di TOMMASO VERGA
PERCHE’ LO “STIMATO BROKER” (così definito da uno stimato giornalista) FIRMO’ IL RINNOVO DELLE POLIZZE A PATERNO’? Cos’hanno di propiziatorio le fideiussioni «made pendici Etna»? Oltretutto stipulate con una compagnia che alla iniziale domanda di spiegazioni in proposito ha replicato che: “Non abbiamo alcuna agenzia né altri riferimenti a Paternò”. Effetto? Uguale al precedente: le polizze fideiussorie dichiarate «false» in una versione; vengono dette «contraffatte» nell’altra.
Intendiamoci bene. Comunue si parla di modalità e argomenti mille miglia distanti dalla radiografia che domenica sera (l’8 ottobre) Sigfrido Ranucci ha proposto agli italiani con il suo Report, sottolineando il ruolo svolto nelle diverse attività dal ciellino Roberto Formigoni (toh! chi si rivede), ma principalmente da generazioni della famiglia La Russa.
Che, tornando al tema, non risulta «impicciata» nell’estrazione del travertino. Lo dimostra il fatto che le società della polizza assicurativa a Paternò (tutte operanti nel bacino Tivoli-Guidonia Montecelio) hanno guadagnato nemmeno un minuto della trasmissione di Ranucci. Salvo che… Non è detto che poi non si vedrà… speriamo prima del termine dell’istruttoria in corso nel tribunale di Tivoli dal 2019.

L’elenco delle polizze fideiussorie (qualcuna regolare) interessate alla trasferta di Paternò

Perché resta da spiegare la scelta di Paternò, cittadina di 44.985 abitanti ai piedi dell’Etna, nota in antiche cronache come il «triangolo della morte», attributo coniato dalla stampa per circoscrivere il carattere di una particolare unione intercomunale in provincia di Catania, formata da Paternò, Adrano (patria dei caminanti) e Biancavilla.
Cosa c’entra con Paternò il distretto del travertino della provincia romana, tra Tivoli e soprattutto – per la portata numerica – di Guidonia Montecelio?
In apparenza niente, anche se rimane tra gli atti giudiziari, la determinazione comunale sul rinnovo delle polizze fideiussorie false di società impegnate nell’estrazione della pregiata pietra conosciuta in tutto il mondo per essere parte d’ogni monumento.
Introdotto, il capitolo «atti giudiziari» va approfondito per i singolari motivi offerti al cronista. Intanto, dopo che il Comune di Guidonia Montecelio aveva accertato che la polizza risutava «contraffatta» e intimato perciò di sostituirla con un’altra «regolare», il padrone della cava altro non ha fatto che rivolgersi al medesimo broker, lo «stimato» accusato anche in dichiarazioni e interviste di averlo truffato nell’atto-primo (sua interpretazione e classificazione dei fatti). Quanto e perché da ciò sia derivato il viaggio a Paternò si è in attesa che la giustizia lo riferisca, lo illustri; anche perché la trasferta è avvenuta a insaputa dei cavatori per dirla con Filippo Lippiello, 13 luglio 2020. Una parte dell’accaduto decisamente non chiara, riguarda il comportamento dei padroni delle cave.
Mentre, invocata la chiarezza, le fideiussioni delle quali si parla riguardano il ripristino ambientale delle cave, incluse quelle dismesse: “buche” profonde decine e decine di metri, aldilà dei massimi stabiliti dalla Regione Lazio, tanto non controlla nessuno. Contro, semmai – così è stato – si deve mettere in preventivo la mobilitazione dei lavoratori.
Non provvede il padrone? C’è l’alternativa contemplata dalla legge: la cava esausta e/o abbandonata – nel bacino una dozzina – dovrà essere ripristinata dal Comune. «Manovre» non mancano. Stando a una apposita ricerca, le preferenze vanno alla dichiarazione di fallimento dell’azienda esaurita in tal modo eclissata.
Il procedimento della Procura di Tivoli, nasce al primo controllo dell’autorità giudiziaria (rivelato sufficiente quello di un ispettore della polizia di Stato risalente al 22 ottobre 2019). Al quale fece seguito, il 28 febbraio 2020 un documento finalmente esplicito, redatto dall’Area VI del Comune di Guidonia Montecelio (Lavori pubblici, Ambiente, Attività estrattive). Documento che annotò una dozzina di polizze illegali qualificate “contraffatte”, così come altre ugualmente fuori legge perché “scadute” già nel 2013-2014-2017, quindi inutili alla bisogna.
Non bastasse, qualche tempo prima (era alla fine dell’anno), a proposito delle false assicurazioni, al Tribunale presso la procura della Repubblica di Tivoli, ugualmente dal Comune di Guidonia Montecelio, giunse l’esposto-denuncia del catanese assessore alla Legalità, altresì rappresentante della «Fondazione Caponnetto». Un anno dopo, l’assessore venne “licenziato” dal sindaco 5Stelle.
A differenza della dozzina dei funzionari del Comune, l’assessore alla Legalità elencò 16 aziende garantite dalla falsa fideiussione.
Era quello un periodo nel quale, anche ben oltre l’area indicata (a distanza di una trentina di chilometri, poniamo, la Capitale), chissà per quale ragione, di assicurazioni non si poteva assolutamente parlare. Fu così che per le cave di travertino il ricorso a Paternò si rivelò dichiaratamente un obbligo. Assolto. © RIPRODUZIONE RISERVATA – info@hinterlandweb