Laura Cartaginese: “Così a Tivoli finalmente ce s’arriva prima”
IL TRATTAMENTO PSICHIATRICO NON E’ STATO APPROVATO.              Peccato. Nella relazione che accompagnava le proposte della Lega di modificare nel Collegato 2022 la durata delle proroghe alle autorizzazioni a scavare archiviando i dettami della legge del 2004, a firma Angelo Orlando Tripodi (capogruppo della Lega per Salvini: e chi altri sennò?) e Laura Cartaginese, consigliera regionale made in Tivoli, si giustificavano gli emendamenti con: «…al fine di permettere la serena prosecuzione degli impegni in corso…». “Serena prosecuzione”? Accipicchia… lo psichiatra ci sarebbe stato tutto. Sarebbe andata meglio, chissà, se la Cartaginese e Tripodi avessero aggiunto «con la dotazione di giacigli di travertino» ai padroni delle cave. Che avrebbero risposto: “Seeeeeeeee. Noi vendiamo blocchi, mica paghiamo scultori. Non ci pensate proprio. Sufficiente la durata dello scavo sine die». (t.ve.)

di GIULIANO SANTOBONI
Da questa edizione, Giuliano Santoboni riapproda a quelli che sono stati i suoi nastri di partenza (t.ve.)

MENTRE IL CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO approvava – con 32 voti a favore e 11 contrari – le 1374 pagine del Burl contenente il «Collegato di bilancio 2022», sui cavatori convergevano contemporaneamente 24 avvisi di garanzia, oggetto «disastro ambientale». Come dire che le poche righe per allungare la vita delle concessioni di escavazione lasciavano pochi dubbi che in Regione Lazio si stava tentando di stravolgere le regole dell’estrazione del travertino nel fragile bacino tiburguidoniano.
Sembra una questione di poco conto. E invece non lo è. Il problema è serio e si rischia, come purtroppo spesso accade, che una norma all’apparenza transitoria possa diventare prassi, nell’attesa della modifica della legge regionale 17/2004 su cave e torbiere che più passano gli anni e più sembra essere ostacolo insormontabile.
LA CRONACA. Il “Collegato” è quell’appendice che contiene emendamenti e modifiche alla “Legge di stabilità regionale”. Un codicillo su cave e torbiere nel «collegato al bilancio» venne approvato il 17 ottobre 2018 dal Consiglio regionale del Lazio. Dall’atto discendeva che nell’arco di 18 mesi si sarebbe valutata la soluzione dei problemi che gravano sul distretto. A cominciare dalla vexata quaestio delle proroghe e dei rinnovi delle autorizzazioni a scavare. Una condizione di settore, che secondo il calendario dei lavori, doveva essere discussa nella seduta nel 27 ottobre scorso – comunque qualche anno dopo come si vede –, che però, a causa di mancati accordi politici in maggioranza, trovava data utile, dopo continui rimandi di giorno e orario, nella notte tra l’8 e il 9 novembre.
Poi, come spesso accade, le centinaia di emendamenti depositati dai consiglieri regionali sull’Ultimo treno per la Pisana (il 12 febbraio si vota per rinnovare il Consiglio regionale) venivano accorpati in un solo unico “maxisubemendamento” da parte della giunta, da votare così com’era, prendere o lasciare.
Senonché, il 27 ottobre, la tiburtina Laura Cartaginese (popolarissima un paio di anni fa perché convinta che si votasse il «collocato» anziché il «collegato») e il latinense Angelo Orlando Tripodi (entrambi Lega per Salvini; quindi alla Pisana in minoranza) presentano una serie di emendanti alla legge sulle cave e torbiere che “ufficialmente” servono ad evitare che alcune concessioni minerarie possano scadere prima che venga riformata la legge, per dare quindi il tempo di fare le elezioni regionali e di passare la patata bollente alla prossima amministrazione.
Gli emendamenti della minoranza in genere non trovano posto nel maxiemendamento della giunta che viene approvato in blocco, ma ecco che invece dove non ci si capisce con la lingua della politica, ci si intende benissimo con quella tiburtina, e con la probabile intercessione del presidente del consiglio regionale Marco Vincenzi, le paroline assestate dagli emendamenti leghisti deflagrano nella legge votata dalla maggioranza.
CONCESSIONI MINERARIE INFINITE. Riuscire ad avere concessioni minerarie infinite, diventa di fatto più semplice e alla portata di quanti hanno un’autorizzazione in scadenza. Avere una concessione più lunga non vuol dire (per carità) scavare di più, le quantità sono regolate dall’autorizzazione primigenia, ma “coltivare” la cava per il doppio o il triplo di tempo rispetto a quanto preventivato, ha indubbiamente una serie di ripercussioni importanti, sia dal punto di vista ambientale che amministrativo.
Raddoppiando la concessione, infatti, si raddoppia di fatto la quantità di acqua sulfurea che viene pompata via e buttata nell’Aniene, si raddoppia il tempo prima che si dichiari il fine vita della cava e venga ritombato il terreno, si raddoppia il pericolo che le fideiussioni, cioè le polizze assicurative che garantiscono che a fine estrazione ci siano abbastanza soldi per ripristinare il territorio, possano diventare carta straccia come successo altre volte (ma che fine ha fatto l’indagine della procura di Tivoli sulle false polizze delle cave?) © RIPRODUZIONE RISERVATA.

 Gli emendamenti firmati dai leghisti Laura Cartaginese e Angelo Tripodi (capogruppo della Lega) vengono inseriti nel maxiemendamento della giunta e quindi nel «collegato». Purché “passino”, i due salviniani alla fine votano contro se stessi

(t. ve.) GLI EMENDAMENTI PRO-CAVE a firma della leghista Laura Cartaginese cofirmatario il capogruppo Angelo Orlando Tripodi sono «passati» grazie al maxiemendamento della maggioranza (Pd, M5S in Regione Lazio) nel quale erano stati inseriti. Da chi? Oltretutto, i due leghisti a conclusione dei lavori, hanno votato contro il “collegato” contenente il maxiemendamento.
Dopo la discussione generale e l’approvazione di otto articoli nella seduta del 7 novembre, la Giunta regionale ha presentato un maxiemendamento sostitutivo della rimanente parte del testo presentato, composto da 78 commi. La seduta è stata sospesa fino all’una di notte, quando il presidente Vincenzi ha annunciato la presentazione di un subemendamento di Giunta, questa volta composto da 177 commi. Dopo un’ulteriore sospensione per dare il tempo ai consiglieri di leggere il subemendamento, intorno alle 3 di mattina si è passati alle votazioni e alle relative dichiarazioni di voto. Contrario quello di FdI, FI e Lega; a favore PD e M5S.

Marco Vincenzi, a sinistra, con Filippo Lippiello, titolare del gruppo “STR Spa”

Facile soluzione. Gi emendamenti avrebbero approfittato della via Tiburtina (percorsa spesso anche politicamente) dalla consigliera regionale Laura Cartaginese e da Marco Vincenzi, il piddino presidente del Consiglio, entrambi buoni amici dei padroni delle cave. Tanto che Vincenzi ha manifestato 70×100 l’incontro  del 23 maggio scorso della propria corrente locale con Filippo Lippiello, il presidente del CVTR; tema: il Partito democratico ragiona sul futuro del settore. Là dove non sarebbe potuta arrivare Laura ha provveduto il passe-partout di Marco. Che, dato il ruolo, avrebbe potuto respingere gli emendamenti dell’opposizione tesi a modificare la legge del 2004 su cave e torbiere. Della quale si è deciso che spirerà nel 2023 lasciando il posto a una nuova. © RIPRODUZIONE RISERVATA info@hinterlandweb.it

Diciassette anni fa, le analisi, i giudizi e gli impegni di Mario Gasbarri e Vittorio Messa 

«Abbassamenti livello di falda fattore scatenante della subsidenza»

«Predisporre un piano industriale per la riconversione delle attività produttive e dei servizi che causano il dissesto idrogeologico e, conseguentemente, la subsidenza» a Villalba e Tivoli Terme

Mario Gasbarri, Ds

MARIO GASBARRI, SENATORE DS  11 ottobre 2005 – Sulla questione “disastro ambientale” appare di enorme utilità quanto denunciava diciassette anni fa Mario Gasbarri: il 21 gennaio 2001 una voragine si è aperta in un podere agricolo adiacente l’abitato di Marcellina, in provincia di Roma, cittadina sino a quel momento neppure compresa nella “carta dei terremoti” curata dall’amministrazione provinciale; che da quella data una serie di microterremoti, accompagnati da boati, ha interessato gran parte del centro di Guidonia Montecelio, e quindi, a seguire, gli abitati di Villalba di Guidonia (prima manifestazione: 16 maggio 2004) e di Bagni di Tivoli (20 giugno 2004); che sin dalle prime, sommarie, indagini, la causa dei movimenti venne individuata nell’“effetto sinkhole” (“sprofondamento improvviso della superficie topografica”); che dal 21 gennaio 2001 si contano circa 400 eventi sismici; «Fattore scatenante (della subsidenza però, ndr), sono gli “abbassamenti del livello di falda (…), che, negli ultimi 5/6 anni”, sarebbe sceso di 5/6 metri, a causa del “pompaggio delle cave”» (…). Il testo in neretto è ricavato da una interrogazione al presidente del Consiglio sottoscritta dal senatore Mario Gasbarri, dei DS. Nessuna ambiguità poi, nell’osservazione risolutiva che segue: “chiudere le cave”. «Se non si ritenga necessario – proseguiva infatti Mario Gasbarri – predisporre un piano industriale per la riconversione delle attività produttive e dei servizi che causano il dissesto idrogeologico e, conseguentemente, la subsidenza» a Villalba e Tivoli terme». Data, 2005. Da 17 anni nessuno ha preso il minimo provvedimento a favore degli abitanti delle due borgate. Nessuno.  Al contrario, i successori del suo partito, votano norme studiate ad hoc: «…al fine di permettere la serena prosecuzione degli impegni in corso…». 

«Questa attività antropica devastante ha causato il depauperamento della risorsa termale ed ha anche provocato lesioni gravissime ad edifici vecchi e nuovi di quelle zone»

Vittorio Messa, Lega per Salvini

VITTORIO MESSA, DEPUTATO AN 1 dicembre 2005 – Oggetto: «Iniziative per la nomina di un commissario straordinario in relazione al fenomeno degli smottamenti del sottosuolo nei Comuni di Guidonia Montecelio e Tivoli» – «Naturalmente – scriveva Vittorio Messa, all’epoca deputato di Alleanza nazionale, ora aderente alla Lega per Salvini –, sono state svolte delle indagini, commissionate dalla regione Lazio, dall’università La Sapienza di Roma e dall’università Roma Tre, che hanno concluso inequivocabilmente che la causa dell’abbassamento della superficie piezometrica è dovuta alle sollecitazioni dinamiche del pompaggio delle cave di travertino in esercizio.
Gli strumenti estrattivi, che fino a qualche anno fa scavavano ed estraevano il travertino ad una profondità di 15-20 metri, grazie alla moderna tecnologia ora riescono a scavare fino a 50-60 metri.
Quando trovano la falda acquifera termale, a 20 metri, per poter estrarre e lavorare all’asciutto sono costretti a pompare l’acqua: pompano circa 2.800 litri di acqua al secondo, che viene estratta, captata e distolta dal percorso sotterraneo naturale e gettata nel fiume Aniene.
Questa attività antropica devastante ha causato il depauperamento della risorsa termale ed ha anche provocato – ciò che preoccupa maggiormente tutti i residenti – lesioni gravissime ad edifici vecchi e nuovi di quelle zone».

«Urgente rinnovare la legge sulle cave del 2004»

Se ne parla da anni. Cosicché il Consiglio regionale ha deliberato che «nel 2023 si approverà una legge di riforma organica della l.r. 17/2004». Ovvero, hanno votato che voteranno

Cava dismessa con il lago formato dall’acqua espulsa dalle falde, piovana, eccetera. Sarà raccolta dalle pompe e tramite il Fosso delle Prata scaricata nell’Aniene