L'apertura della cassaforte contenente i documenti degli appalti aeroportuali

L’apertura nottetempo della cassaforte contenente i documenti degli appalti aeroportuali

di TOMMASO VERGA

“CONCORDAVANO”. IN undici. Che adesso compariranno davanti al giudice. Accusa: giro di mazzette e carte mischiate sugli appalti aeroportuali. Incluso quello per la “manutenzione straordinaria palazzina n. 206 per alloggi personale frequentatore corsi aerocooperazione” presso l’”Alfredo Barbieri” di Guidonia Montecelio. Secondo la procura della Repubblica di Velletri (competente per Ciampino, sede del 2° Reparto Genio), nel valore globale erano compresi gli affidamenti di Capodichino, Centocelle, Vigna di Valle e Pratica di Mare. Dove, nel 2014, la “Cpl Concordia” – il gruppo cooperativo multiutility fondato nel 1899, attivo in Italia e all’Estero con 1450 addetti, 70 società e un fatturato consolidato 2015 di 371 milioni di Euro”, completamente messo a nuovo alla pari degli organi sociali si legge sul sito internet – risulta incaricata di realizzare le opere di efficientamento energetico.

cassaforte3cassaforte2Stesso filone, stesso anno, il 2014, gli accertamenti sulla metanizzazione di sette comuni del Casertano, conducono i pm napoletani Henry John Woodcock, Celeste Carrano e Giuseppina Loreto, a scoprire che sulla “Concordia” fa perno un sistema corruttivo organizzato da alcuni suoi vertici. Conseguenze: cinque mesi di interdittiva antimafia comminata da Raffaele Cantone (Anac) a far data 25 aprile 2015 (una coincidenza oltremodo beffarda per la modenese coop “rossa”). Sette arresti. Che lieviteranno a undici l’anno seguente, a cominciare dal sindaco di Ischia. All’iniziale ipotesi di reato, concorso esterno in associazione camorristica per aver intrecciato relazioni pericolose con esponenti del clan dei Casalesi” si aggiunge la successiva: Associazione per delinquere, abuso d’ufficio e corruzione internazionale(secondo l’ordinanza,Cpl Concordia avrebbe escogitato un sistema per accumulare fondi neri attraverso società e banche tunisine, utilizzandoli poi per pagare tangenti”). Sono le intercettazioni relative che permettono ai carabinieri del colonnello Sergio Di Donno un ulteriore approfondimento, con l’apertura di un nuovo fascicolo giudiziario che poggia sull’«alterazione di almeno nove gare di appalto, tutte riguardanti opere di manutenzione ordinaria o straordinaria di edifici adibiti a vari usi ed ubicati presso diverse installazioni dell’Aeronautica militare».

Appalti per un valore complessivo di quasi nove milioni di euro, assegnati a varie società, secondo i magistrati collegate all'”eccellenza italiana” Giovanni Sabetti, e ubicate nelle province di Roma e Latina. Tra queste, la “M. Plant srl”, amministratore unico Massimiliano Ciceroni, che si aggiudica la gara per l’aeroporto militare di Guidonia Montecelio, grazie al ribasso del 31,54% della base di 1.871.500 euro del capitolato. Un milione, 564.165,75 dei quali 190mila “girati” in subappalto alla “Sarico costruzioni generali srl”.

Il "Barbieri" di Guidonia GIOVANNI SABETTI L'ABRUZZESE CHE VOLAVA ALTO SI SCHIANTA A GUIDONIA GIOVANNI Sabetti, un nome-una garanzia. Almeno per i Signori della Difesa e della Sicurezza. Abruzzese di Avezzano, romano nella pratica, 46 anni, secondo i magistrati il dominus delle società partecipanti all’appalto di otto milioni finito agli arresti, è il capo della “Seim System”, azienda che produce software specializzato per la security, quindi di casa negli ambienti militari e ministeriali. “Giovanni Sabetti, l'abruzzese ombra che vola alto e “conosce” Obama” titola primadanoi.it, il (primo) quotidiano online abruzzese. E proprio per funzione e tema, che Sabetti risulta centrale in quello che la stampa specializzata definisce un think tank riunito nella Fondazione Icsa (nulla a che vedere con i fatti descritti puntualizzano i pm), promossa da Giovanni Santilli, ex segretario di Marco Minniti. L’ente organizza incontri, convegni, workshop sulla sicurezza ed il terrorismo ad altissimi livelli invitando i maggiori esponenti dell’intelligence italiana e non solo, delle forze dell’ordine e degli investigatori, per spiegare come combattere il terrorismo ai tempi di internet. Il 28 novembre 2013 presso la Camera dei deputati, l’Icsa ha presentato il “Rapporto sul terrorismo internazionale di matrice jihadista - Il modello italiano di prevenzione e contrasto”. Come si comprende, la specializzazione in application technologyc ha condotto Giovanni Sabetti ad interloquire con i livelli massimi dell’apparato statale e imprenditoriale del Paese. Al punto che le sue competenze (indiscutibili) risultano elevate al punto da fargli guadagnare un premio internazionale denominato «eccellenze italiane» (i video ricordano “la Settimana Incom” seppure a colori). La consegna da parte di Santo Versace, durante la cerimonia svoltasi a Washington il 17 ottobre 2015, «alla presenza di imprenditori e professionisti meritevoli di raccontare un’Italia diversa, del Merito e delle Competenze». Sarcasmo e ironia esclusi, non si può fare a meno di sottolineare che sul riconoscimento nulla ha pesato il fatto che Sabetti figurasse già tra gli indagati, alla pari dei vertici di Finmeccanica, nella megainchiesta del “Sistri”, il sistema “rivoluzionario” che doveva tracciare i rifiuti per sconfiggere le ecomafie e che, invece, non è mai partito pur costando milioni di euro. Il volo dell’imprenditore che si diceva “ricevuto da Obama” dalle terre marsicane alla capitale molto probabilmente si è arrestato qui, nell’aeroporto di Guidonia Montecelio.

Il “Barbieri” di Guidonia Montecelio
GIOVANNI SABETTI L’ABRUZZESE
CHE VOLAVA ALTO SI SCHIANTA
ALL’AEROPORTO DI GUIDONIA
GIOVANNI Sabetti, un nome-una garanzia. Almeno per i Signori della Difesa e della Sicurezza. Abruzzese di Avezzano, romano nella pratica, 46 anni, secondo i magistrati il dominus delle società partecipanti all’appalto di otto milioni finito agli arresti, è il capo della “Seim System”, azienda che produce software specializzato per la security, quindi di casa negli ambienti militari e ministeriali.
“Giovanni Sabetti, l’abruzzese ombra che vola alto e “conosce” Obama” titola primadanoi.it, il (primo) quotidiano online abruzzese. E proprio per funzione e tema, che Sabetti risulta centrale in quello che la stampa specializzata definisce un think tank riunito nella Fondazione Icsa (nulla a che vedere con i fatti descritti puntualizzano i pm), promossa da Giovanni Santilli, ex segretario di Marco Minniti. L’ente organizza incontri, convegni, workshop sulla sicurezza ed il terrorismo ad altissimi livelli invitando i maggiori esponenti dell’intelligence italiana e non solo, delle forze dell’ordine e degli investigatori, per spiegare come combattere il terrorismo ai tempi di internet. Il 28 novembre 2013 presso la Camera dei deputati, l’Icsa ha presentato il “Rapporto sul terrorismo internazionale di matrice jihadista – Il modello italiano di prevenzione e contrasto”.
Come si comprende, la specializzazione in application technologyc ha condotto Giovanni Sabetti ad interloquire con i livelli massimi dell’apparato statale e imprenditoriale del Paese. Al punto che le sue competenze (indiscutibili) risultano elevate al punto da fargli guadagnare un premio internazionale denominato «eccellenze italiane» (i video ricordano “la Settimana Incom” seppure a colori). La consegna da parte di Santo Versace, durante la cerimonia svoltasi a Washington il 17 ottobre 2015, «alla presenza di imprenditori e professionisti meritevoli di raccontare un’Italia diversa, del Merito e delle Competenze». Sarcasmo e ironia esclusi, non si può fare a meno di sottolineare che sul riconoscimento nulla ha pesato il fatto che Sabetti figurasse già tra gli indagati, alla pari dei vertici di Finmeccanica, nella megainchiesta del “Sistri”, il sistema “rivoluzionario” che doveva tracciare i rifiuti per sconfiggere le ecomafie e che, invece, non è mai partito pur costando milioni di euro.
Il volo dell’imprenditore che si diceva “ricevuto da Obama” dalle terre marsicane alla capitale molto probabilmente si è arrestato qui, nell’aeroporto di Guidonia Montecelio. Con uno schianto.

La pubblica accusa inizia con la turbativa d’asta. Custodia in carcere per Giovanni Sabetti, Fabrizio Ciferri, Massimiliano Ciceroni e Gianpiero Malzone. Il 16 ottobre 2014, Fabrizio Ciferri, dipendente civile del ministero, comunica al dominus Giovanni Sabetti l’esito della gara a favore della “M. Plant”. “Comunicazione cui segue, nella stessa giornata, quella del Sabetti al Ciceroni e che apre un lungo periodo in cui Sabetti scambia con il Ciferri e il Malzone (Gianpiero Malzone, tenente colonnello presso il servizio infrastrutture e impianti del 2° Reparto Genio di Ciampino, ndr) altre informazioni (…), su come organizzarsi, chi è il direttore dei lavori e come avvicinarlo (…)”. Il “però” è costituito dal fatto che l’esito della gara verrà reso pubblico il 22 ottobre, una settimana dopo.

Segue la corruzione. Ciferri, rileva il pm, si è introdotto clandestinamente nottetempo nell’aeroporto di Ciampino “al fine di alterare i documenti relativi alle offerte presentate dalle imprese colluse partecipanti alla gara d’appalto, tra cui la ‘M. Plant’ di Ciceroni, dietro versamento di somme di denaro ai pubblici ufficiali sodali”. Non bastasse, “i numerosissimi accessi abusivi del Ciferri, iniziati nel settembre 2014 e, quindi, immediatamente a ridosso della gara in questione, venivano eseguiti, tra l’altro, presso l’ufficio del col. Sciandra, comandante pro-tempore del 2° Reparto Genio, ufficio in cui era collocata la cassaforte contenente documenti attinenti le gare indette dall’ente militare”.

Comportamenti dai quali è emerso non solo quello che il procuratore capo di Velletri Francesco Prete ha definito un «consolidato sistema corruttivo», basato su «un modus operandi rozzo ma efficace», attraverso il quale sono state «sistematicamente alterate gare d’appalto», ma che hanno giustificato la richiesta dell’Anac (l’autorità anticorruzione) al prefetto di Roma, di commissariare la società. Per due ordini di motivi: “salvaguardare gli interessi pubblici coinvolti” e “garantire che il contratto venga eseguito al riparo di ulteriori tentativi di infiltrazioni criminali (mediante la sospensione dei poteri di disposizione e gestione degli organi di amministrazione) della “M. PLant”. La quale si è opposta, tra marzo e aprile di quest’anno, dichiarando di aver provveduto all’integrale ricambio degli organi societari.

Misura che l’anticorruzione ha ritenuto comunque insufficiente. Il prefetto ha convenuto, nominando un proprio amministratore della srl, relativamente ai profili esecutivi, finanziari e contabili, fino al definitivo collaudo delle opere. Quindi il lavoro può continuare.

Dulcis(?) in fundo, un’intercettazione relativa a un ulteriore filone dell’indagine-aeroporti (non ancora conclusa): “Ci devi dare il quindici per cento certi ambienti e poi quando tu sei entrato e fai un’attività ti affidano a cascata tutta una serie di cose collaterali che non li mandano a gara (…) Nel momento in cui entri lì… Poi passi da Ciampino a Fiumicino che è il giro loro, capito? E’ il mondo loro. Puoi andare anche all’estero… loro fanno le basi anche all’estero… fanno le missioni, il giro è grosso”.