Una “cupola” e 5 stabilimenti. Si articolerà così la struttura ospedaliera della RmG se e quando verrà approvato l’Atto aziendale” della Asl messo a punto dal direttore generale Giuseppe Caroli. Si tratta delle linee-guida, vera e propria “piattaforma programmatica” attraverso la quale si governerà la sanità nei prossimi anni. Il documento non è ancora ufficiale, ma trapelano le prime indiscrezioni. Al momento, la più significativa riguarda il riordino della rete ospedaliera. Quanto prioritario (e necessario) è tutto da vedere. Nel momento in cui la Regione Lazio

Giuseppe Caroli, direttore generale della RmG

decide di “salvare” i nosocomi di Monterotondo e Subiaco dalla chiusura decisa a suo tempo da Piero Marrazzo e poi confermata da Renata Polverini.
Così, la RmG verrà ridotta a un presidio ospedaliero unico dal quale dipendono cinque stabilimenti di cui 2 disagiati (di nuovo Monterotondo e Subiaco). La curiosità intanto, suscitata dalla inedita nomenclatura. Qualunque dizionario della lingua italiana, traduce “stabilimento” in “complesso di edifici e installazioni destinati ad attività industriali; fabbrica” (Garzanti). A meno che non ci rivolga all’Ocse per far sì che contenga nelle sue analisi l’esame della produzione di malattie e di cure (oppure non si vogliano produrre pelli o scarpe), l’inappropriatezza della definizione lascia basiti. E resuscita disgusto una preferenza collegata a tempi andati, a un’epoca infausta – più dell’attuale (se si pensa il contrario è bene saperlo) – per il nostro Paese. Si dirà che altri hanno il copyright, che ben prima non solo l’Emilia ma la vendoliana Puglia hanno così organizzato il sistema sanitario. Completo di ‘narrazione’. Della quale qui si attende lo sviluppo. Ma la ripulsa – le parole hanno un senso, sempre – rimane.
C’è infine il merito. Controverso e anch’esso difficile da condividere. Nell’Atto aziendale si constata cancellata la riforma-Bindi, ed anche il numero di strutture complesse e semplici non rispetta i requisiti fissati dal comitato Lea (livelli essenziali di assistenza), così come ribadito dal Dca (decreto commissario ad acta) della Regione Lazio U00259 del 6 agosto.
Qualche conseguente domanda: il decreto della giunta Zingaretti 368 del 31 ottobre Giuseppe Caroli l’ha letto? La Conferenza dei sindaci ne sta venendo informata proprio in questo momento: cosa ne pensa?