di TOMMASO VERGA
NATALE E’ PASSATO, LA VERIFICA C’E’ STATA. Superata? No. E’ il contrario. Da far arrabbiare l’avvocato Manlio Cerroni. Visto che il TMB (sopra, le due linee dell’impianto all’Inviolata) era ed è rimasto immobile. Contrariamente a quanto preconizzato dai due intervistati il 9 novembre 2021 da Tiburno. In aggiunta, un mese dopo, il 3 dicembre, è entrata nella partita la Città metropolitana di Roma Capitale, CMRC in sigla, con una corposa lettera di risposta al Supremo. Nelle interviste si annunciava per Natale l’entrata in funzione all’Inviolata dell’impianto TMB; la missiva della CMRC lo nega, nonostante un manifesto «siamo d’accordo» seguito da un «tuttavia non possiamo».
A intervenire nelle due interviste su Tiburno del 9 novembre sono stati l’ingegner Roberto Loreti (per i dettagli sul layout del TMB) e l’avvocato Giovanni Bernardini, definito nuovo amministratore di “Ambiente Guidonia srl”, società del “gruppo Cerroni”. E’ lui a dichiarare che «L’impianto di trattamento meccanico biologico è in possesso di tutte le autorizzazione previste dalla legge ed è pronto ad entrare in esercizio». 
– Avvocato per aprire l’impianto cosa manca? chiede il cronista.
«In questo momento l’impianto è pronto, stiamo svolgendo delle attività preliminari di natura tecnica, la società è pronta alla messa in esercizio nelle prossime settimane. Possibilmente entro Natale».
– Entro Natale il Tmb apre?
«Potrebbe aprire se le attività preliminari andranno tutte a buon fine. Avremo la possibilità di cominciare la messa in esercizio anche nelle prossime settimane perché – ripeto – l’impianto ha tutte le carte in regola, sia dal punto di vista autorizzativo, sia dal punto di vista cartolare, tecnico, scientifico, tecnologico, per poter dare il suo contributo al ciclo integrato dei rifiuti».
– Avvocato, per arrivare all’impianto è obbligatorio percorrere via dell’Inviolata, tracciato sterrato con numerosi avvallamenti: recentemente il Tar si è pronunciato e ha annullato l’ordinanza di chiusura della strada firmata ad agosto dal sindaco Michel Barbet per la presenza di rifiuti. Dove transiteranno i mezzi diretti al Tmb?
«I mezzi dovranno necessariamente transitare su via dell’Inviolata perché il Tmb è in un fondo intercluso».
Un’intervista come si vede all’insegna dell’ottimismo. Invece… Dalla data delle interviste passa quasi un mese e il 3 dicembre alla Città metropolitana di Roma Capitale (CMRC) targata Roberto Gualtieri dopo il quinquennio di Virginia Raggi, viene recapitata la richiesta (l’ennesima, ri-ri-ri-chiesta…) di «Ambiente Guidonia srl», che intende spazzolare via dell’Inviolata per non far ballonzolare i camion di rifiuti (e magari salvaguardarne le sospensioni). Gli automezzi propri e quelli di AMA spa, la municipalizzata del Comune di Roma. Tutti diretti all’impianto TMB (con il carico di 190mila ton./anno).
L’effetto causato dalla domanda di «Ambiente Guidonia srl» è, come detto, una lunga risposta, di 4 cartelle, a firma dei due direttori del II Dipartimento, mobilità e viabilità, e del servizio (la replica della CMRC è ovviamente successiva, ma esattamente a quando risalga non è possibile risalire visto che è priva di data).

I «costruttori» del Tmb (non solo all’Inviolata): Francesco Zadotti e, alle spalle, Gianmario Baruchello

Oggetto: Impianto TMB di Guidonia / Via dell’Inviolata «La Società Ambiente Guidonia srl ha manifestato il 03.12.2021, la disponibilità a procedere, a proprie cura e spese, alla rimozione dei rifiuti abbandonati sul ciglio di Via dell’Inviolata ed alla copertura delle buche e degli avvallamenti presenti sul tracciato nel tratto compreso tra l’inizio della strada (altezza rotonda su via Casal Bianco) fino all’entrata dell’impianto» si legge.
Risposta (in sintesi): «Il Dipartimento Mobilità e Viabilità, per quanto di propria competenza, pur auspicando una soluzione favorevole alla proposta rappresentata da codesta Società (ci si tornerà su, ndr) si trova nell’impossibilità a rilasciare autorizzazioni in considerazione della pendenza di n. 3 giudizi dinanzi al Tar e Consiglio di Stato» (con il procedimento penale fanno 4).
Così, tutto compreso, si capisce perfettamente che soltanto quanto pubblicato da Tiburno si può ascrivere all’autore dell’intervista. Il quale con i «fatti mancanti», venuti meno a Natale – l’avvio dell’impianto TMB – non c’entra assolutamente nulla. Né si può immaginare che il cronista abbia inventato la storia (perché di questo si tratterebbe: come sottintende il post di un titolato rappresentante del Consiglio comunale di Guidonia Montecelio). Oltreché offensiva, l’ipotesi è impraticabile visto che, per giunta, il dialogo è audioregistrato e riportato sul podcast del settimanale.
Ma come nasce l’intervista? Perché illustrare l’avvio del TMB nei pressi di Natale mentre già il semplice annuncio altro non poteva suscitare che ironia su un’azione impraticabile e basta? Perché nella circostanza, l’iter «libera tutti» poteva dipendere solo da una decisione del MIC (recente acronimo del Mibact) che decretasse la revoca di “vincoli” e «vincolone», ossia le ristrettezze sul monte Monnezza dell’Inviolata. Così non è né tantomeno è stato.
Cosa ha giustificato quindi l’intervista a Tiburno? l’esposizione dell’avvocato Giovanni Bernardini? Perché intraprendere un percorso non privo di rischi (in termini di immagine) su un tema ormai decisamente minoritario? Solo leit motiv giustificante l’esistenza per ciascuno degli ultimi quattro gatti seguaci dell’ex sindaco Rubeis e del piduista candidato alla presidenza della P2? Perché a quella data, il 9 novembre, non risultava la pubblicazione di atti che potessero far pensare a un esito favorevole alla società della lunga controversia sul TMB. Ultima ipotesi: tutto ha avuto origine dalla voglia di sfida dell’avvocato Manlio Cerroni ai suoi oppositori. La più recente. Origine? Le amenità di qualcuno che ogni tanto si diverte a mancare di rispetto ai lettori: sull’impianto TMB un florilegio.
Rafforza l’impressione la richiesta del 3 dicembre di pulire via dell’Inviolata. Tempi coerenti con l’avvio dell’impianto TMB a Natale. Anche qui, razionalmente, non si spiega l’iniziativa che segue l’altra sfilza delle analoghe nel tempo, istanze mai andate a buon fine per l’ultragiustificata opposizione del MIC. Con il rischio-mannaia che qualche tribunale emetta contro il padrone del TMB la sentenza di «costruzione abusiva». Sarebbe opportuno a questo punto della storia che gli avvocati Manlio Cerroni e Giovanni Bernardini si convincessero, all’Inviolata non c’è nulla da lucrare. Ernesto Nathan, sindaco di Roma (la cui famiglia – quella della nipote Amelia Rosina in Faroni – era proprietaria del terreno di Tivoli noto come “lottizzazione Nathan”) l’avrebbe decretato: «All’Inviolata nun c’è trippa pe’ gatti».