Arianna Cacioni con Silvio Berlusconi

di TOMMASO VERGA
AL MATTINO IL COMUNICATO STAMPA che annuncia l’intesa tra movimento 5stelle e Partito democratico. Nel pomeriggio dello stesso giorno (ieri), la conferenza stampa di Arianna Cacioni, mezzo scelto per comunicare la sua uscita dalla Lega per Salvini (e per la famiglia Messa) oltre al ritorno in Forza Italia.
Un colpo pesantissimo per la formazione inneggiante a Ettore Muti, il gerarca fascista al quale è intestata la sezione leghista di Guidonia Montecelio. Oltretutto il secondo episodio relativo a questioni di genere. Infatti, a precedere Arianna Cacioni, a metà novembre 2018 dalla Lega veniva espulsa Giovanna Ammaturo, fondatrice del partito salviniano cittadino, per far posto agli ex missini dei Messa, a quel tempo provenienti da Fratelli d’Italia.
Un partito nei fatti e nei comportamenti talebano, che magari (ancora) non invita le donne a fare i figli, ma che va in confusione quando si tratta di valutare ed ospitare signore capaci di intendere e volere. E’ il caso della Ammaturo, è il caso della Cacioni.

A destra, Alessandro Messa (in realtà, per non far vedere che occupa una sedia a sinistra, la foto è stata rovesciata, tanto che il simbolo della Lega si legge al contrario); di fronte a Messa, Vincenzo Tropiano; in fondo alla saletta, Claudio Durigon

Da sinistra, Antonio Rinaldi. Alessandro Messa e Daniele Giannini; in entrambe le immagini “ufficiali” della Lega è assente la capogruppo (ora ex) della Lega in Consiglio comunale

Confermano la tesi le immagini di “partito” pubblicate su questa pagina – fonte: profilo facebook della Lega per Salvini di Guidonia Montecelio (oppure personale di Alessandro Messa: basta scegliere) –. Si presti attenzione: a parte quella con Silvio Berlusconi, non ci sono donne. Un inutile orpello si direbbe.
A cominciare dalla maggiormente rappresentativa, Arianna Cacioni, ex capogruppo in Consiglio comunale. Nello scatto dei convenuti nella “sezione Ettore Muti”, si notano Alessandro Messa di fronte a Vincenzo Tropiano – quello amico di Casa Pound di Tivoli, che ha definito «pentiti» i partigiani antifascisti tanto per far notare il totale ossequio a Claudio Durigon (in fondo alla sala, famoso per l’affermazione sul finanziere che indaga sui soldi moscoviti alla Lega (“Tanto ce l’abbiamo messo noi”) e per la voglia di dedicare al fratello del Duce la pineta consacrata a Falcone e Borsellino a Littoria; così il nome della città di Latina secondo Tropiano; a proposito: ma perché ce l’ha con i pentiti?).
Nell’altra foto, quella con il terzetto, due parlamentari sono ai lati di Alessandro Messa. Solita solfa: dov’è la capogruppo in Consiglio comunale? A vedere, si direbbe che il discendente non intenda accomodarsi nella fila successiva a quella della protagonista come dettato dalle regole della politica.
D’altronde, in questi quattro anni, a “pesare” l’attività di Arianna Cacioni e quella del partito dei Messa, il risultato è improponibile. Il giudizio si può condividere o meno, ma è un fatto che la capogruppo (ex ormai), della Lega in Consiglio comunale ha costituito una permanente spina nel fianco del sindaco di Guidonia Montecelio Michel Barbet e della sua maggioranza. Qualche memo sulla Lega per Messa?
Rispetto agli assetti istituzionali, il Carroccio perde l’unico seggio (non) acquisito con le ultime elezioni, restando senza rappresentanza in Consiglio comunale. Scambiando la posizione con Forza Italia, adesso nuovamente presente in Assemblea come subito dopo il voto visto che Arianna Cacioni a quel momento era in Forza Italia (si perdoni la confusione non causata dal cronista ma dai protagonisti del va e vieni).
Chissà se i «leoni da tastiera» dopo l’esercitazione sull’intesa tra movimento 5Stelle e Partito democratico sul governo della città (e dopo aver del tutto ignorato la giustezza o meno della “piattaforma programmatica”, i cinque punti per intendere), faranno sentire la loro opinione. Lo spunto: nella Lega per la famiglia Messa è vietato l’accesso al protagonismo delle donne. Questione di burka.