di TOMMASO VERGA
SE FOSSE STATO ELETTO ALLA CAMERA (succo del dialogo) la «lista delle cose che farò» era bell’e pronta. Elenco reso noto da Marco Vincenzi attraverso un’intervista del 16 settembre a Tiburno: il nodo di Ponte Lucano, il raddoppio della Tiburtina, interventi di viabilità al servizio dei campionati di equitazione, la funicolare di Rocca di Papa, l’ampliamento del Centro agroalimentare di Roma, il nuovo ospedale della Tiburtina, il raddoppio della linea ferroviaria tra Roma e Guidonia e, «altro obiettivo importante, che mi impegno a portare in Parlamento, è la realizzazione del Polo Universitario Aeronautico a Guidonia (un Polo aeronautico?, ndr), una realtà che punta a diventare un’eccellenza, al servizio non solo dei cittadini dei nostri territori, ma di tutta la Regione Lazio».
Dulcium in fundum come diceva immancabilmente un dirigente sindacale bravissimo come tale, i tunnel Monte Ripoli: 3 chilometri di gallerie, un secondo ponte sull’Aniene all’altezza del cimitero cittadino, lavori in corso per un decennio. Così descritti i Ripoli-tunnel. Costo – a tariffe precrisi Covid ed energia – 100 milioni di euro. Una retrocessione la sottolineatura «la porto in Parlamento». Nella manifestazione promossa dal Pd il 16 gennaio 2020 si evocò l’intervento di Bruxelles.
Per rinfrescare la memoria si dirà che il progetto dei tunnel Monte Ripoli «curva di regresso – piazzale Saragat» fu “inventato” dal sindaco Alcibiade Boratto, interessato a contenere l’attraversamento veicolare di Tivoli da parte di quanti fossero diretti in località diverse dalla città. Venne in proposito indetto un referendum svolto da una società specializzata e il progetto annullato dato il numero esiguo di veicoli interessati.
Successivamente, il problema fu definitivamente cancellato dagli obiettivi politico-amministrativi di Tivoli a causa del consolidamento del traffico sul tratto tiburtino della Roma-L’Aquila, l’autostrada di «Strada dei Parchi» non ancora in attività al tempo del referendum borattiano.
Fu appunto Marco Vincenzi – tra i massimi esponenti della corrente PD «Partito delle Preferenze» –, sindaco di Tivoli dal 1999 al 2008 a riesumare, secondo il suo parere, la necessità dei tunnel Monte Ripoli. Opera non così urgente stando agli stop&go dettati dalla procedura. Infatti, scriveva hinterland il 13 marzo 2020: «Il Comune di Tivoli ha finalmente consegnato alla Città metropolitana di Roma (ex Provincia) il “documento di conformità urbanistica”, indispensabile per affrontare la «Via» («Valutazione di impatto ambientale») dei Ripoli-tunnel. Esame non «burocratico». Né privo di rischi sull’omologazione dell’opera. La procedura fissa che la Città metropolitana «giri» la richiesta di «Via» alla Regione Lazio, competente per il rilascio dell’autorizzazione finale: allegando però un giudizio di merito. Dossier non inoltrato. Se ne ignorano le ragioni. A meno che la Città metropolitana di Roma capitale non sia in disaccordo sulla proposta di bucare monte Ripoli. Sarebbe opportuno un «attestato sulla chiarezza».
Nessuna attinenza ovviamente con la nota di Marco Vincenzi: «La galleria di monte Ripoli si inserisce all’interno di un quadro di interventi infrastrutturali che sta portando avanti l’Amministrazione provinciale destinati a modificare profondamente la mobilità dell’area tiburtina e i collegamenti tra questo quadrante e la Capitale. Di recente sono iniziati i lavori per il nuovo sistema di svincoli a Ponte Lucano. Abbiamo approvato il progetto preliminare di raddoppio della Tiburtina dal Centro agroalimentare (il Car) ad Albuccione e di costruzione di una bretella di collegamento tra la Tiburtina e il nuovo casello di Guidonia sull’autostrada Fiano-San Cesareo. Infine, sono iniziati i sondaggi per il nuovo ponte sul fiume Aniene, in località Arci». Firmato, appunto Marco Vincenzi; data: 16 marzo 2010.
Come che sia, nel 2013 viene iniziata la VIA, la procedura per la Valutazione dell’impatto ambientale, per il Mibact risulta conclusa con il verbale 1637 del 25 gennaio 2021. Termine che a Marco Vincenzi è sfuggito poiché la citazione nell’intervista a Tiburno è meno di un mese fa. Se fosse stato eletto, gli avrebbero notificato che l’obiettivo Monte Ripoli era scomparso dai radar. © RIPRODUZIONE RISERVATA