Virginia Raggi, Roberto Gualtieri: i sindaci “gemelli” della Città metropolitana di Roma

Virginia Raggi

Roberto Gualtieri

RICORDATE VIRGINIA RAGGI? Perché il rischio di dimenticarla c’è. Visto che, ad ogni effetto, è stata sostituita dal sindaco successore, Roberto Gualtieri. Che non si discosta proprio in nulla dalla sindaca che lo ha preceduto. Si prendano i rifiuti, la “monnezza”. A Roma si arrivava al 44,9 per cento di raccolta differenziata con lei, la percentuale è invariata con lui. Il quale ha deciso di costruire un termovalorizzatore in tre anni e nel contempo utilizzare l’impianto TMB (di Trattamento meccanico biologico) dell’Inviolata, dentro il Parco archeologico regionale di Guidonia Montecelio – area protetta, regolamentata da apposite ordinanze risalenti al 2016 – per smaltirli. Esattamente quanto è stato impedito a Virginia Raggi. Che trovò un ostacolo rappresentato da Michel Barbet, il sindaco, anch’egli 5stelle, che probabilmente ha chiuso la propria vicenda politica proprio a causa del diniego all’uso del TMB. A conferma si prenda il mutismo dei 5stelle nella giunta e nella maggioranza regionali.
Dove non riuscì a sistemare la strada che conduce al TMB Virginia Raggi, stando agli ultimi atti prodotti dalla CMRC, ha deciso il sindaco Roberto Gualtieri, così ignorando l’apposito divieto. Divieto della Sovrintendenza ai Beni culturali che ribadisce come il vincolo paesaggistico sia risalente al «Decreto ministeriale del 16 settembre 2016 visto che la modifica ricade all’interno del perimetro del Parco regionale naturale archeologico dell’Inviolata. Vincolo che ovviamente impedisce qualsiasi intervento di modifica dello statu quo». Stessi vincoli che hanno impedito a Virginia Raggi di addentrarsi per utilizzare l’impianto dell’Inviolata.
Roberto Gualtieri, il sindaco «che sorride», ha scritto ieri il New York Times. A differenza degli abitanti della Città metropolitana.

Salvo variazioni inaspettate siamo alla vigilia delle attività preliminari per l’apertura del TMB

di TOMMASO VERGA
ULTIMI GIORNI DI ATTESA PER L’IMPIANTO TMB DELL’INVIOLATA? VEROSIMILE. A quanto risulta, tra «Ambiente Guidonia srl» – la società del «gruppo Cerroni» titolare dell’installazione –, e il sindaco di Roma, la divisione si misura su qualche anno di differente durata dell’attività. Il Supremo mira a un decennio di trattamento dei rifiuti, Roberto Gualtieri a tre anni soltanto. A vedere, entrambi puntano le rispettive fiches su un calendario regolamentato dall’avvio dei lavori per la messa in funzione del termovalorizzatore. Un ping-pong convenuto tra entrambe le parti evidentemente, che nemmeno le plurime interdittive antimafia a carico degli azionisti di «Ambiente Guidonia srl» hanno messo in discussione.

Il pugile, esposto a «Tota Italia», a Pechino; sotto, la Triade capitolina

Mentre appare in tutta la sua preoccupante nettezza, invece, la mancanza di qualsiasi spiegazione da parte dei rappresentanti delle istituzioni. Tutto lecito quindi? Con l’effetto che Guidonia Montecelio dovrebbe sottostare alle ordinanze del sognatore Roberto Gualtieri (così il New York Times), per effetto di misteriosi e inesplicabili motivi, generati dall’unico dato, pratico seppure inammissibile, ovunque: il 44,9 per cento di raccolta differenziata della Capitale a confronto dell’81,1 per cento di Tivoli nel mese di luglio del 2021.
Conseguenza, è la popolazione romana a provocare le ordinanze che provocano lo stato di cose ricadenti sul perimetro guidoniano. Condizione che potrebbe non voler dire soltanto impianto TMB, perché a prestare attenzione al Messaggero di ieri mattina, l’ultimatum della Regione Lazio in tema di discariche – e il divieto dell’Unione europea? – speriamo non debba tradursi con la ri-apertura dell’Inviolata.
Si impone a questo punto la necessità di imprimere alla vicenda una “svolta radicale”, che, nel rispetto delle leggi, colpisca al cuore il gruppo di Manlio Cerroni, impedendogli di realizzare l’«obiettivo TMB». Motivo? L’integrità dell’Inviolata. Occorre un atto che difenda e tuteli la fisionomia e la natura del Parco archeologico regionale. Strumento? La confisca dei beni del «gruppo Cerroni», dell’impianto TMB nell’immediato, un’attività già di per sé incompatibile con l’area protetta, figurarsi con il trattamento dei rifiuti.

Viene mai precisato nelle esposizioni in giro per il mondo che la dimora della Triade capitolina è stata una discarica di rifiuti?

DEL PARCO ARCHEOLOGICO. Per magnificare i pregi del Paese-Italia, spesso viene messa in mostra la Triade capitolina (in ambienti esterni alla sede naturale del museo «Rodolfo Lanciani» di Montecelio). Negli anni, il come-dove ha toccato – l’elenco è parziale – Quirinale, Camera dei deputati, Uffizi, Londra; fino a Pechino, che da metà luglio 2022 ospita «Tota Italia» e, con essa, la scultura.
Domanda: quando viene esposta, in Italia e/o fuori, viene precisato che l’Inviolata, il Parco archeologico di Guidonia Montecelio, dimora della scultura chissà da quanti millenni, è una discarica?
Che avrà pure cessato nel 2014 di accogliere rifiuti provenienti da ogni dove (benché tuttora l’area sia ad elevata pericolosità visto che ancora non è stata bonificata) ma non di ospitare l’impianto per il «trattamento meccanico-biologico» dei rifiuti che «Ambiente Guidonia srl» vorrebbe immediatamente avviare. Si può fare? Se fosse, non si terrebbe in nessun conto l’Inviolata.
Della sua natura di Parco archeologico regolamentato dalla legge regionale numero 22, risalente al 20 giugno 1996 e firmata da Anna Rosa Cavallo. Il certificato di nascita attesta che l’area protetta precede di qualche anno la costruzione del TMB (del 2010 la prima pietra). Che, per l’appunto, non si poteva costruire visto che l’edificazione violava la legge regionale.
Aldilà della posizione dei poveri di spirito che tifano per il Supremo (qual è il motivo che sospinge costoro a incitare l’avvio dell’impianto per il Trattamento meccanico biologico dei rifiuti di Roma?), quelli che appaiono in fremente attesa dell’avvio del marchingegno, è necessario che il governo cittadino si liberi dei vincoli di un passato che ha favorito le condizioni del «gruppo Cerroni». Di qui la confisca dell’impianto.
Per di sentire tra i «cerroniani», i critici al sostegno di una operazione di tale natura che potrebbe creare problemi al sindaco, alla giunta, alla maggioranza. Problemi che fanno il paio con quelli dello stesso Lombardo, della sua coalizione non del tutto omogenea sul tema-TMB.

«Il TMB è abusivo»: il verbale dei carabinieri del Nipaaf (Nuclei investigativi di polizia ambientale e forestale) sulle certificazioni di Umberto Ferrucci è già in tribunale

Nei riguardi del quale, però, a sostegno della confisca, possono offrire il loro supporto al sindaco Mauro Lombardo i carabinieri del Nipaf (Nuclei investigativi di polizia ambientale e forestale). L’impianto per il trattamento dei rifiuti dell’Inviolata, è abusivo, non rispettoso delle distanze d’obbligo dall’autostrada, scrivono i militari in un verbale acquisito al processo a carico di una decina di dirigenti del «gruppo Cerroni» ed anche di Umberto Ferrucci, dirigente dell’Urbanistica di Guidonia Montecelio (difeso dall’avvocato Vittorio Messa), con sindaci Filippo Lippiello ed Eligio Rubeis. Il quale, si legge nel verbale dei carabinieri ambientali, ha certificato falsamente all’amministratore unico del «“Co.La.Ri. Ambiente Guidonia srl” – la società del TMB come si vede – un ingiusto vantaggio patrimoniale pari al valore della realizzazione dell’impianto TMB, e comunque alla rimozione degli ostacoli amministrativi alla sua realizzazione», nota girata alla Regione Lazio, nella quale si affermava di ritenere i lavori regolarmente autorizzati e quindi che il fermo cautelare disposto dal sovrintendente Palandri dovesse essere rivisto. Mentre, come previsto dall’Anas, «in tali zone la fascia di rispetto della rete autostradale è di 30 metri» e non la metà.
Simili le imputazioni a carico di Graziella Zizi (difesa dall’avvocato Maurizio Pellicciotta), «dipendente della società Autostrade per l’Italia, soggetto responsabile del rilascio di nulla-osta in relazione alla realizzazione di parte dell’opera all’interno della fascia di rispetto autostradale».
La donna avrebbe mancato di attivarsi “avallando una interpretazione totalmente priva di fondamento secondo cui per effetto del rilascio illegittimo dell’Aia si sarebbe verificata una trasformazione della destinazione urbanistica dell’area tale da far scendere la fascia di rispetto a soli 30 metri dal confine autostradale». Risultato: si consentiva «alla società richiedente di conseguire un ingiusto profitto pari al valore dell’impianto realizzato abusivamente».

«I rifiuti nelle zone archeologiche? cosa dici?». Di contro: “i rifiuti nell’Inviolata? in un parco archeologico? cosa dici?” 

«IL TMB DELL’INVIOLATA deve produrre» potrebbe essere il titolo d’un romanzo con protagonista Virginia Raggi, la sindaca precedente l’attuale primo cittadino romano, vogliosa di utilizzare l’impianto per porre rimedio alla propria fallimentare politica sui rifiuti. Risultato? Decisamente un flop. Causato dall’opposizione al disegno capitolino di Michel Barbet, il sindaco pentastellato di Guidonia Montecelio, che probabilmente ha pagato la contrarietà all’avvio del TMB con la fine della personale vicenda politica.
A osservare i fatti recenti, si poteva inaugurare un nuovo capitolo del medesimo romanzo, protagonisti comunque gli amministratori capitolini. Da Sabrina Alfonsi, Pd, assessora all’Ambiente, all’agricoltura e ai rifiuti, autrice dell’apodittico: «A Guidonia Montecelio mai l’immondizia di Roma», seguito dalla contemporanea smentita «il conferimento dei rifiuti di Roma a Guidonia è inevitabile, non ci sono altre soluzioni». Il tutto preceduto e seguito da Roberto Gualtieri, sindaco della Capitale e della Città metropolitana, che accanto a interviste e dichiarazioni, preferisce le ordinanze.
Caffé pagato se decidesse che la monnezza di Roma dev’essere trattata in un’area archeologica: Appia, Ostia Antica, monte Testaccio, Circo Massimo (il Mitreo), anche salvando il Palatino.
Sì fosse, si sentirebbe subito echeggiare: «Ma cosa stai dicendo? i rifiuti nelle zone archeologiche?». Di contro, a Roberto Gualtieri: «Ma cosa stai dicendo? i rifiuti all’Inviolata? in un Parco archeologico?». Appunto: la differenza? © RIPRODUZIONE RISERVATA