Mauro Lombardo con, alla sua destra, Aldo Cerroni

di TOMMASO VERGA
10.000 VOTI. MAURO LOMBARDO HA TOCCATO IL 35,23 PER CENTO, E’ SUO IL NOME PIU’ VOTATO. Tra due settimane se la dovrà vedere al ballottaggio decisivo con lo sfidante Alfonso Masini, attestato al 28,16%, secondo dei quattro concorrenti con una differenza dell’8.16%. Handicap decisamente significativo.
Terzo in «classifica» Alberto Cuccuru, 26.70 la sua percentuale; che precede la conclusiva di Claudio Zarro, 9.91 per cento. Entrambi, è possibile vengano interpellati, magari con una proposta di «apparentamento» come abitualmente in elezioni analoghe. La procedura deve esaurirsi entro sette giorni dalla prima votazione.
Venendo alle formazioni, tra liste «classiche» e «civiche» (ben 16 quelle presentate), il maggiormente preferito dagli elettori è risultato il Partito democratico, con una percentuale di consensi del 18.196; i voti, 4.786. A seguire, Fratelli d’Italia, che incamera 3.593 voti dei 29.532 scrutinati, pari a una percentuale del 13,661.
A precedere i 2.143 voti della Lega per Salvini (8.148%), i 3.047 consensi per il Biplano – la formazione fondata da Gianluigi Marini che presentò la candidatura di Mauro Lombardo sindaco già cinque anni fa – si attesta a 3.047 voti con una percentuale dell’8.148. Netta la differenza tra il partito di Giorgia Meloni e il Carroccio, destinato, si direbbe, a un ruolo di sempre minor importanza sia rispetto alle scelte che alle decisioni.
Allo scoccare del mezzo secolo d’età, Lombardo ha deciso di tornare all’antica passione, sostituendo Aldo Cerroni al vertice dell’organizzazione politica, che, a loro dire, è «contro i partiti, dai quali, appunto, siamo usciti». Va ricordato che il 25 maggio del 2014 candidato sindaco alle elezioni comunali di Guidonia Montecelio provò, fallendo, Aldo Cerroni, l’altro socio del Polo antipartito.
Non da tutti (i partiti) né tutti però. Perché Aldo Cerroni, segretario della consigliera regionale renziana Marietta Tidei, non ha rinunciato a nulla e gli aderenti a Italia viva di Matteo Renzi, e ad Azione, di Carlo Calenda, hanno dichiaratamente sostenuto il candidato «apartitico». Negli ambienti della destra non si esclude nemmeno che con il ricorso al voto disgiunto, consensi in direzione di Lombardo siano giunti da quel versante, a consumazione di vendette interne ai partiti.

Se tra due settimane venisse eletto, Mauro Lombardo sarà il primo candidato di estrazione missina nella storia a occupare lo scranno di sindaco di Guidonia Montecelio. Lo invidierebbero Vittorio Messa (che però è stato vice del sindaco Stefano Sassano) ed Adalberto Bertucci; entrambi, nonostante la carriera politica iniziata nella prima Repubblica, non hanno lasciato tracce dell’impegno nella città d’elezione. Forse per questo non sono mai riusciti ad occupare il seggio di primo cittadino.
Adalberto Bertucci è il mentore di Mauro Lombardo. Da presidente dell’ATAC, a febbraio 2009 assunse il giovane camerata di Guidonia Montecelio (città nella quale Lombardo ha ricoperto gli incarichi di vicesindaco e di assessore all’Urbanistica). Inizialmente «operatore» a 19mila euro l’anno, diventate 170mila dopo la promozione a dirigente dell’ufficio acquisti dell’Atac, incarico retto fino al gennaio 2015. © RIPRODUZIONE RISERVATA