grande della provincia di Roma, non c’è nessun altro riferimento quanto a sanità pubblica.