di TOMMASO VERGA

LA NOVITA’ E’ rappresentata da un determinante passo in avanti. Il 23 giugno la Rm5 ha pubblicato il regolamento attraverso il quale sarà possibile acquisire i beni dell’ex “Pio istituto del Santo Spirito” di Albuccione. Modalità fissate in un elenco mediante le quali si stabiliscono i requisiti che deve possedere chi rivendica il diritto di entrare legalmente e definitivamente in possesso del terreno e dell’abitazione. Ma anche delle restanti aree libere, un centinaio di ettari.

La sottolineatura riguarda l’ignoranza di due “convitati di pietra” – nel senso di “ignorati” –. Non interessati all’alienazione soggetto per soggetto, quanto all’utilizzo delle superfici libere: i Comuni di Tivoli e di Guidonia Montecelio. Che potrebbero avere qualche “idea” sulla destinazione di quelle aree, all’interno di un progetto, indispensabile per Albuccione, che riqualifichi l’intero quartiere in termini di servizi e di agibilità.

Sarebbe il caso di iniziare un confronto per evitare l’apertura di una vertenza tra istituzioni pubbliche Asl-Regione Lazio-enti locali, le cui conseguenze ricadrebbero inevitabilmente sui residenti e sulle procedure di vendita, quantomeno in termini di dilazione dei tempi.

Per chi ignora i trascorsi, si precisa che si parla di una delle vicende illustrative della fase risalente all’immediato dopoguerra, l’occupazione dei terreni. Capitolo da libri di storia. Quattro generazioni, una settantina d’anni vissuti ad Albuccione, iniziati a metà del secolo scorso da ‘combattenti e reduci’, la formazione delle due cooperative che già nella denominazione ricordano quei tempi (l’”Unitaria” rossa e la “Menghi” dc; verranno dopo la “Jeranense” e la “2000”), entrambe punto di forza della prima riforma agraria che assegnava le terre incolte ai contadini che ne avevano preso ‘illegalmente’ possesso, sbrigativamente più nota come ‘legge Gullo’, il senatore comunista ministro dell’Agricoltura nel 1944.

Tutto assorbito dalla “finanziaria” regionale del 4 luglio 2014 che, con un comma ad hoc sottoscritto da Marco Vincenzi, l’ex sindaco di Tivoli, dedicato ad Albuccione, ha reso possibile la liquidazione dei 258 ettari già di proprietà dell’ex “Pio Istituto Santo Spirito e Ospedali riuniti di Roma”. A quella deliberazione e alla normativa generale fa riferimento la pubblicazione del Regolamento del 23 giugno da parte della Asl.

Non si è ancora nella fase dei negoziati con i richiedenti

Un modesto (per chi attende) ma imprescindibile atto formale. Che permette di passare alla fase esecutiva. Che non vuol dire – aldilà di quanto si dice o si crede – l’avvio dei negoziati con i richiedenti. Necessaria invece alla messa in opera delle azioni pratiche per l’alienazione dei beni, tutto contemplato nella delibera a firma De Salazar (n. 0034, 25 gennaio 2017) e alla conseguente stipula del contratto tra la Rm5 e la “fondazione Gari” (Gazzetta amministrativa Repubblica italiana). Durata del rapporto, tre anni (rinnovabili: chiara la consapevolezza che non si tratta di impresa di breve durata), compenso, 90 mila euro

Se si fosse trattato del “via libera” alla vendita propriamente detta non ce ne sarebbe stato bisogno (dell’affidamento alla Gari, non del regolamento). Avrebbe provveduto la struttura della Asl, una scrivania, un paio di contenitori e un pc affidati al dirigente del Demanio e al suo staff, al limite sostenuti da qualche contratto a tempo determinato dovuto all’insufficienza di personale.

Il catasto farà ingresso a pieno titolo nella partita

Perché, la successione delle cose da fare ad Albuccione, senza sforzi di immaginazione, inizia dall’anno uno, frase fatta ma decisamente appropriata. A cominciare dalla necessità di realizzare il censimento e la “mappa” delle presenze, la zonizzazione delle superfici. Con il catasto che farà il suo ingresso a pieno titolo nella partita. Solo a quel punto potranno essere definiti i valori dei beni e della conseguente alienazione.

Di “prezzo di mercato” come si legge nel regolamento (se ne saprà di più dopo la valutazione) e di corresponsione in unica rata del relativo importo se ne parlerà a tempo debito. Ora l’attenzione è rivolta alla fase descritta. Che, visti i tempi utilizzati per fischiare il calcio d’avvio (già 5 i mesi passati dalla firma del contratto Asl-fondazione), non si profila breve. Un coordinamento tra le quattro cooperative potrebbe ridurre l’attesa. E fors’anche collaborare con il “venditore”.