Il "Gazzettino" del 16 novembre

Il “Gazzettino” del 16 novembre

di TOMMASO VERGA

MA QUANTO è loquace Felice Maniero aka Luca Mori! Pronto a dire, a raccontare cosa fare, cosa ha fatto, cosa farà, a chiunque metta a disposizione un media che raccolga la narrazione. Peccato che zompettando tra chi le conosce e chi le ha scoperte il giorno prima, le sue cose soffrano di qualche contraddizione. Al punto di smentire i “precedenti”.

A quanti chiedono lui si presta. Unica a rimanere con la “scatola vuota”, Milena Gabanelli, che dopo aver costruito la puntata di Report di domenica scorsa, principalmente per l’aspetto assai delicato della sua vicenda familiare, per evitare lo apprendesse dalla tv, ha chiesto a Maniero – martedì 10 novembre – se intendesse replicare, assicurando l’anonimato dell’immagine. La garanzia è confermata dalla risposta: da Report “neanche con il cappuccio in testa”. Poi una lettera all’Ansa – giovedì notte, ore 00,46 – per dire che andava, nemmeno un cenno all’ignara redazione, la polemica “diretta-differita” e via dicendo. Contro la trasmissione anche una grave accusa: i servizi di Giulio Valesini, rivelando il cambio d’identità, “hanno messo a rischio la mia persona”. Ora, saltando tra i numerosi articoli di giornali e le interviste rilasciate negli anni passati – dal Gazzettino al Centro di Pescara al Corriere della sera di Brescia –, va annotato un falso: la Gazzetta ufficiale aveva registrato il trapasso (da Felice Maniero a Luca Mori) addirittura nel 2000.

Tornando alla stretta attualità, il 16 novembre – nemmeno una settimana fa – l’ex boss della “mala del Brenta” viene interpellato da Maurizio Danese, del Gazzettino, edizione Friuli Venezia Giulia-Veneto. L’intervista inizia con le ribadite recriminazioni relative a Report, le accuse a Milena Gabanelli, la giustificazione contro una trasmissione cha manipola le notizie. Poi scende in basso. Ma se, per Fonte Nuova, il “caso Anyacquae” (la società di Maniero) benedice il funerale dell’amministrazione comunale di Fabio Cannella – a suggello della cerimonia apparecchiata da tempo –, per la città dell’aria apre un paio almeno di scenari che investono direttamente la politica e i suoi rappresentanti.

Perché nell’intervista al Gazzettino si legge: “Per quanto riguarda Guidonia ho talmente torto che ho in mano una ingiunzione di pagamento per 40 mila euro nei confronti del Comune. Non solo, ho denunciato un politico locale che mi ha chiesto una tangente per farmi avere i soldi che avanzo”.

A 55 anni Felice Maniero è libero. L'articolo di Piero Colaprico nella cronaca di Repubblica del 23 agosto 2010

A 55 anni Felice Maniero è libero. L’articolo di Piero Colaprico nella cronaca di “Repubblica” del 23 agosto 2010

Due rilievi: paragonando quanto sostiene Maniero con l’equivalente di Palazzo di città, si direbbe che nessuno abbia mai confutato alla “Anyacquae”  la legittimità della richiesta risarcitoria, tanto che all’ingiunzione di pagamento farà ora seguito la nomina del commissario ad acta che, fisicamente, preleverà il contante dalle casse del Comune. Quindi nessuna rescissione del contratto, nessuna obiezione di merito da parte dei sindaci e delle giunte. Contestare adesso? Non si può, è fuori tempo massimo. Che porta direttamente al manifestarsi di un bis, quello del “buco Ipsoa”: vuoi vedere che anche stavolta il Comune non s’è costituito e nessuno ha segnalato ad Antonella Auciello – dirigente dell’Avvocatura – che era in corso il procedimento?

Perché, sì fosse, si completerebbe un puzzle. Al carteggio igno(ra)to è conseguita l’assenza del Comune in giudizio e quindi la condanna. Però è il male minore. Perché – insieme. E soprattutto –, non permette di verificare passo dopo passo le modalità dell’affare, come è nato, le clausole, chi ha partecipato alla trattativa, la realizzazione. Quindi, per effetto, resta ignoto il nome del politico locale che ha sollecitato la “mazzetta”. La faccia nascosta della forza.

Comunque, se si vuole, c’è una soluzione. Che permette a Maniero di smentire quanto scritto sul suo conto in cima al capitolo. Ha detto, tra virgolette, al Gazzettino, di aver denunciato. Quindi, in qualche palazzo di giustizia un atto è depositato, sostanzialmente è pubblico. Non gli rimane che fare il nome del politico. I cittadini gliene sarebbero grati.

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