di TOMMASO VERGA
UN CANDIDATO SINDACO “STIRPE RUBEIS” corrispondente a Michele Venturiello, avvocato di Setteville, capogruppo consiliare di Forza Italia al momento dell’arresto a luglio del 2015 di Eligio Rubeis, primo cittadino di Guidonia Montecelio. L’aspirante sindaco non verrebbe espresso dalla intera coalizione di destra bensì da un partito, il suo, che da quella data, dopo l’uscita dal governo cittadino a causa degli effetti dell’“Operazione ragnatela” – così la denominazione del faldone della procura della Repubblica di Tivoli – si è caratterizzato unicamente per l’acceso sostegno a Manlio Cerroni perché avviasse l’impianto TMB, a patto di escludere l’utilizzo dei rifiuti romani: un “prodotto” venduto agli elettori pur sapendo che si tratta di ciarpame politico fuori uso.

Michele Venturiello

Forza Italia, senza remore né giri di parole, dichiaratamente considera «palla al piede» il Parco naturalistico archeologico dell’Inviolata, la formazione sostiene che Guidonia Montecelio è impedita nello sviluppo da un «vincolo (del Mibact, ndr) che di fatto priverebbe «di qualsiasi possibilità di ideazione e realizzazione il nuovo governo della Città…». Necessario quindi abbattere il cosiddetto “vincolone”. Manca soltanto il proclama (per esteso): dopodiché siccome vinceremo noi, torneremo alla Selciatella per tirar su un interporto (in effetti, non considerando l’area protetta, in base allo spazio disponibile, il perimetro potrebbe ospitare tuttalpiù una piattaforma logistica, ndr); non si precisa se o meno sulle spoglie della donna seppellita con la sua collana d’oro al collo.
E’ come se Roberto Gualtieri avesse inserito nel programma elettorale di Roma la cementificazione di Ostia Antica; oppure, da parte del futuro sindaco di Tivoli (quando sarà: forse prima dei tre anni rimasti) la costruzione di un termovalorizzatore nella Villa dell’imperatore Adriano.
Esempi. Per dire che il partito di Michele Venturiello si fa chiamare «Forza Italia»; ma chissà di quale Italia, certo non di quella che studiodi e turisti di tutto il mondo apprezzano e approfondiscono permanentemente.
Prematuro precisarlo, però se l’ambizione andrà in porto, a codirigere l’orchestra ci si stupirebbe non fosse Umberto Ferrucci, l’ideologo dello sviluppo ambito, autore del rapporto cementificato da 7 anni di governo Rubeis. Anche se di superfici libere non ne sono rimaste tante e chissà dove. Sufficienti comunque perché qualche altro migliaio di abitanti-pendolari possa dedicarsi a imprecare per la qualità dei servizi, le prestazioni di beni e attività lavorative.
Con Ferrucci allo sterzo, a Michele Venturiello non rimarrà che convenire su qualche “variante” a modifica dei residui spazi liberi, utili a erigere qualche altro palazzone che esalti il “modello di sviluppo” propugnato dai costruttori del Bivio di Guidonia o di Marco Simone. Le attese mirano alle mirabilie della stagione in cui Guidonia era governata dalla destra.
La candidatura di Michele Venturiello non scioglierebbe le campane a festa. Perché, al momento, l’avvocato di Setteville, oltre a quello ovviamente di Forza Italia, troverebbe il sostegno della lista civica dell’imperterrito Aldo Cerroni, il renziano sostenitore di Carlo Calenda, “politicamente apparentato” con Eligio Rubeis sostenuto al momento del ballottaggio del 2014. Una scelta che gli valse la riconoscenza della destra, un “grazie” che lo ha portato ad assidersi sullo scranno del presidente del Consiglio comunale di Guidonia Montecelio, poi lasciato al momento dell’arresto del sindaco.
E gli altri partiti del centrodestra? Sta riflettendo una titubante Fratelli d’Italia, decisamente contraria la Lega per Salvini (1. continua)