di TOMMASO VERGA
500MILA EURO: PROBABILMENTE TRA GLI investimenti più elevati dalla nascita della Regione Lazio per un solo comparto. Interamente indirizzati all’edilizia ospedaliera (si spera accompagnati dal voucher «scusate la dimenticanza»). In testa alla graduatoria c’è Rieti (189 milioni di euro), seguito dall’ospedale di Tivoli (76 milioni 521.531) e da Latina (75 milioni). Oltre ai tre, previsti interventi sul «Grassi» di Ostia (55.133.974), sugli «Istituti Fisioterapici Ospitalieri – Ifo» (24.500.942), e per il policlinico «Santa Trinità» di Sora (17.521.531) in provincia di Frosinone (nella stessa cittadina, 12 milioni 776.348 euro sono destinati alla realizzazione della sede dell’Azienda sanitaria locale).
Le risorse, previste dalla legge 232 dell’11 dicembre 2016 – uno dei primi atti del governo Gentiloni –, vennero inscritte nel «Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019», pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 21 dicembre 2016.
Lo sblocco dei progetti (e, si immagina, delle somme) è stato annunciato ieri da Alessio D’Amato, assessore alla Sanità del Lazio, nel suo intervento durante l’assemblea del Pd regionale. Parlando con i giornalisti presenti, D’Amato ha anche dichiarato che a Roma è programmata l’apertura di due Case della salute (il surrogato dei nosocomi) a Cinecittà e a Trastevere.
L’elenco degli interventi descritti in termini di sanità ospedaliera, ci si augura possa «recuperare» il tempo trascorso dall’inizio delle «pratiche» formali e burocratiche sulla costruzione dei nuovi policlinici. Si pensi che l’annuncio della costruzione dell’ospedale di Tivoli avvenne contemporaneamente al «gemello» dei Castelli Romani inaugurato il 18 dicembre dell’anno scorso. Entrambi vennero deliberati dalla Regione 20 anni fa, presidente Piero Badaloni.

L’ingresso dell’ospedale di Tivoli; in alto, l’«antico» San Giovanni Evangelista

A quel tempo, a Tivoli, la notizia della costruzione del secondo ospedale, creò «movimenti sussultori» tra la popolazione, preoccupata per la possibile chiusura del «San Giovanni Evangelista», nel centro della città. Crisi accentuatasi allorché il direttore generale Giovanni Di Pilla iniziò la ricerca dell’area adatta alla realizzazione dell’opera. Una indagine (completa di sopralluoghi diretti, località per località) che non si concluse perché vennero meno i fondi: i 145 miliardi di lire stanziati dalla Regione vennero utilizzati da Francesco Storace (dal 2000 al 2005 presidente della giunta del Lazio) per la soddisfazione di altre opere sanitarie. Fino a esaurimento dell’importo.
«Questo ospedale era atteso da anni – ha detto Nicola Zingaretti all’inaugurazione dell’ospedale dei Castelli – ma solo recentemente è stata impressa una grande accelerazione ai lavori che sono effettivamente iniziati nel 2013 dopo un’imponente operazione di bonifica da ordigni bellici. La struttura è stata completata in 1.008 giorni di cantiere» ha cocluso. Il «passaggio» estrapolato dall’intervento del presidente della giunta regionale per rendere espliciti alcuni «numeri» relativi alla realizzazione dell’opera.
Ora si direbbero superati gli ostacoli di quell’epoca. Stando alle previsioni, il nuovo ospedale di Tivoli verrà costruito in pianura, in località «Cesurni», alle spalle delle Terme Acque Albule, sui 20 ettari di terreno di proprietà pubblica amministrato dalla Asl rm5, parte di quanto ereditato dopo lo scioglimento del «Pio istituto Santo Spirito». In origine, l’area interessò la srl formata dagli imprenditori intenzionati alla realizzazione dell’«Interporto Roma est». Operazione conclusa con il fallimento. Giudiziario.