di TOMMASO VERGA
«L’IMU SUI TERRENI DELLE CAVE? ALLO STATO!». Si inizia con la necessità di mandare a buon fine l’azione sottomissoria (neo-neologismo? si dice? non si può dire? fa nulla, l’importante è che renda l’idea), per la quale «già sono state fatte le opportune verifiche con il MEF (il ministero Economia e Finanze) «e presto l’emendamento sarà realtà». E la risposta? boh. Il che autorizza a immaginare che, quando il suo tempo verrà – come sostiene orgogliosamente il diffusore protagonista – nulla va escluso, comprese reazioni che potrebbero non andare oltre una traduzione salvaguardata dal classico bip, riscontrabile nel manuale dedicato alle registrazioni vocali escluse dopo il vaglio del bon ton.
Di che si parla? Semplice: in un «prossimo decreto economico» utile (testuale…), si intende inserire un emendamento che trasferisca l’IMU (imposta municipale unica) sul valore venale dei terreni delle cave allo Stato. Firmato, il deputato leghista pontino Claudio Durigon, ex sindacalista della UGL-Cisnal, quello che raggiunse il massimo della celebrità annunciando la sostituzione di Falcone e Borsellino nella titolazione della pineta di Littoria con il nome di Arnaldo Mussolini, fratello del “mascellone”. Di non minore notorietà l’inchiesta di fanpage sulle indagini relative ai soldi della Lega («il generale che conduce le indagini lo abbiamo messo noi» si lasciò sfuggire Durigon. Nella vicenda dell’IMU-ISU delle cave, il parlamentare è sostenuto da Vincenzo Tropiano, consigliere comunale di Tivoli, responsabile area est della Lega per la provincia di Roma.

Vincenzo Tropiano; in alto, con Claudio Durigon (al centro)

«Pur trattandosi di un intervento ad ampio respiro e con una portata nazionale – ha dichiarato Vincenzo Tropiano –, non possiamo non esprimere soddisfazione per le conseguenze che tale emendamento avrà sulle attività di estrazione del travertino che insistono nell’area di Tivoli e Guidonia, sia in termini occupazionali che di indotto».
Essendo un emendamento con destinazione un «prossimo decreto economico utile», appare superfluo precisare che gli effetti ricadrebbero su tutto il settore, dalle Alpi alle Piramidi. Non si comprende quindi la sottolineatura dedicata al bacino del travertino Tivoli-Guidonia Montecelio.
A meno che non si vogliano recuperare, quanto a consenso, gli effetti della sconfitta subita dalla Lega nel voto sulla mozione presentata il 26 aprile scorso da Arianna Cacioni (ex salviniana-ora Polo civico), che perorava la riduzione dell’imposta municipale sui terreni delle cave di travertino (d’accordo con lei, Elisa Strani, grillina, vicesindaca della città e assessora alle Cave). Obiettivo: rendere equa la tariffa IMU. Equa rispetto a che cosa?
L’imposta attualmente in vigore di 54,75 € risale alla delibera 23 del 2007, sindaco Filippo Lippiello, titolare del gruppo “STR spa” (Società del travertino romano). Se si vuol discutere di equità, bisogna prendere atto che l’imposta in vigore vent’anni fa, non può che essere adeguata ai canoni odierni. La riduzione della metà, come si sussurra, non potrebbe evitare di essere sottoposta all’esame della guardia di Finanza e della Corte dei conti.
Per la cronaca, in quel Consiglio, la maggioranza del parlamentino comunale, su iniziativa di Mario Lomuscio (PD) e Giuliano Santoboni (5Stelle), respinse la mozione.
Inoltre, aspetto non marginale né secondario, l’annuncio manca di precisare se il gettito della futura ISU (imposta statale unica: unica?) sui terreni delle cave, verrà incassato comunque dai Comuni che ospitano le aziende estrattive. Precisando tempi e meccanismi.
Ulteriore conseguenza, tutta politica, forse persino più pesante per gli altri soggetti non in campo, perdendo il “municipale” a favore del tributo “statale”, verrebbe modificato uno dei capisaldi del Carroccio, già dai tempi di Umberto Bossi. Infatti, ne risulterebbe oscurato nella geografia politica il partito dell’«autonomia differenziata» (a tutti gli effetti “autonomia dei ricchi”), quello dello svolgimento dei referendum consultivi del 2017. Un impegno che, a prescindere dal giudizio di merito, vide protagonista essenzialmente la Lega Nord. In proposito, chiederemo il parere a Luca Zaia, presidente della Regione Veneto.

Maria Stella Gelmini, ministra per gli Affari regionali e le autonomie, ieri, con i presidenti delle Regioni

Va detto che il tema dell’autonomia è tuttora materia di incontro-scontro con lo Stato centrale. E’ di ieri (22 giugno 2022) la verifica del capitolo “istruzione” tra Mariastella Gelmini, ministra per gli Affari regionali e le autonomie, e i presidenti componenti della Conferenza Stato-Regioni. In discussione, uno dei temi fondamentali e maggiormente controversi della “piattaforma rivendicativa” delle Regioni, l’istruzione. Pretesa a gran voce dal Nord, completamente ignorata e neppure richiesta da Stefano Bonaccini, PD, presidente della Regione Emilia-Romagna.
Per concludere, qualche altro metro di escavazione sull’emendamento Durigon. Letto il quale va presa nota del totale silenzio, neanche a corredo, su un unico elemento: i debiti dei padroni delle cave verso il Comune di Guidonia Montecelio. Motivo sul quale si vedrà se la futura amministrazione comunale supererà non solo il muro del silenzio relativo all’importo, ma anche quello della cassaforte.
Optando, in materia tributaria, di sostenere le azioni di recupero della concessionaria TreEsse – così rimpinguando le casse dell’ente locale – anziché quelle dei padroni delle cave. Diversamente, non si capirebbero i motivi di un orientamento inspiegabile per un Comune che secondo il Sole24Ore (21 settembre 2020, ultimo dato disponibile) incassa la metà delle entrate previste, 12 milioni a semestre anziché 26 preventivati.
Entro fine-mese si chiude, per aprire a un nuovo sindaco e forse, improbabile, anche a una giunta. Termini dai quali sarà possibile ricominciare: magari pubblicando – se giungeranno – le risposte di Zaia & Bonaccini sull’ISU e i giudizi sul recupero dell’introito fiscale mancato. © RIPRODUZIONE RISERVATA