di TOMMASO VERGA

Prossimo a cadere...

Il contrappasso, prossimo a cadere…

A GUIDONIA MONTECELIO la deadline è fissata per il 27 maggio. Data e odg certi, neppure un dubbio sugli accadimenti, la maggioranza che sostiene Andrea Di Palma non c’è più. Quattro suoi consiglieri voteranno contro il bilancio. Poi, tutti a casa. Va precisata la causale politica, con esclusivo recapito Andrea Di Palma. Che dai contrari è giudicato non più rappresentativo del centrodestra. Quindi, in discussione la persona non la coalizione.

A sostegno, spalleggia la perlustrazione dei numeri: Partito democratico, 7, e Movimento 5stelle, due, “storica” opposizione della legislatura, sommano 9 eletti. Ai quali vanno aggiunti Aldo Cerroni, lista civica, ex presidente (dimesso) dell’Assemblea cittadina, e tre di Forza Italia: Anna Maria Vallati, Stefano Sassano, Mario Valeri. Il quartetto è autore di una dichiarazione che si presume spieghi le motivazioni, messe nero su bianco questa mattina. Il totale arriva a 13. Prevalente in un contesto di 24 membri (Eligio Rubeis, il sindaco, dagli arresti domiciliari non vota). Ai quali potrebbero unirsi Veronica Cipriani (sincere scuse personali per la grave disattenzione in un pezzo che la riguardava) e Gianluigi Marini.

Per funzioni di cronaca spesso in contrasto con l’esame delle probabilità, a posdomani si potrebbe non arrivare. Perché, visto che sono certificati i numeri contrari al bilancio e necessari per lo scioglimento del Consiglio comunale, lo stesso Di Palma avrebbe deciso la conclusione dell’avventura. Così, anziché subire la “bocciatura” fondamentalmente inflittagli dalla sua maggioranza, il vicesindaco di Eligio Rubeis ed ora facente funzioni in conseguenza dell’arresto dell’altro, getterebbe la spugna. Andandosene. Autonomamente. Con effetti beckettiani, da “teatro dell’assurdo”.

Sorprese comunque non si escludono, colpi di coda – ininfluenti – inclusi. L’eventualità meno recente e non tramontata, riguarda la “parola d’ordine” prevalente nella coalizione di centrodestra: con i pentastellati e i democrat nessun accordo. Il Consiglio si scioglie in nome della “politica” mediante le dimissioni dei componenti di Forza Italia, che assume così la primazia sul licenziamento del facente funzioni e costringe Pd e 5stelle ad accodarsi. Un hit che fa presa oltre i confini degli “azzurri”.

Invece non è passata l’ipotesi – vero ed unico motivo della discesa di Maurizio Gasparri a Guidonia – di sciogliere il Consiglio tra un mese, dopo il ballottaggio a Roma, onde evitare “scossoni” tra Forza Italia e Ncd, la coalizione che sostiene Alfio Marchini nella corsa per il Campidoglio. Vi sono forti preoccupazioni per l’”onda d’urto” provocata nei due partiti alleati a causa del venir meno del sostegno al secondo cittadino nell’unico grande Comune non solo romano governato da un seguace di Angelino Alfano.

Andrea Di Palma

Andrea Di Palma

A contrappeso, extrema ratio, Andrea Di Palma ha interpellato la prefettura di Roma sul personale diritto di votare il bilancio. Il dettaglio curriculare del personaggio chiarisce il senso del quesito. L’uomo non è stato né si è mai candidato. Quindi non è stato mai eletto. Anche se si ritrova sempre presente – assessore esterno, nominato – negli esecutivi da oltre dieci anni, nel centrosinistra (sindaco Filippo Lippiello, prima) e nel centrodestra (sindaco Eligio Rubeis, dopo). Il quesito: la legge prevede che il sostituto del titolare sospeso eserciti le funzioni del primo cittadino (con compiti limitati all’ordinaria amministrazione: vista l’esperienza chissà che cosa vorrà dire…). Nella formula rientra il diritto di voto?

Ovviamente, a prescindere dall’accoglienza, stante i numeri, il quesito diventa un puro esercizio retorico, che non influirà sulle ultime ore di un’agonia passata a convincere gli oppositori della propria parte a rinunciare al voto contrario. A quanto si è visto, neppure il miraggio della promessa della presidenza del Consiglio lasciata libera da Aldo Cerroni ha provocato qualche ravvedimento.

Per non sentire la dichiarazione del “matto”, a questo punto Di Palma avrebbe in animo la “mossa del cavallo” di una interminabile partita a scacchi giocata in nome del “bene della città”: le dimissioni. Che dovrebbero avvenire domani, prima che il Consiglio si riunisca. Nel tramestio di sussurri e di “io non t’ho detto niente”, l’ipotesi appare la meno convincente di tutte. Ma, tanto per non tralasciare nulla, va aggiunto che l’orientamento porterebbe con sé l’avvento del commissario prefettizio escludendo lo scioglimento dell’Assemblea che rimarrebbe in carica il tempo parallelo alla permanenza nel titolo di Eligio Rubeis. Per cui, soltanto alla rinuncia di costui conseguirebbe la fine anticipata della legislatura. Si citava Beckett. Forse meglio mostruosità giuridica. Però legale.