Arcibaldo Miller, capo della Procura di Tivoli

Arcibaldo Miller, da aprile al vertice della Procura di Tivoli

di TOMMASO VERGA

ELIGIO RUBEIS, sindaco di Guidonia Montecelio, agli arresti domiciliari, le indagini coordinate dalla Procura di Tivoli sono in pieno svolgimento, negli ambienti del Comune c’è chi paventa che altri, politici e dirigenti, possano condividere analoghi se non più restrittivi provvedimenti. Le deduzioni dal fatto che i “forestali” presidiano gli uffici mentre altri loro colleghi perlustrano e sequestrano carte in tutte le aziende che hanno beneficiato di appalti. Invece da escludere, allo stato, l’allargamento delle indagini e delle conseguenze. Da quel che si arguisce, l’indagine è del tutto circoscritta ed interessa esclusivamente Palazzo Matteotti e Asl RmG, in sostanza le relazioni tra i due enti con una delle più grandi aziende private del territorio tiburtino. Non una sorpresa per hinterland, in assoluta solitudine abbiamo scritto, ripetutamente, di fatti che potrebbero trovare oggi qualche riscontro. In positivo o il contrario. Utile per sgomberare il campo da ogni sospetto. Comunque, l’approfondimento dell’ambito sanitario offre molteplici motivi di interesse. Anche se, con ogni probabilità, occorrerà forse attendere Piazzale Clodio e “mafia capitale 3”.

“I reati ipotizzati, allo stato, sono: concussione, corruzione e induzione indebita a dare o promettere utilità. Le vicende riguardano assunzioni di personale presso imprese locali, incarichi pubblici e pagamenti di fatture da parte del Comune di Guidonia Montecelio. Gli elementi finora acquisiti si basano essenzialmente su attività di intercettazione ambientale e telefonica – si legge in un comunicato della Procura della Repubblica di Tivoli –. Nell’ambito dello stesso procedimento la Procura di Tivoli ha emesso una serie di decreti di perquisizione e sequestro presso gli uffici pubblici e le imprese coinvolte nei fatti, ai quali la Polizia Giudiziaria ha dato esecuzione nel corso dell’odierna mattinata. L’attività d’indagine, diretta dal Procuratore della Repubblica e dal Sostituto Procuratore designato, è stata svolta negli ultimi mesi attraverso la collaborazione degli uomini del Nucleo Investigativo Centrale e del Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato nonché della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Tivoli”.

Di più, al momento, non è dato sapere. Oltre al resoconto dei fatti, unica certezza: quello che sta avvenendo mette termine a una carriera politica e ad un governo della città, ma soprattutto – almeno ci si augura – permetterà di approfondire il “modello comportamentale” sul quale si è fondato il sistema di potere guidoniano. Un “modello” appunto,  con sue regole e comportamenti, un rituale per il quale, in termini politici e non giudiziari, sarebbe scorretto addebitare l’osservanza soltanto al sindaco e alla coalizione temporaneamente in carica. Più concretamente, se similitudini si vogliono cercare, va recuperata la “Mafia capitale” di Buzzi e Carminati, non perché si è di fronte al medesimo meccanismo, ma perché, anche qui, la politica ricava vantaggi e promozioni quando è sottomessa o promuove gli affari. Soprattutto quelli discutibili se non direttamente illeciti.

Riportare in profondità le radici dell’indagine, al momento, è praticamente impossibile. Tutto coperto dal più rigoroso segreto. Le voci in questo senso però si moltiplicano. Una vuole che sia stato lo stesso Rubeis ad “offrire” le carte ai magistrati. I quali avrebbero recuperato il bottino trafugato dai ladri autori del furto nella villetta del primo cittadino a settembre di due anni fa. I malviventi si impadronirono anche della cassaforte. Nella quale – secondo i bene informati – erano custoditi documenti “interessanti” per gli investigatori. Il resto viene da sé.

Ora la bandiera della “liberazione” la impugna Arcibaldo Miller, nuovo capo degli uffici di viale Cassiano, il primo magistrato ad ordinare l’arresto di un “politico” nella storia della Procura di Tivoli (gli altri dell'”area Flaminia”, per rimanere alla circoscrizione giudiziaria, vanno ascritti a Giuseppe Pignatone con “Mondo di mezzo” e “Mafia capitale”) . A lui il compito di ripristinare la legalità e la civile convivenza che ne discende.

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