L'assessora Morena Boleo

L’assessora Morena Boleo

(t. ve.) FINO A UN anno fa, le relazioni tra Mantova e l’area tiburtina erano di pertinenza pressoché esclusiva del Mantegna, che, nella Camera Dipinta (detta “degli sposi”) dipinse in uno sfondo un po’ a caso, senza alcun ordine territoriale, le cittadine che a oriente di Roma l’avevano impressionato nel suo peregrinare. Ora, grazie all’opera dell’assessora Morena Boleo, il capoluogo lombardo offre un nuovo accostamento, quello di un architetto, Paolo Pecorari, chiamato a progettare e dirigere i lavori dei parchi di Guidonia Montecelio. Una spesa di 182.796 euro per il bilancio comunale, contro i 24.487 per il professionista. Ce n’è poi un secondo, per altrettanto esborso, l’ingegnere Luciano Sperati, coordinatore della sicurezza. Entrambi hanno il compito di sovrintendere “i lavori di manutenzione straordinaria ed interventi di riqualificazione di varie aree a verde pubblico indicate nella nota eccetera eccetera…” si legge nella determinazione dirigenziale 99 del 27 novembre del 2014. Dalle carte ufficiali, tutto appare ineccepibile, perché “l’affidamento diretto da parte del responsabile del procedimento (è avvenuto) nei principi di trasparenza e rotazione”. 

La formula degli “affidamenti diretti” si presta

A Guidonia la pietra prima degli alberi anche nei parchi

A Guidonia la pietra prima degli alberi anche nei parchi

a una discussione infinita. Che premia sia gli oppositori che i partigiani della procedura. Gara, sorteggio, elenchi, tutto è opinabile, e il ricorso all’una o all’altra soluzione normalmente si accompagna al mugugno dei rimasti fuori e dei critici sistematici. Come ben sa chi frequenta l’ambiente, neppure la valutazione dei curricula – che in questo caso comunque non sono stati resi pubblici – determina convinzioni decisive tra partecipanti e non alla riffa .

In un post precedente si scriveva del direttore generale della RmG il quale, per le medesime incombenze affidate ai due professionisti da Guidonia Montecelio, per un appalto di 3 milioni è andato a scegliere l’addetto nel centrosinistra del Consiglio comunale di Spello, sua città natale. Tra i 400 mila abitanti del territorio amministrato non ha trovato un direttore dei lavori adeguato. A parte la riduzione del numero dei residenti, la cosa qui non è diversa, a dimostrazione che tutto il mondo è paese anche laddove ci si fregia dell’appellativo di città. Paolo Pecorari, l’architetto, è un migrante, viene da Mantova. Un trasferimento per motivi economici si presume. Oppure – altra possibile ipotesi –, un omaggio dell’assessora guidoniana al Mantegna. Che si traduce in un diretto, indubitabilmente appropriato accostamento con la “Camera degli sposi”. Sul dipinto non se ne vede segno, ma ci sarà stata sicuramente una dote a precedere lo scambio delle vere nuziali.

Morena Boleo e, alla sua destra, Alessandro Messa, controllano le prime opere

Morena Boleo e, alla sua destra, Alessandro Messa, controllano le prime opere

L’ingegnere invece gioca in casa. La chiamata è del tutto trasparente. Così come sono lontani chilometri i due casi precedenti è di assoluta contiguità l’attribuzione che lo riguarda. Nel profilo twitter Luciano Sperati si “qualifica”: “Romanista (ex curva sud), ingegnere da 25/30 anni, sposato, addetto alla cura di carlini, cattolico quasi praticante”. Omette di precisare (ma soltanto un cieco non se ne accorgerebbe) di militare in Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni ma soprattutto (nella circostanza) dell’assessora Morena Boleo e del suo mentore, il consigliere comunale Alessandro Messa. Tutto incluso, un contesto di quattro gatti, però consapevolmente concordi.

Ieri l’altro l’avvio dei lavori di sistemazione di due dei parchi previsti: quello di Albuccione e quello di Villalba. Priorità assoluta dato che in quei quartieri risiedono l’assessora Morena Boleo e il suo mentore, il consigliere comunale Alessandro Messa (repetita iuvant). Assente la banda musicale ma non il fervoroso pistolotto a condire una pubblica cerimonia (cosa non si farebbe per una “breve” in cronaca…). Dopo aver apposto la “prima pietra” – non un albero, in un parco… ma siamo a Guidonia, la tradizione non si può rinnegare né smentire –, la conclusione al saluto d’ordinanza: “Se beccamo, fratè”.

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