L'ingresso 'ufficiale' del parco al Bivio di Guidonia

L’ingresso ‘ufficiale’ del parco al Bivio di Guidonia

(t. ve.) “DA QUESTE parti c’è un parco?”. Un signore dalle fattezze (per non dire dalle gesta) ben note si rivolge a Gino, l’edicolante, il quale gira la richiesta agli astanti, una specie di centro-anziani all’aperto. Comincia così una storia a mo’ di novella – d’altronde la trama interessa i bambini –, dalla quale, come s’addice, si ricava comunque una morale e, almeno si spera, il lieto fine. 22 marzo, ore 10. La domanda riguarda il lato di via Roma del perimetro di Guidonia Montecelio. Confine a tutti gli effetti solo amministrativo-geografico sul quale insistono il “Majorana”, il “Volta”, il “Pisano”; scuole in linea d’aria distanti pochi metri che si specchiano tra loro e con il nuovo impianto dei rifiuti, il centro commerciale tiburtino, la clinica “Villa Dante”, le numerose aziende di via Lago dei Tartari, la multisala, il palazzo dello sport, la sede del distretto Asl collocato nella disponibilità dell’Italian hospital group; a condimento, un rumorosissimo “sfascio” per la rottamazione dei materiali ferrosi quasi attaccato al “Pisano”.

La località nelle intenzioni dei governanti sembra destinata nell’imminente futuro a ennesimo capoluogo della confusione cittadina. Tutto organizzato a dovere. Un mese fa si è persino proceduto all’inaugurazione del cantiere per la nuova chiesa. Della quale godranno i futuri abitanti che verranno mercé il rilascio dei permessi di costruzione a Bartolomeo Terranova. I residenti attuali sono forse 5mila.

... e l'ingresso effettivo

… e l’ingresso effettivo

Comunque, dall’edicolante l’informazione raggiunge il richiedente. E’ Adriano Mazza: nessuno scambio di persona, proprio l’ex assessore. “Sì, cento metri a destra su via dei Platani c’è un parco pubblico del Comune”. Lui, che ha passato per intero quasi l’ultimo decennio un gradino almeno sopra il vertice amministrativo di Guidonia Montecelio, ignora la localizzazione del Parco del Bivio. Non sarà Parco Azzurro e analogie varie, ma a tutto c’è un limite…

Proseguendo per via dei Platani si giunge al parco pubblico – cancelli perennemente chiusi, per usufruirne bisogna attraversare lo squarcio nella rete di cinta – che quel giorno ospita componenti della commissione municipale ai Lavori pubblici, Patrizia Carusi, Augusto Cacciamani, Rita Salomone, Giuliano Santoboni, Mario Valeri. Saluti da lontano con alcuni e invito ad accedere. “Cosa fate?”. “Stiamo verificando alcune cose, direi che scarseggia la manutenzione”. “Qui non potete starci, mica è roba vostra”. “Le solite battute, eddai…”. “No, dico seriamente, Umberto Ferrucci il parco l’ha venduto…”. “Ancora! Venduto? E smettila!”. “Guardate che l’ho scritto a suo tempo e nessuno l’ha smentito, ci sono le carte a dimostrarlo” (hinterlandweb del 24 marzo 2015). Rapida compulsione del palmare e Santoboni conferma: “Ah, sì, ecco l’articolo, l’acquirente è la ‘Edil Salu’, una srl di Marco Simone”. “Non ne sapevo niente” diventa un refrain. Unito a “ma non è possibile”, “quando è successo?” eccetera.

Si confabula, si parla di accesso agli atti, di “dobbiamo provvedere…”. A che cosa? Il Comune quel pezzo di terra su via dei Platani con tanto di targa “parco pubblico” l’ha definito “lotto intercluso” e liquidato ad ogni effetto. Per quieto vivere, accreditando lo stupore della commissione, segue l’elencazione degli atti: “determina 153 del 29 luglio 2013”; “determina 210 dell’8 ottobre 2013” (vince la “Edil Salu srl”, via di Marco Simone 82); “determina 283 (aggiudicazione definitiva) del 6 dicembre 2013”. Tutto a firma Umberto Ferrucci.

Una parziale panoramica del parco

La ‘panoramica’ del parco

Poi dovrebbe esserci stato un ”intoppo”. Perché la società, il 16 febbraio 2015, ha diffidato il Comune di Guidonia Montecelio: che fine ha fatto il nostro terreno? Coincidente forse con la stessa preoccupazione che ha spinto Adriano Mazza (non ha partecipato al sopralluogo, un’apparizione e via) ad avventurarsi in “terra incognita”, in apprensione per il fatto che nel bilancio municipale quei soldi – 580.494,58 euro l’importo dell’aggiudicazione – sono entrate importanti, indispensabili. E che, vista la diffida, potrebbero non essere mai incassati. Con l’aggravante che l’acquirente può rivalersi e recuperare il valore dell’acquisto almeno in parte con la “solita” causa giudiziaria.

Indicazione di precommiato: rivolgersi a Paola Piseddu, dirigente del Demanio all’epoca, che il 5 marzo 2015 fa ha rinviato il fascicolo a Umberto Ferrucci: la vendita non si poteva svolgere, il Comune non è competente “trattandosi di realizzazione di edifici privati ed opere pubbliche su terreni ex Pio istituto Santo Spirito”.

Dieci giorni fa, come hanno detto i partecipanti, la commissione Lavori pubblici è rimasta sconcertata. Attenuante…: ignorava l’accaduto. Però adesso è in possesso del carteggio. Quindi si attende che il capitolo successivo della novella conduca al lieto fine. Restituendo il parco pubblico ai molti bambini – non solo del Bivio – che quotidianamente ne usufruiscono… entrando dal buco nella rete.