di TOMMASO VERGA
IL TITOLO OFFRE L’IDEA, la tabella la specifica, il resoconto sgombera il campo dagli inviti, dagli ospitali «prego, s’accomodi» distribuiti sui social da un paio di giorni a cura delle firMinCulPop. Propalatori di croissant in briciole che (forse) ignorano cosa avverrà con la messa in opera dell’impianto Tmb dell’Inviolata.


Flaminia Tosini; in alto, in rosso nel grafico, il settimo invaso all’Inviolata

PIU’ ELEVATA LA DIFFERENZIATA MINORE IL RICORSO AGLI IMPIANTI. Come «specifica» la tabella – dati Ispra –, i 319.408 residenti nelle città e cittadine elencate (al limite dei seimila abitanti, non c’è, come in passato, un elenco di quelle che sversavano all’Inviolata), producono 122.899 tonnellate di rifiuti ogni anno, dei quali 72.073 corrispondenti a raccolta differenziata, quasi il 60 per cento del totale. Un residuo che non offre «cibo» sufficiente all’impianto Tmb dell’Inviolata, non permetterebbe l’ottimizzazione del processo produttivo, ma che non troverebbe ristoro nemmeno aggiungendo le altre località a oriente della capitale, le dimensioni non offrirebbero gli effetti attesi.
Di qui il «rinforzo» dell’immondizia di Roma. Una necessità assoluta. Per la parte necessaria a saturare la portata di 190mila tonnellate l’anno, come stabilito dall’ordinanza del 6 luglio firmata da Flaminia Tosini, dirigente della Regione Lazio. La stessa presente lo scorso 21 febbraio a Guidonia Montecelio, al sopralluogo svolto alla «Str spa», l’azienda del travertino del «gruppo Lippiello».
Un primo rilievo critico, determinante per valutare l’atto della Tosini, prende in esame la «nuova» quantità di 190mila tonnellate di immondizia assegnate al Tmb dell’Inviolata, le quali non tengono in conto la convenzione a suo tempo firmata da Regione Lazio, gestore del Tmb ed ex sindaco di Guidonia Montecelio Eligio Rubeis. Nell’atto, si fissava a 100.000 tonnellate/anno il massimo dell’immondizia da trattare. La differenza è sostanziale. Perché l’«antica portata» non soltanto «confliggerebbe» con il layout dell’impianto ma in tutta evidenza risulterebbe economicamente non conveniente per il «gruppo Cerroni».

I «costruttori» del Tmb: Francesco Zadotti e, alle spalle, Gianmario Baruchello

Va sottolineato che il sindaco attuale, non ha ritenuto di esprimere riserve sulla determinazione della Tosini. Forse perché la firma sul verbale-100mila risale a Eligio Rubeis mentre Michel Barbet si muove solo per honestà. Quindi non può immischiarsi.
QUALI CAMBIAMENTI PER GUIDONIA? Innanzitutto, gli odori. Che allieteranno anche quanti si godranno la Ryder Cup. Un’accoglienza straordinaria. «Mal comune» che non tranquillizzerà i residenti di Setteville nord, Pichini, Collefiorito, Marco Simone. In giornate come quelle che il tempo ora ci offre, ci sarà l’accompagnamento ininterrotto dell’olezzo dell’Inviolata. Altro che Nina si voi dormite.
Ininterrotto? Perché, illustrando la produttività del Tmb, uno specialista del settore riferisce che su cento chili di rifiuti indifferenziati l’impianto produce 30 chili di prodotto finito: Cdr (combustibile derivato da rifiuti) di qualità normale; Cdr-Q di qualità elevata, e Css (combustibile solido secondario). Il rimanente? Andrà in discarica.
Il problema relativamente nuovo è che la mondezza di Roma prima di entrare nel Tmb dovrà attendere il proprio turno. Depositata nell’«area di stoccaggio» a disposizione dei camion dell’Ama, una sorta di piattaforma d’attesa. Va sottolineato che entrambi dovranno essere costruiti, l’«area di stoccaggio» e il il settimo invaso: previsto nel piano di Cerroni già nella conferenza dei servizi in Regione all’inizio del nuovo secolo: la storia del “fi/fo-glio perduto” poi risorto.
Diversamente dal trasporto, che non dovrebbe pesare sul sistema viario di Guidonia Montecelio. I camion dell’Ama diretti all’Inviolata, di regola, non dovrebbero attraversare la città, utilizzando il casello nei pressi della discarica. Un punto che ci si accinge a considerare «ingolfato» in determinati orari. Immaginare che a decidere l’apertura in quel determinato luogo dell’autostrada sia dovuta al Tmb è considerazione avventata. Anche se ogni diversa interpretazione è nella mente degli dei.

Virginia Raggi: «Roma non deve ospitare discariche né impianti di trattamento dei rifiuti»

Virginia Raggi a Michel Barbet: «Dietro questo colle (l’Inviolata, ndr) c’è il Tmb, non abbiamo nessuna intenzione di portare qui i rifiuti di Roma» (https://www.youtube.com/watch?v=YgElR_7wC8Q)

Una lunga storia. I cui “precedenti” risalgono alle molteplici dichiarazioni di Virginia Raggi sulla gestione dei rifiuti prodotti dai residenti nella Capitale. Sintesi: «Roma non deve ospitare discariche né impianti di trattamento dell’immondizia». Una dichiarazione di principio: “Ma perché non può?” «Perché sarebbero incompatibili con il ruolo di capitale d’Italia» la risposta. Replicata per anni, costata milioni (si pensi al trasferimento Oltralpe delle balle d’immondizia), tuttora in auge.
Allo stato, per la parte in esame, nulla modificherà il nuovo Piano regionale. Salvo voci isolate, si va verso la conferma dell’Ato (ambito territoriale ottimale) Roma+ex provincia, il che altro non significa prosecuzione all’uso dell’hinterland per le esigenze della metropoli. Quanto vuole Virginia Raggi. Martedì 14 si dovrebbe concludere in commissione Rifiuti-Urbanistica-Politiche abitative la proposta di delibera n. 40 del 10/12/2019; oggetto: approvazione del Piano regionale di gestione dei rifiuti Lazio. Che dalla commissione approderà alla Pisana, in Consiglio.
Ammettiamo pure che l’aula si esprima in voto contrario all’Ato unico – che si tradurrebbe ognuno per sé quanto ad autonomia di gestione e dotazione di impianti nel proprio territorio – Guidonia Montecelio non sarà investita dalla modifica. Perché la determinazione del 6 luglio anticipa l’eventuale diverso orientamento autorizzando l’avvio del Tmb proprio per risolvere la questione dei rifiuti romani.