di TOMMASO VERGA
E’ INIZIATA COSI’: VITO CONSOLI SCRIVE A MARCO LUPO: occorre un «parere Arpa Lazio su impianto TMB di Guidonia, AIA rilasciata con determinazione dirigenziale n. G07907 del 2020; determinazione dirigenziale n. G02450 del 2021», nonché sulla «Presa d’atto ottemperanza prescrizioni determinazione n. G07907 del 06/07/2020 propedeutiche all’avvio dell’esercizio dell’impianto».

Vito Consoli

Marco Lupo

E’ l’11 novembre 2021. Vito Consoli occupa la «direzione regionale ambiente» a seguito delle disavventure giudiziarie di Flaminia Tosini, mentre a Wanda D’Ercole già in precedenza era stato assegnato l’interim della direzione rifiuti.
Quello stesso giorno – non un caso evidentemente – coincide con l’emanazione del decreto T-212 a firma Nicola Zingaretti che solleva Consoli dall’incarico. Dal 4 febbraio, il capo dei rifiuti è Andrea Rafanelli, proveniente dalla Regione Toscana: sarà lui, oltre a Consoli, a doversi occupare degli effetti derivanti del richiesto parere del predecessore.
Ma perché gli interrogativi? Qual è la ragione dei due messaggi inviati a Marco Lupo, grande capo dell’Arpa (l’Agenzia regionale protezione ambientale»)? A lume di naso, si direbbe che Vito Consoli intenda non soltanto lasciare comunque traccia del suo passaggio nella «divisione rifiuti» dell’assessorato all’Ambiente (nel quale, in precedenza, si è sempre occupato di parchi), ma principalmente inoltrare una sorta di post-it che dia il la e colpisca direttamente l’attenzione del destinatario: «prendi nota che ARPA Lazio non appare in nessuna parte delle determinazioni, viene ignorata, credi sia regolare non si conosca il parere della tua Agenzia sui permessi per l’avvio dell’impianto TMB all’Inviolata?» (in alto, una immagine “datata” della discarica dell’Inviolata: sei invasi esauriti all’interno del Parco archeologico naturalistico regionale)

Dichiara l’avvocato Bernardini, amministratore di “Ambiente Guidonia”, srl del “gruppo Cerroni”: «… il TMB è in possesso di tutte le autorizzazione previste dalla legge ed è pronto ad entrare in esercizio»

Manlio Cerroni con la figlia Monica

DA HINTERLAND DEL 13 GENNAIO 2022: Tiburno, 9 novembre 2021, intervista all’avvocato Giovanni Bernardini, nominato nuovo amministratore di “Ambiente Guidonia srl”, società del “gruppo Cerroni”. E’ il professionista a dichiarare che «l’impianto di trattamento meccanico biologico è in possesso di tutte le autorizzazione previste dalla legge ed è pronto ad entrare in esercizio».
– Avvocato per aprire l’impianto cosa manca? chiede il cronista.
«In questo momento l’impianto è pronto, stiamo svolgendo delle attività preliminari di natura tecnica, la società è pronta alla messa in esercizio nelle prossime settimane. Possibilmente entro Natale».
– Entro Natale il Tmb apre?
«Potrebbe aprire se le attività preliminari andranno tutte a buon fine. Avremo la possibilità di cominciare la messa in esercizio anche nelle prossime settimane perché – ripetol’impianto ha tutte le carte in regola, sia dal punto di vista autorizzativo, sia dal punto di vista cartolare, tecnico, scientifico, tecnologico, per poter dare il suo contributo al ciclo integrato dei rifiuti».
Nessun dubbio sul fatto che l’avvocato Giovanni Bernardini esprima la convinzione del “gruppo Cerroni” sulla validità (per questa parte) delle autorizzazioni rilasciate dalla «direzione regionale ambiente». Le precisazioni di ARPA Lazio – a seguire, sotto il titolo successivo – forniscono motivi che investono direttamente la «Guidonia Ambiente srl». La quale, se la procedura non corrispondesse alla regola, non potrebbe svolgere i compiti che il management e la ragione sociale si aspettano, diventando così “parte lesa”. Per ciò, appurare la validità delle determinazioni regionali è compito che il “gruppo Cerroni” deve giocoforza svolgere. In termini pratici, la società altro non può che richiedere un’indagine della magistratura. Anche se ciò significa, volente o nolente, citare in giudizio la Regione Lazio.

ARPA Lazio: ci hanno convocato, ma quando abbiamo chiesto la documentazione non ci hanno nemmeno risposto … un racconto lungo 43 pagine

La risposta a Vito Consoli di Marco Lupo, massimo dirigente di ARPA Lazio, viene recapitata in “direzione rifiuti” il 9 febbraio 2022, una settimana fa. Per spiegare quale «malessere» possa animare chi scrive, è bene sottolineare che, per spiegare fatti e circostanze, l’autore compila 43 pagine, un vero e proprio dossier.

La “mappa” dell’Inviolata, con, al centro, l’impianto per il trattamento dei rifiuti

IL DEJA VU DEL FEBBRAIO 2016. «Occorre rammentare che ai fini del rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale – scrive l’Agenzia – di cui alla Determinazione n. C1869 del 02/08/2010, rilasciata al Consorzio Laziale Rifiuti (CO.LA.RI.) e volturata con Determinazione n. G08879 del 17/07/2015 alla società Ambiente Guidonia s.r.l., per la realizzazione e l’esercizio di un nuovo complesso impiantistico integrato, costituito da un impianto di trattamento, recupero e valorizzazione di rifiuti non pericolosi con produzione di CSS e FOS e da un impianto per la produzione di compost di qualità da rifiuti organici provenienti da raccolta differenziata, sito in località “Inviolata” nel Comune di Guidonia Montecelio (RM), in data 24 febbraio 2016 con prot. 98591 la Regione Lazio aveva convocato apposita Conferenza dei servizi, preordinata, tra l’altro, sulla base dell’art. 29-quater c. 6 del D.Lgs. n. 152/06, all’acquisizione del parere di competenza di Arpa Lazio».
IGNORATA LA RICHIESTA DI DOCUMENTAZIONE.
«Al riguardo, con nota prot. 15210 del 01/03/2016, la scrivente Agenzia aveva manifestato all’Autorità competente l’impossibilità di esprimere il proprio parere per quanto riguarda le modalità di monitoraggio e controllo dell’impianto, considerata l’assenza nella documentazione in atti allegata all’istanza delle informazioni previste dalla richiamata normativa vigente per la valutazione del PMeC da approvare.
«Si precisa inoltre che, successivamente alla trasmissione della citata nota, Arpa Lazio non aveva ricevuto alcun riscontro alla medesima e di conseguenza aveva evidenziato, nel rispetto dei tempi previsti, l’impossibilità di rilasciare il proprio parere di competenza».
BIS NEL 2020: LA DETERMINAZIONE SENZA IL PARERE DI ARPA LAZIO. 
«In seguito, con Determinazione G07907 del 06/07/2020, l’Autorità competente ha rinnovato l’autorizzazione integrata ambientale di cui alla Determinazione n. C1869 del 02/08/2010, senza l’acquisizione del parere di Arpa Lazio sul Piano di monitoraggio e controllo».

Flaminia Tosini

43 pagine ridotte a estrema sintesi? Inevitabile, considerando che parte del “trattato” riguarda materia decisamente propria dei tecnici (se non di scienziati) esperti del settore. Quello che intriga, invece, è il quesito che scaturisce dall’esclusione di ARPA Lazio dagli appuntamenti, anche da quelli che la procedura stabilisce «d’obbligo». Perché l’Agenzia non ha partecipato? Interrogativo che fa il paio con il trattamento sostanzialmente analogo riservato alla Sovrintendenza archeologica, autrice del “vincolone” del 14 marzo 2016, apposto dalla sovrintendente Alfonsina Russo su 1700 ettari di Guidonia Montecelio, un’area vasta comprendente anche l’Inviolata. Qualcuno deve comunque spiegare qual è il motivo di questo consueto? inconsueto? comportamento Regione vs Regione.
Sul fatto inoltre che è consentito approvare e pubblicare documenti, perfino determinazioni, senza alcun controllo sulla procedura e di merito, si tornerà su.